Sophie Westerlind – L’Ultima Cena

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DIOCESANO DI FELTRE E BELLUNO
Via Paradiso 19, Belluno, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal venerdì alla domenica, 9.00/13.00 e 14.00/18.00

Vernissage
29/11/2019

ore 17

Contatti
Email: info@dolomiticontemporanee.net
Sito web: http://www.dolomiticontemporanee.net
Artisti
Sophie Westerlind
Curatori
Gianluca D’Incà Levis
Generi
arte contemporanea, personale

Sophie Westerlind con Dolomiti Contemporanee al Museo Diocesano di Belluno-Feltre, con una mostra personale incentrata su L’Ultima Cena di Tintoretto.

Comunicato stampa

Una significativa collaborazione viene avviata tra Dolomiti Contemporanee, Laboratorio d’arti visive in Ambiente, e il Museo Diocesano di Arte Sacra di Feltre e Belluno, che ospita una serie di straordinari capolavori di pittura, scultura (tra cui opere di Tintoretto, Luca Giordano e Andrea Brustolon) e oreficeria provenienti dai territori delle Diocesi di Feltre e Belluno, in un percorso dal Medioevo al Rinascimento.

La mostra personale di Sophie Westerlind (Stoccolma 1985), curata da Gianluca D’Incà Levis, in collaborazione con Monsignor Giacomo Mazzorana e Tiziana Conte, rispettivamente direttore e conservatrice del Museo, viene nell'anno della celebrazione dei cinquecento anni dalla nascita di Tintoretto.
L'interazione tra la pittura furiosa del Robusti e lo stile espressionista, dal forte impatto emotivo, della giovane artista svedese, si compie nelle sale dell'antico palazzo vescovile di Feltre già dedicate al contemporaneo.

Il dialogo con il maestro del Rinascimento inizia per Westerlind nel 2017, a Venezia, con lo studio dei dipinti di Palazzo Ducale, San Rocco, San Trovaso.

Il lavoro di Westerlind -la continua ricerca della costruzione delle forme- inizia qui con il disegno dal vero, che le consente di indagare lo spazio pittorico tramite la variazione del segno, ponendo la base per la successiva reinterpretazione pittorica in studio.

Una produzione, quella dedicata a Tintoretto, che comprende ad oggi una trentina di quadri, un centinaio di disegni, diversi gruppi scultorei in terracotta.

La coinvolgente drammaticità accordata dal maestro alle figure attraverso il movimento, è elemento centrale. Come potrebbe la pittura di Westerlind, pittura di slancio e visione, intuitiva e immediata, non trovar qui consonanza, e un riferimento fondamentale?

In quest'occasione, l'artista ha dapprima lavorato col disegno dal vero su L'Ultima Cena di San Polo, della quale una copia, con la sola scena centrale della composizione originale (La Comunione degli Apostoli), è conservata proprio al Diocesano.

L'esplorazione del linguaggio e dell'espressività del corpo umano, nel rapporto dinamico e compositivo tra le masse vigorose e i cromatismi contrastati, è al centro di questo saggio, incentrato sulla scena del pasto condiviso, che si articola tra pittura, disegno, scultura.

Sophie Westerlind ha iniziato il suo percorso artistico a Londra nel 2007, conseguendo un BA presso la Central Saint Martins’ (2011), e proseguendo gli studi al Royal College of Art (MA 2013).
Nel 2018 si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Venezia.

La ricerca su Tintoretto e Tiziano Vecellio è iniziata nel 2017.
Nel 2019, ha affrontato Tiziano nella collettiva Altri Dardi al Forte di Monte Ricco (Pieve di Cadore, Bl), nella sezione dedicata a Tiziano Contemporaneo.
Nel 2019, ha lavorato anche sull'architettura del paesaggio di Edoardo Gellner a Corte di Cadore, in Progettoborca.
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Abbiamo scritto un anno fa, dopo la prima nostra visita al Museo Diocesano di Feltre, a seguito dell’importante ampliamento e restauro effettuato grazie a Fondazione Cariverona (della rigenerazione e del rilancio del patrimonio si occupa Dolomiti Contemporanee, anche):
[…] “Pensiamo al contemporaneo, come vettore, spazio dell’interazione culturale, pratica critica e rimescolatrice, dei temi e delle epoche, nella cura vivificante, nello sguardo dell’artista vivo che perfora le teche, ravvivandone i contenuti, sui quali sempre è indispensabile lavorare.
Il contemporaneo è un metodo plastico della collaborazione culturale: collaborazione tra le cose e le essenze; tra lo Spazio (concettuale, culturale) e gli spazi (fisici); tra gli spazi e l’Eredità […].

Ecco il senso di questa collaborazione: le politiche di gestione dei Musei, come anche la valorizzazione del patrimonio culturale, storico e artistico, si attuano attraverso la ricerca. Il contemporaneo è metodo e strumento della ricerca sul campo: è pratica d’attenzione presente.