Sophie Hirsch / The Missing Majority
Nella sua prima mostra in Italia, Sophie Hirsch (Vienna, 1986) elegge l’inastabilità a strumento per esplorare la realtà attraverso una nuova serie di sculture e installazioni. “The Missing Majority” mostra, invece, il lavoro di 6 artisti che esplorano pratiche connesse al mondo vegetale che si sviluppano in seno a una comunità e al suo habitat.
Comunicato stampa
SOPHIE HIRSCH
Regroup, Retrace, Unfollow
Pontives 8, Ortisei (BZ)
28.10.2021 – 14.01.2022
OPENING
Giovedì 28 ottobre ore 17-20
Venerdì 29 ottobre ore 15 - 20
Sabato 30 ottobre ore 10 - 13
ORARI D’APERTURA
Martedì – Venerdì ore 15-19
O su appuntamento a [email protected]
La Galleria Doris Ghetta è lieta di annunciare Regroup, Retrace, Unfollow , la prima mostra personale in Italia dell’artista viennese Sophie Hirsch (Vienna, 1986) che inaugura a Pontives 8, Ortisei, Bolzano dal 28 ottobre 2021 al 14 gennaio 2022 e che, attraverso una nuova serie di sculture e installazioni realizzate per l’occasione e attente ai materiali di riciclo, racconta l’instabilità dei sistemi che regolano le nostre vite.
Concepita nel corso del 2021, la mostra muove dalla constatazione che i mesi passati abbiano radicalmente riconfigurato gli equilibri cui eravamo abituate/i, i sistemi che governano le nostre vite hanno subìto un impatto notevole e da stabili e immutabili che apparivano, si sono ora dimostrati incerti. Con Regroup, Retrace, Unfollow l’artista concetturale Sophie Hirsch mette al centro l’instabilità e la elegge a strumento per esplorare e conoscere la realtà e il nostro presente.
Ad accoglierlo all’ingresso, il visitatore incontra un salottino con delle sedie, un divano e un tavolino costruiti con materiali utilizzati per modificare la postura: sfere miofasciali, fasce elastiche, cuscini e molle lo invitano a sedersi e a sentire in prima persona come si distribuisce il peso del suo corpo. Hirsch studia le forze interne che sostengono il corpo umano e che gli permettono di muoversi e mantenere l’equilibrio ed estende poi le sue ricerche a oggetti come Twist and Reach (2020) e Pomes (2021), sculture in ottone di cui l’artista prova a capire la struttura interna e le forze che permettono loro di rimanere ancorate a terra.
La scelta dei materiali adoperati è centrale nel processo artistico di Hirsch, che attraverso la lavorazione della plastica riciclata, del Thera-Band, della cartapesta, del policarbonato o del silicone (Bruising 1 e 2, 2021) ne esplora le potenzialità alla scoperta di nuovi imprevedibili usi. È il caso della doppia installazione Untitled (2021) e Column (2021) in cui Hirsch riprende una tecnica imparata da una popolazione indigena dell’Amazzonia Peruviana che intreccia le fibre di palma per creare delle corde resistenti. Hirsch riprende il processo di lavorazione per usarlo su uno dei materiali più diffusi sul pianeta, la plastica, e con la pellicola da imballaggio riciclata crea delle nuove architetture che si sostengono grazie a un delicato gioco di forze interne.
In Regroup, Retrace, Unfollow Hirsch vuole vedere fino a che punto si può spingere un determinato equilibrio prima che si verifichi un’azione contraria in risposta a uno stimolo. Che si tratti della postura di un corpo umano, di una scultura, di un edificio o di un meccanismo psicologico, comprendere come funziona questa opposizione tra tensione ed equilibrio significa per l’artista ripensare la vulnerabilità come parte integrante di noi e dei sistemi che regolano le nostre vite.
Sophie Hirsch (Vienna, 1986) vive e lavora a Vienna. Partendo dall’osservazione del corpo e della postura, Hirsch esplora la relazione tra equilibrio e instabilità. Come in Jenga, il gioco in cui una serie di blocchi si sostengono l’un l’altro e il movimento di uno di essi ha effetti sull’intera struttura, allo stesso modo l’artista vede il corpo come un organismo che cambia continuamente per adattarsi a contesti differenti. Il suo lavoro è stato esposto al MAK, Vienna (2021), Sotheby’s Artist Quarterly, Vienna (2020), Galerie Zeller van Almsick, Vienna (2019), Galleria Doris Ghetta, Ortisei (2018), Larrie, New York (2017, 2018), Signal, Brooklyn (2014, 2015).
THE MISSING MAJORITY
Mercedes Azpilicueta, Aron Demetz, Margarethe Drexel,
Arnold Holzknecht, Tonico Lemos Auad e Marinella Senatore
OPENING DAYS
Giovedì 28 ottobre ore 17-20
Venerdì 29 ottobre ore 15 - 20
Sabato 30 ottobre ore 10 - 13
Galleria Doris Ghetta
Pontives 8, Ortisei (BZ)
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La Galleria Doris Ghetta è lieta di annunciare The Missing Majority con Mercedes Azpilicueta, Aron Demetz, Margarethe Drexel, Arnold Holzknecht, Tonico Lemos Auad e Marinella Senatore
che inaugura il 28 ottobre 2021 a Pontives 8, Ortisei, Bolzano
La Galleria Doris Ghetta inaugura The Missing Majority con una selezione di lavori di Mercedes Azpilicueta (Argentina, 1981), Aron Demetz (Italia, 1972), Margarethe Drexel (Austria, 1982), Arnold Holzknecht (Italia, 1960), Tonico Lemos Auad (Brasile, 1978) e Marinella Senatore (Italia, 1977) che inaugura nella sede di Ortisei a Pontives 8 con un opening soft dal 28 ottobre 2021 a sabato 30 ottobre 2021. La mostra sarà visitabile fino al 14 gennaio 2022.
In The Missing Majority le artiste e gli artisti riflettono su quei saperi condivisi connessi al mondo vegetale e animale che si originano e si sviluppano all’interno di una comunità e del suo habitat, una rete di conoscenze anitche e moderne che riemergono nel nostro presente come un fiume carsico.
La “maggioranza assente” è l’espressione coniata dall’archeologa Linda Hurcombe per definire quel sistema di saperi connessi alla natura risalenti all’epoca preistorica che sono stati dimenticati dalla cosiddetta cultura alta, ma che sono strettamente correlati alle idee, alle identità e alle credenze di una comunità. Attraverso i lavori delle artiste e artisti, The Missing Majority esplora l’intreccio di saperi alternativi che, non trovando spazio nel discorso mainstream della cultura dominante, vengono trasmessi attraverso circuiti non tradizionali e arrivano a noi spesso in maniera frammentata e parziale. Riscoprire, rileggere e riappropriarsi di questi saperi significa interrogarsi su chi detiene il sapere e riaffermare il ruolo centrale di una conoscenza che è:
/radicata, perché connessa all’habitat e alla comunità in cui si sviluppa
/incarnata, perché presente nei corpi umani, vegetali e animali
/simbiotica, perché quando i corpi interagiscono contaminano i propri saperi
/in movimento, perché viene condivisa e trasmessa tra i corpi
I lavori dellɜ artistɜ coinvoltɜ in The Missing Majority esplorano diversi gradi della relazione tra l’umano e la natura e si interrogano sul modo in cui abitiamo uno spazio a differenti latitudini, costruiamo relazioni e interagiamo con un ecosistema infintamente più grande.
Per accedere alle mostre in galleria è necessario il Green Pass Covid-19.