Simone Ponzi – Land(e)scape
“Land(e)scape – la stagione dell’ombra” raccoglie una serie di dipinti di grande e medio formato che offrono una panoramica significativa sugli esiti di quella ricerca/rilettura del tema paesaggio che ha coinvolto negli ultimi anni il lavoro dell’artista emiliano.
Comunicato stampa
La Galleria d’Arte il Sipario di Parma inaugura sabato 27 ottobre, alle ore 17,30, la personale dell'artista fidentino Simone Ponzi, dedicata all'ultimo ciclo di opere realizzate tra il 2010 e il 2012.
"Land(e)scape - la stagione dell'ombra" raccoglie una serie di dipinti di grande e medio formato che offrono una panoramica significativa sugli esiti di quella ricerca/rilettura del tema paesaggio che ha coinvolto negli ultimi anni il lavoro dell'artista emiliano.
Partendo da una grande tela del 2009, "Il Mondo Cancellato", che segna idealmente il definitivo passaggio da una visione più claustrofobica, tipica delle opere del biennio 2008/2010, ad uno sguardo che si apre ai grandi "frammenti" di paesaggio realizzati successivamente, la rassegna prosegue con una ventina di tele ad acrilico e tempera e una serie di disegni e tempere su carta.
Si tratta di opere che rivelano "un carattere più vicino ad una mistica del paesaggio, nel senso in cui si ricerca quell'energia che vibra dentro la materia, quei flussi che la generano dal suo interno e solo dopo si cristallizzano nell'apparenza della forma" come scrive nel catalogo il critico Leonardo Bassorelli. Ecco allora la serie dei Land(e)scape, caratterizzati dal forte contrasto tra la voluta essenzialità dello schema compositivo, basato su alcune linee forza che suggeriscono l'idea di un orizzonte, e l'accesa cromia dei fondi, con i blu, i rossi e i grigi che da tempo contraddistinguono la produzione dell'artista. Paesaggi che più che descrivere una realtà naturale ne lasciano trasparire la forza e l'energia originaria e che lasciano nello sguardo di chi osserva lo stupore dell'imprevisto, dell'inatteso. In questo ultimo ciclo di opere il paesaggio si rivela in fondo un pretesto, un'idea di partenza per far accadere sui fondi scuri delle tele, volutamente lasciate grezze, qualcosa che ha a che fare con il "caos" di baconiana memoria: un procedimento generatore di immagini e suggestioni, del tutto slegato dal tradizionale concetto di paesaggio. Un fare pittura che conduce ad un viaggio nell'interiorità dell'artista, a quelle ombre dell'anima cui fa riferimento il titolo della mostra.