Sorolla’s gardens

Informazioni Evento

Luogo
MLB - MARIA LIVIA BRUNELLI HOME GALLERY
corso ercole I d'este, 3 ferrara, Ferrara, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/06/2012

ore 18

Artisti
Stefano Scheda, Hiroyuki Masuyama
Generi
fotografia, arte contemporanea, personale

Una doppia personale, curata dal noto curatore internazionale Peter Weiermair e realizzata in collaborazione con Studio La Città di Verona, che vede coinvolti il giapponese Hiroyuki Masuyama e il bolognese Stefano Scheda sul tema dei “giardini di luce”. Un tema affrontato dai due artisti in maniera diversa ma con incredibili, sottili analogie legate al concetto di tempo, di memento mori, di stagionalità, di luce intesa come luminosità specchiante o insita all’interno dell’oggetto artistico.

Comunicato stampa

Spettacolari ciliegi in fiore illuminati, un trionfo di elementi vegetali variopinti. E’ un messaggio di speranza verso le terra quello che sta alla base della nuova mostra che inaugura venerdì alle 18 alla MLB Maria Livia Brunelli home gallery di Ferrara (Corso Ercole I d’Este 3). Una mostra che si è deciso di non rimandare per contribuire a dare un piccolo segno di speranza e rinascita a un territorio che si sta dimostrando così attivo nella ripresa da questa sciagura. Si tratta di un affascinante progetto espositivo nato da una riflessione sulla mostra di Joaquín Sorolla al Palazzo dei Diamanti, che si trova a pochi passi dalla casa-galleria di Maria Livia Brunelli, ospitata in due grandi saloni rinascimentali. Una doppia personale, curata dal noto curatore internazionale Peter Weiermair e realizzata in collaborazione con Studio La Città di Verona, che vede coinvolti il giapponese Hiroyuki Masuyama e il bolognese Stefano Scheda sul tema dei “giardini di luce”. Un tema affrontato dai due artisti in maniera diversa ma con incredibili, sottili analogie legate al concetto di tempo, di memento mori, di stagionalità, di luce intesa come luminosità specchiante o insita all’interno dell’oggetto artistico.

Hiroyuki Masuyama, che già gli affezionati della galleria conoscono per i lavori su Turner esposti qualche anno fa, ha realizzato spettacolari light boxes frutto di una sovrapposizione di centinaia di fotografie digitali, un lavoro di grande meticolosità ispirato alle stagioni della natura e al trascorrere del tempo su di esse (ha fotografo lo stesso luogo per un’intera stagione ogni giorno per poi sovrapporre digitalmente tutte le immagini). Come scrive Luigi Meneghelli, “se Masuyama deve documentare l'immagine di un parco ce ne fornisce una veduta a 360 gradi, spostando la macchina da presa di un grado al giorno (o all'ora), riuscendo a rendere presenti simultaneamente tutti i possibili punti di vista e tutte le possibili variazioni di stagione (o dei momenti della giornata). Non si danno più spazi separati di passato, presente e futuro, ma solo fatti diversi raccolti nel medesimo momento. La stessa memoria che per Roland Barthes è riferita a qualcosa di trascorso ("io non credo alle foto vive") in Masuyama diventa invece forza attiva, una dimensione temporale che non interrompe il suo divenire. Essa non è mai un dato che viene dopo ciò che è avvenuto, ma è in gioco nel momento stesso in cui si scattano una o più foto. Eppure la realtà che egli riprende è sempre riconoscibile, quotidiana, se non addirittura banale (prati, monti, nuvole)”.

Stefano Scheda invece ha fotografato un vecchio casolare di campagna abbandonato e ricoperto di una rigogliosa vegetazione inserendo degli specchi nelle finestre vuote, come se fossero aria; specchi che riflettono quindi ciò che si trova alle spalle dell’osservatore (un gioco alla Velásquez). L’artista ha poi ripetuto questa operazione nelle quattro stagioni dell’anno. Le case di Scheda mostrano quindi finestre e porte che sono specchi in cui si riflette tutto quello che c’è di fronte, con i relativi cambiamenti di paesaggio stagionali. Dimore ovviamente sbarrate, in cui abitano soltanto immagini, metafore dell’esserci, alle quale accostarsi con prudenza. Perché si vede se stessi, forme transeunti, che passano e scompaiono. Semplici case su cui Scheda realizza delle opere-performance-installazioni, creando una dialettica tra la realtà della foto e l’ illusione che produce lo specchio: un dialogo fra il vero e il falso. Un doppio sguardo sul mondo.

Ad accompagnare le foto c’è anche una installazione ambientale in cui da mobili e sedie escono germogli vegetali, come a riappropriarsi della natura originaria: mobilio che sarà parte dell’arredo già esistente nella camera da letto della casa-galleria di Maria Livia Brunelli, ad interazione di una visione che vuole proiettarsi verso l’esterno. Non a caso la mostra prosegue anche all’esterno della galleria, attraverso uno spiazzante intervento artistico in un’area verde di grande fascino della città, l’Associazione Terraviva (dove un’installazione realizzata ad hoc revoca l’intimità domestica della home gallery). La mostra è visitabile con ingresso e visite guidate gratuite ogni sabato e domenica dalle 15 alle 19, fino al 23 settembre (per info e conferma della presenza all’inaugurazione: [email protected]; 346 7953757). E’ disponibile anche un catalogo, con un testo di Peter Weiermair, i cui proventi delle vendite saranno destinati a favore dei terremotati dell’Emilia.