SOS
Richieste di aiuto spesso inascoltate, quella umanitaria e quella abitativa, sono le idee di fondo di questi due progetti personali che dialogano fra loro e che prendono il nome di SOS, progetto presentato su due livelli negli spazi di Marsaladue, cantina e Project Room. In collaborazione con Shazar Gallery (Napoli).
Comunicato stampa
Richieste di aiuto spesso inascoltate, quella umanitaria e quella
abitativa, sono le idee di fondo di questi due progetti personali che
dialogano fra loro e che prendono il nome di SOS, progetto presentato su
due livelli negli spazi di Marsaladue, cantina e Project Room.
Una riflessione su quelle che ormai denominiamo continue emergenze, un
paradosso visto l' uso improrio del termine 'emergenza', che si
definirebbe solo per circostanze impreviste.
La condizione dei migranti, affrontata da G. De Angelis, che sono alla
ricerca di una salvezza o semplicemente di un futuro migliore, è simile
come concetto, anche se non per gravità, alla prerogativa dei giovani
europei che vivono a modo loro un nomadismo volto alla ricerca di una
opportunità reale.
Paul Ricoeur ricordava come fosse 'terribilmente facile tornare
barbari',il nostro sguardo infatti ormai quasi disumanizzato ci
impedisce di dare a questi fenomeni il giusto valore. Quella
Common-sense morality, come la chiamerebbe Igmar Persson, quella miopia
morale, che ci ha portati ad una desensibilizzazione alle notizie
riguardanti fatti magari distanti da noi, rappresenta il vero ostacolo
per una sensibilizzazione collettiva.
In queste termini l'opera di Chiara Mecenero rimanda invece a una
questione sicuramente più vicina alle nostre esperienze, quella della
precarietà abitativa, a volte vista come una opportunità ma che spesso
costituisce una fragilità. La casa rappresenta sempre un luogo di
arrivo, di approdo. Se il mare è il luogo del transito, dell'azione, la
casa è il luogo dello "stare".
Due concetti che si fondono emblematicamente nelle parole
dell'architetto e docente Peppe Maisto quando racconta la sua
definizione di approdo: "E' il luogo dove si materializzano le memorie
di terre lontane ,[...] è l'architettura leggera, generata dalla stabile
calma della terraferma e la fluttuante forza del mare; strutture che si
decompongono; architetture che non durano oltre il tempo di una
stagione, ma che si riproducono ogni volta sempre uguali e sempre
diverse. L'approdo è la scala, la misura tra il lontano, e il vicino".
“SAVE OUR SOULS” di Gianfranco De Angelis Aka 8Ki (Napoli, 1974) è
un’installazione composta da 119 acquerelli su carta cotone, dove vi è
impressa con un leggero incavo la sigla “SOS”. Questo lavoro dedicato al
Mediterraneo vuole dare due letture: la prima di natura visiva che si
coglie da lontano, apprezzando una piacevole suggestione marina data
dalle molteplici sfumature regalate dall’acqerello; la seconda invece è
di natura riflessiva, perchè solo quando ci si avvicina all’opera si
evince di quante richieste di aiuto è pregno il nostro mare.
CASADICASE, scultura in legno di Chiara Mecenero (Varese,1998) è il
tentativo di ricostruire un'unità abitativa realizzata mediante la
sovrapposizione delle varie case in cui l'artista ha vissuto. Il
fondamento della struttura è la casa di famiglia e su cui sono costruiti
gli altri spazi domestici. Concepita come un work in progress,
CASADICASE è in continuo divenire: pur assumendo forme diverse, richiama
alla mente l'immagine di un totem o di una torre di Babele che si
sviluppa verticalmente e conta il passare del tempo attraverso lo
spostamento nello spazio. L’opera è in continua costruzione finché
l’artista continuerà a cambiare casa, ed è realizzata con materiali
scelti in base all’esperienza di vita dell'artista in quel momento.