Sofia Stevi – Hotel nostos
Marignana Arte continua l’indagine sui giovani talenti artistici e curatoriali internazionali con hotel nostos. humble, nimble dreamlike tumble, personale dedicata a Sofia Stevi a cura di Alma Zevi.
Comunicato stampa
Marignana Arte continua l’indagine sui giovani talenti artistici e curatoriali internazionali con hotel nostos. humble, nimble dreamlike tumble, personale dedicata a Sofia Stevi a cura di Alma Zevi.
Greca, classe 1982, vive e lavora fra Atene e Londra, Sofia Stevi è co-fondatrice di Fokidos21, uno spazio indipendente di artisti ad Atene.
Nella mostra allestita presso Marignana Arte Sofia Stevi presenta due serie di lavori: la Spine Books (2009 – La colonna vertebrale dei libri) and The Diary Series (dal 2013). Ogni libro è un unico, attentamente costruito manipolando la tradizionale tecnica di rilegatura con lo scopo di sovvertire la nostra concezione culturale di libro. I libri non hanno scritte e pagine: il libro diventa scultura, le forme diventano contenuti.
La meticolosa cucitura a mano evoca il mondo femminile del ricamo e del cucito, evoca uno spazio chiuso e domestico originando una collisione con il mondo della stampa, tradizionalmente maschile, e con l’idea del libro come prodotto di massa e veicolo per divulgare informazione.
Il lavoro manuale è un tema ricorrente nelle opere di Stevi. Nella serie The Diary Series, una serie di piccoli “dipinti” prodotti quotidianamente. Mantenere questo ritmo all’interno della sua routine è stata una sfida temporale ed emozionale, ed è concettualmente connessa con il lavoro di On Kawara Today Painting. In The Diary Series si vede la traccia della mano dell’artista, sempre gestuale ed oscillante fra il gentile e l’aggressivo, il caotico e il raffinato, l’innaturale, il metodico. I mutamenti del gesto artistico seguono quelli mentali dall’artista, che esprime comunque un’idea universale riconducibile a se stessi. Le influenze artistiche vanno dal Minimalismo alla Pop Art al Costruttivismo, le tecniche spaziano dal collage al ready-made. La moltitudine delle textures penetra lo spazio ravvivandolo di colori.
Entrambe le serie Spine Books e The Diary Series sono ideate in un relativo piccolo formato (20 x 14 cm), che evoca la dimensione del libro. La forma di The Diary Series deriva direttamente dalle dimensioni del tomo di Viaggio alla fine della notte di Louis-Ferdinand Céline (1932), che l’artista ha letto lo scorso anno. Osservare questo ritorno alla piccola scala è rinfrescante in un sistema dell’arte saturo di un approccio che si ispira al motto “Grande è meglio” . È come voler presentare un tipo di arte mobile o meglio “tascabile” da portare via con noi. Questa è una relazione suggestiva, l’opera d’arte diventa talismano, un oggetto di contemplazione. In The Diary Seriesla piccola scala è una costrizione, Stevi trova abbastanza spazio per inserire l’essenziale in ognuno intensificando gli strati.
Il lavoro sempre astratto, a dispetto dalla sua vitalità. Anche se ogni opera è differente Stevi elabora un concetto di serialità che permette l’auto-riflessione sull’evoluzione di un particolare, sulla crescita di un pattern. In hotel nostos. humble, nimble dreamlike tumble il concetto di temporalità diverge: alla velocità e alla spontaneità di The Diary Series si contrappone l’espansione temporale e la pianificazione richiesta per produrre Spine Books.
Dichiara l’artista
“Il mio obiettivo è quello di registrare le esperienze di vita attraverso l’investigazione della materialità delle informazioni visive attraverso una chiara strategia di raccolta e poi di selezione. L'opera esiste come un sottile equilibrio tra l'editing, istinto e possibilità. La forma finale dell'indagine non è pre-determinato. L’errore, la malattia e la delusione rappresentano aspetti della realtà e servono a creare l’equilibrio del mio lavoro”
Biografia ragionata dell’artista
La produzione artistica di Stevi spazia dal grande al piccolo formato, si distingue per la varietà di materiali utilizzati (colori acrilici, gesso, stoffa, gomma, teli di plastica, spago e ceramica). È “colorista” sperimentale e istintiva; produce sculture e dipinti, ma il più delle volte, i suoi lavori che oscillano fra le due discipline.
Stevi adotta spesso materiali trovati o a buon mercato evidenziando così alcune influenze dell’Arte Povera.
L’incontro fortuito con il materiale di scarto, utilizzato per come materia artistica, viene presentato allo spettatore per evidenziare la raffinatezza del quotidiano sempre sorvolata dall’occhio disattento del fruitore. L'approccio è semplice e poetico. Il risultato è tranquillamente potente sicuro nella sua convinzione, ma è contemporaneamente giocoso ed effimero.