Sos amigos artistas
I maggiori artisti di Sardegna, celebrati nei versi di Montanaru, si ritrovano a Olzai, nella Casa Museo Carmelo Floris, in occasione della mostra “Sos amigos artistas” che aprirà i battenti durante la 23° edizione di Autunno in Barbagia – Cortes Apertas.
Comunicato stampa
“A sos amigos artistas”
E benin sos amigos ch’hapo tentu,
sos mazzores artistas sardignolos
chi de sa fama pesadu han sos bolos
altos che abilastru in Gennargentu.
Montanaru
Sabato 17 novembre 2018, alle ore 11, i maggiori artisti di Sardegna, celebrati nei versi di Montanaru, si ritrovano a Olzai, nella Casa Museo Carmelo Floris, in occasione della mostra “Sos amigos artistas” che aprirà i battenti durante la 23° edizione di Autunno in Barbagia – Cortes Apertas.
La mostra, curata dalla direttrice del museo, Marzia Marino, diventa occasione per un racconto che attraverso l’arte dei grandi maestri ci svela storie di uomini, di amicizia e di quei paesaggi antichi, potenti e silenziosi che tanto hanno affascinato e affascinano i viaggiatori di tutti i tempi.
L’idea della mostra, infatti, nasce dalla documentata amicizia tra il pittore Carmelo Floris e il poeta desulese Antioco Casula, “Montanaru”, che a Carmelo Floris e agli altri suoi amici artisti dedicò la lirica “A sos amigos artistas”.
Francesco Ciusa, Giuseppe Biasi, Remo Branca, Cesare Cabras, Mario Delitala, Stanis Dessy, Filippo Figari, Giambattista Rossino e, chiaramente, Carmelo Floris, tutti, tranne Stanis Dessy, varcarono la porta della casa di Montanaru a Desulo e furono suoi ospiti. Di loro il poeta, dimostrando una non comune sensibilità, volle segnare, in rime fugaci, le caratteristiche dell’arte e le impressioni che ne conservava.
In mostra 47 opere, tra dipinti, piccole sculture e opere grafiche, tutte provenienti da collezioni private, si succedono a loro agio nelle sale della casa Museo, seguendo il ritmo dei versi del poeta desulese. l visitatore a immaginare la vita di Carmelo Mereu in quella casa di pietra nel paese di pietra arroccato nella Barbagia più autentica.
Ad affascinare il visitatore fin dall’uscio della Casa Museo, arroccato nelle montagne della Barbagia più autentica, sarà l’atmosfera di vissuto che ancora si respira lì dove visse l’artista olzaese.
Ad introdurre il percorso espositivo, è proprio il poeta, nell’intenso ritratto, dipinto da Carmelo Floris, durante uno dei numerosi incontri, che videro i due confrontarsi sui temi prediletti: le tradizioni, gli uomini, i paesaggi di Sardegna.
Usi e costumi che Francesco Ciusa celebra con gli accenti aggraziati di gusto déco della sua produzione ceramica, rintracciabili nelle due maternità in mostra che del costume di Desulo esaltano le linee geometriche.
Nei suoi versi Montanaru esalta i colori dei “quadri immortali” di Filippo Figari, gli stessi con i quali l’artista dipinge il Ritratto del fratello Giuseppe, in cui la pennellata divisa, obliqua e filamentosa, è capace di catturare la luce e costruire saldamente spazio e figura.
Montanaru ricorda le processioni incise da Carmelo Floris e dipinte da Giuseppe Biasi. Esemplare quella in mostra, realizzata da Biasi nel 1943, che con la sintesi delle forme riesce a suggerire il lento incedere, il movimento fisico e l’andamento psicologico del mesto corteo.
“Rocce desolate” quelle di Mario Delitala che ricorrono ancora negli anni Settanta, come si vede in Nuraghe mannu, ora però con un colore libero da ogni costrizione di linea e di prospettiva. A queste si affiancano “le cime deserte e le campagne bruciate” dei paesaggi di Remo Branca, le “semplici visioni” di Cesare Cabras, il segno nervoso di Stanis Dessy, i ritratti di gusto prettamente italiano di Giovanni Battista Rossino, a comporre una mostra che, nel segno dell’amicizia, ricostruisce un mosaico efficace dell’arte sarda del Novecento e al contempo parla dei valori umani e dell’autenticità di un popolo e dei luoghi che abita.
In occasione della inaugurazione, Gianluca Medas della compagnia “Figli d’Arte Medas” interpreterà i versi di alcune poesie di Antioco Casula,il “Montanaru”.