Soile Yli-Mayry – Digidream
La Galleria della Tartaruga ospita per la terza volta una mostra personale di Soile Yli-Mayry, artista di origini finlandesi, ma di fama internazionale.
Comunicato stampa
La Galleria della Tartaruga ospita per la terza volta una mostra personale di Soile Yli-Mayry, artista di origini finlandesi, ma di fama internazionale.
Quest’anno la sua mostra rientra nel programma ufficiale del Centenario dell’Indipendenza della Finlandia e si svolgerà attraverso altri sette Paesi.
Sarà quindi presente il giorno dell’inaugurazione l’Ambasciatore di Finlandia in Italia Janne Taalas.
“Soile Yli-Mäyry è un’artista che da sempre ha affidato ad una sua peculiare tecnica pittorica, nel tempo perfezionata, il compito di formalizzare i suoi pensieri. Il segno-colore, che caratterizza le sue opere, si modula sulla superficie del dipinto ora in emergenze ora in graffiti, in una alternanza di colore disteso e raggrumato, ora sottile come una linea, ora espanso come una superficie. Il suo procedere sembra quasi oggettivare i vari passaggi indicati da Vasilij Kandinskij nel suo celebre “Punto, linea e superficie”. Ma l’esito di Soile non è un puro astrattismo lirico bensì un repertorio figurativo lontano da qualsiasi concetto di mimesi. Pur nella essenzialità e nella rarefazione, si individuano volti e corpi di uomini e di donne, mani, animali, buste da lettera… Ed i colori sono squillanti, senza grigi e tonalità di terra. I suoi colori sembrano essere direttamente attinti dalle aurore boreali, il meraviglioso spettacolo naturale che tinge il cielo di mille colori, dal blu viola, al giallo verde, fino al rosso. Come definire queste strane figure-presenze? Da dove nascono? A cosa si ispirano? E’ evidente che nascono dall’immaginario dell’artista, un immaginario completamente libero e privo di quei condizionamenti imposti dalla cultura classica e classicista. Del resto Soile è finlandese e trae ispirazione da un immaginario completamente diverso dal nostro. Un esempio: aurora boreale si dice in finlandese “revontulet”, che tradotto letteralmente significa “Fuochi della volpe”, in riferimento alla leggenda di una magica volpe che, urtando con la coda la neve, aveva provocato scintille che, salendo al cielo, avevano dato origine a quella meravigliosa aurora. E’ un immaginario che considera laghi, cascate e fiumi nati dai capelli bagnati di Luonnotar, la Dea della Natura. Queste brevissime citazioni dal Kalevala, il poema mitico dei Finlandesi, ci indicano chiaramente che i parametri per accedere ai dipinti di Soile non vanno ricercati nella visione antropocentrica di classica memoria, ma neppure nelle elucubrazioni intellettualistiche delle forme d’arte contemporanea. Il percorso di Soile, se mai, si può accostare a quello di Joseph Beuys, artista da lei conosciuto e amato, non già nella prassi dell’arte ma nella concezione di un mondo in cui l’uomo cessi di sfruttare la natura e ne torni amico. I dipinti di Soile sono “canti” di colore e forme che giungono al cuore di tutti, come fossero intonati sul kantele, la magica arpa finnica.” Così Stefania Severi descrive acutamente la pittura di Soile Yli-Mayry in un brano di presentazione di alcuni anni fa.