Some-care-some-less
In mostra le opere Satisfy di Masahi Echigo, Permanent Error di Pieter Hugo e Bosphorus 1954 di Gülsün Karamustafa.
Comunicato stampa
La galleria e x t r a s p a z i o presenta da giovedì 1 dicembre 2011 la mostra
some-care-some-less con le opere Satisfy di Masahi Echigo, Permanent Error di Pieter Hugo e Bosphorus 1954 di Gülsün Karamustafa.
A porte spalancate, tre frigoriferi bianchi invadono l’ambiente della galleria con un ronzio sommesso e il loro freddo senza scopo.
Questi elettrodomestici sono vuoti e la chiusura delle porte è impedita da gabbie che le fissano ai fianchi delle strutture. Gabbie che a loro volta non contengono nulla se non le zone d’ombra tra le porte e i corpi.
Satisfy è il titolo che l’artista giapponese Masashi Echigo dà a questa installazione appena tornata dalla mostra Terribile Beauty nel contesto di Dublin Contemporary.
Un titolo che allude a ciò che frigoriferi vuoti non possono soddisfare a meno che l’arte non se ne appropri, non restituisca loro un’aura, una vita al di là di una ineluttabile fine nella discarica.
“Il bagliore proveniente dai frigoriferi ingabbiati dell’installazione Satisfy di Masashi Echigo dice di più della miriade di opere eloquenti sparse per la città.” commenta Chris Fite-Wassilak (Dublin Contemporary, Frieze Magazine, Novembre-Dicembre 2011).
Il bagliore delle luci dei frigoriferi di Masashi Echigo cade su immagini di uno scenario ai limiti del concepibile.
Il fotografo sudafricano Pieter Hugo ha scelto per la sua nuova serie Permanent Error (alla quale il MAXXI di Roma dedica dal 1 dicembre un’ampia mostra a cura di Francesca Fabiani)
Agbogbloshie nel Ghana, una delle discariche nelle quali finiscono, lontano dalla nostra vista, cumuli informi di hard disk, computer, tastiere, monitor, cavi, mouse e tutto ciò che ruota attorno al fantastico mondo dell’informatica; un’immensa distesa costellata dai fumi tossici di roghi appiccati per bruciare materiale plastico e ricavarne metalli da riciclare, un luogo dannato, chiamato Sodoma e Gomorra dalle persone che per disperazione e sopravvivenza sono costrette a lavorarci e che hanno un’aspettativa di vita di pochi anni.
“Nelle sue opere l’artista indaga la natura umana in condizioni drammatiche o socialmente marginali restituendone, attraverso lo sguardo della macchina fotografica, una rappresentazione di grande fascinazione estetica capace di farci guardare ciò che normalmente evitiamo di vedere […] un mondo in rovina, apocalisse di un’umanità e di una civiltà alla deriva che solo l’arte è in grado di sublimare.”
(Bartolomeo Pietromarchi, Reset, Luglio-Agosto 2011)
In barba alle leggi internazionali, l’Occidente invade ogni anno i paesi in via di svilluppo con quasi 40 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici. Piombo, mercurio, berillio, cromo, bario, selenio e policlorobifenili contaminano i terreni e le falde acquifere.
Errori Permanenti - lasciti a eterna memoria.
Il concetto di memoria e dei suoi effetti sull’umanità sono indagati dall’artista turca Gülsün Karamustafa nel video e nella serie di fotografie Bosphorus 1954.
“I meccanismi della memoria hanno una struttura molto più complessa di un trasferimento lineare dei ricordi dal passato al presente.” afferma Erden Kosova in un articolo su Frieze Magazine in occasione dell’esposizione dell’opera al Kunstmuseum di Bonn.
Gülsün Karamustafa racconta le reazioni di una popolazione impaurita da un’epoca di disastri (Istanbul è abituata a fin troppi eventi drammatici come incendi, terremoti, diluvi) in cui lo stato d’allarme è un riflesso collettivo.
Durante il rigido inverno del 1954, blocchi di ghiaccio galleggianti provenienti dai fiumi Donau, Dnieper e Dniester bloccano il Bosforo, si fondono e formano una massa compatta sulla superficie dello stretto, tanto che gli abitanti possono attraversare il mare e raggiungere a piedi l’altro lato della città.
Un tale spettacolo della natura, evento unico nella storia del luogo, potrebbe riempire di meraviglia e anche essere divertente, ma questi sono gli anni della guerra fredda e i blocchi di ghiaccio scesi dal nord, dal Mar Nero, sono recepiti in prima istanza come segni di un conflitto incombente e di una possibile invasione.
fino al 14 gennaio 2012
la galleria è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.30 alle ore 19.30 e su appuntamento
Masashi Echigo è nato a Toyama, Giappone nel 1982; vive e lavora tra Tokyo e il Belgio.
Tra le sue mostre personali ricordiamo: nel 2011: From an Effort to a Cause, Cable Gallery, Helsinki; nel 2010: Stories, e x t r a s p a z i o, Roma; Immanence, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; The absence, Lokaal 01, Antwerp, Belgio; nel 2009: Masashi Echigo, De Overslag, Eindhoven, Olanda; Appearance, Factory Kunsthalle Krems, Austria; Encounter, Kusthuise SYB, Beeterzwaag, Olanda; nel 2008: Lost Space, Cacaofabriek, Helmond, Olanda. Il suo lavoro è stato esposto nelle seguenti mostre collettive: nel 2011: Terrible Beauty , Dublin Contemporary, Dublino; Tomorrow Is The Question, S.M.A.K., Ghent; nel 2010: Aggetti, Progettazioni, Proiezioni, Prominenze, Protuberanze, Sporgenze, e x t r a s p a z i o, Roma;
Thank You for Tomorrow, De Zwarte Zaal, Ghent; Otherwise, NAKED STATE gallery, Bruxelles; The Fifth Element, Gdansk, Polonia; Terminal Beauty, NAKED STATE gallery, Bruxelles; Watou kunst en Poezie Zomer: Past in Present, Watou, Belgio; BAT 10: Beeldenroute Anti-tankgracht, Antwerp, Belgio; Guest ROOM #10, Museum Het Domein Sittard, Olanda; The Morning News, BE- PART Platform voor actuele kunst, Waregem, Belgio; One little Indian, And Then There Were None, La Generale en Manufacture.6, Parigi; nel 2009: Onder Spanning, Zwevegem, Belgio; Watou kunst en Poezie Zomer: Polyphonie, Grenslandhal, Watou, Belgio; nel 2008: Light Project, Foundation B.a.d, Rotterdam.
Pieter Hugo è nato a Johannesburg nel 1976. Vive e lavora a Cape Town.
Dal 1 dicembre 2011 il MAXXI di Roma gli dedica una grande mostra incentrata sulla serie Permanent Error.
Tra le sue mostre personali ricordiamo: Nollywood, Dunedin Public Art Gallery, Nuova Zelanda| Te Tuhi Centre for the Arts, Auckland, Nuova Zelanda (2011); On reality and Other Stories, Brass, Bruxelles e Galerie Municipale du Château d'Eau, Tolosa (2010); Nollywood, Institute of Modern Art, Brisbane (2010) |
e x t r a s p a z i o, Roma | Australian Centre for Photography, Sydney (2009); The Hyena and Other Men, Herzliya Museum of Contemporary Art, Israele (2010) | Foam_Fotografiemuseum, Amsterdam (2008); Messina|Musina, National Gallery, Cape Town | Standard Bank Gallery, Johannesburg (2008) |
e x t r a s p a z i o, Roma (2007). Tra le mostre collettive cui ha preso parte: Paraty em Foco photography festival, Brazile;
All Cannibals, Me Collectors Room, Berlino;
Contact Photography Festival, Toronto;
Il corpo metafora di un'esperienza, CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea, Foligno;
Lens: Fractions of Contemporary Photography and Video in South Africa,Stellenbosch University Art Museum, Stellenbosch (2011);
ARS 11, Kiasma, Helsinki Museum of Contemporary Art, Helsinki;
Tous cannibales, Maison Rouge, Parigi;
Possible Cities: Africa in Photography and Video, Cantor Fitzgerald Gallery, Haverford College, Pennsylvania;
Figures and Fictions, Victoria & Albert Museum, Londra;
Breaking News, Ex Ospedale Sant’Agostino, Modena; Disquieting Images, Triennale di Milano (2010); A Life Less Ordinary: Performance and display in South African art, FFotogallery, Cardiff (2009); Street & Studio: An Urban History of Photography, Tate Modern, Londra (2008).
Gülsün Karamustafa è nata ad Ankara nel 1946. Vive e lavora a Istanbul.
Tra le sue mostre personali ricordiamo: Solo für … Gülsün Karamustafa: ETIQUETTE, ifa-Galerie, Stoccarda | ifa-Galerie, Berlino; The Monument and the Child, Akademie der bildenden Künste, Vienna (2011); The City and The Secret Panther Fashion, 3,14 International Contemporary Art Foundation, Bergen, Norvegia (2010); Mobile Stages, Salzburger Kunstverein, Salisburgo; Bosphorus 1954, Kunstmuseum, Bonn; Unawarded Performances, Konsthall C, Stoccolma; Gülsün Karamustafa - Video Exhibition, Contemporary Art Institute EXIT, Pejë, Kosovo | Siyah Beyaz Gallery, Ankara (2008); Yapý Kredi Kazým Taþkent Sanat Galerisi, Istanbul; Video Works, Istanbul Modern Museum, (2007); Memory of a square, Kunsthalle Fridericianum, Kassel; Memory of a square (perceived from an interior), Museum Villa Stuck, Monaco; m2, Dunkers Kulturhus, Helsingborg; Galata: Genova (scavare finestrini), Alberto Peola Arte Contemporanea, Torino (2004). Tra le sue più recenti partecipazioni a mostre collettive ricordiamo: Open House, 3rd Singapore Biennale(2011); Starter - Vehbi Koc Foundation Contemporary Art Collection, Kunsthaus Arter, Istanbul ; e-flux video rental, Fondazione Giuliani, Roma; correct me if i´m critical, Felleshus - Gemeinschaftshaus der Nordischen Botschaften, Berlino; Live Cinema/In the Round: Contemporary Art from the East Mediterranean, Philadelphia Museum of Art (2010); Istanbul Modern Berlin, Martin-Gropius-Bau, Berlino; Vreemd en vertrouwd - Play van Abbe, Van Abbemuseum, Eindhoven; Neuerwerbungen 2009, Neuer Berliner Kunstverein, Berlino (2009); 3rd Guangzou Triennial; 11th Cairo Biennale (2008); Anos 80 – Uma Topologia, Museu de Serralves, Museu de Arte Contemporânea, Porto (2007)