Sonia Costantini – Attraversamenti
La Galleria Il Milione è lieta di annunciare la mostra Attraversamenti di Sonia Costantini con testo di Roberto Borghi.
Comunicato stampa
La Galleria Il Milione è lieta di annunciare la mostra Attraversamenti di Sonia Costantini con testo di Roberto Borghi.
In occasione della mostra di Sonia Costantini la Galleria del Milione pubblicherà il suo consueto Bollettino, stavolta però in una duplice e innovativa veste. La versione cartacea, stampata in tiratura limitata e numerata, contemplerà le immagini delle opere in mostra, il testo del curatore e la conversazione tenuta dall’artista con Olivieri nel 2001. Oltre a essa verrà realizzata una versione web, liberamente scaricabile dal sito della galleria, con un ampio apparato iconografico dal taglio retrospettivo.
Verranno esposte opere realizzate dal 2010 al 2018.
«La pittura per me è il tramite per pensare meglio il mondo, luogo di transito dove le cose sembrano prossime a svelarsi; essa è l’urgenza del dire con il saper come dire, frammento di spazi dove colori, figure, forme dicono l’ineffabile, visitati dalla luce».
Così rispondeva Sonia Costantini alla domanda «che cos’è per te la pittura?» postale da Claudio Olivieri nel 2001, in occasione di una mostra dell’artista mantovana presso il Padiglione d’arte contemporanea – Palazzo Massari di Ferrara. Il dialogo tra i due pittori tuttavia era iniziato un decennio prima e aveva avuto un momento di svolta nel 1995, quando Olivieri aveva invitato la Costantini a partecipare a una collettiva presso la Galleria del Milione. A venticinque anni da quell’esposizione, il Milione ospita una personale dell’artista mantovana che costituisce un omaggio all’esponente della Pittura analitica recentemente scomparso. Sia Costantini sia Olivieri, come sostiene Roberto Borghi nel testo pubblicato nel Bollettino n.203 sono dei «razionalisti dalla sensibilità sottile», degli artisti capaci di acute riflessioni teoriche sul loro lavoro che resta pur sempre contraddistinto da un tratto visionario.
«Generate da azioni precise e cadenzate per certi versi analoghe a quelle proprie dei riti, le opere di Sonia Costantini – scrive Borghi – possono apparire così percettivamente dense da risultare impenetrabili, se non dopo un preciso esercizio dello sguardo: come se il colore avesse raggiunto una profondità davvero ardua da misurare, una soglia così remota da collocarsi nella dimensione del sogno. La sensazione più intensa, ma anche più disorientante, che si può provare di fronte a esse è che rimandino a un altrove, a un orizzonte che, pur non essendo necessariamente metafisico, trascende il quadro».