Sospesi nel tempo
Un omaggio a Pier Paolo Pasolini con i ritratti di Dino Pedriali e di Gian Marco Montesano. L’esposizione ha come obiettivo il tentativo di instaurare un dialogo tra i due Poeti, in modo da rendere eterno, infinito e presente, il loro pensiero.
Comunicato stampa
Dopo l’inaugurazione con la presenza del regista Mario Martone nella giornata dedicata all’anteprima del film “Il Giovane Favoloso”, IDILL’IO, lo spazio di arte contemporanea aperto da Pio Monti a Recanati situato nella Piazza proprio di fronte al monumento di Giacomo Leopardi, presenta “Sospesi nel Tempo”, un omaggio a Pier Paolo Pasolini con i ritratti di Dino Pedriali e di Gian Marco Montesano. L’esposizione ha come obiettivo il tentativo di instaurare un dialogo tra i due Poeti, in modo da rendere eterno, infinito e presente, il loro pensiero. Pedriali è il fotografo che ha messo a nudo Pasolini in tutti i sensi con scatti diventati icone per intensità e naturalezza, e che ha “conservato” il corpo intatto. Mentre la stampa del disegno a matita di Gian Marco Montesano, parte della narrazione “Cinema Italia”, mostra un monumentale Pasolini in tutta la sua statura di intellettuale. Il bianco e nero delle opere affronta in stile cinematografico un’inedita e appassionante sceneggiatura, così come è stato per i registi Martone e Ferrara, ispirati dalle due grandi figure. Nei loro film presenti al 71° Festival di Venezia, la dimensione “corporale” dei due Poeti diventa essenziale per avvicinarsi alla loro poesia.
In IDILL’IO Leopardi e Pasolini stanno uno di fronte all’altro, mentre un orologio sospeso in mezzo alla stanza, con la sola lancetta dei secondi, segna visivamente lo scorrere del tempo senza tempo. Molte sono le analogie, iniziando dal loro essere liberi, anticonformisti e fuori da ogni coro. Pio Monti, il gallerista che ha concepito la mostra, è la chiave d’attivazione del meccanismo concettuale su cui impostare le nostre riflessioni mentre il tempo scandisce la dimensione incalcolabile, inesauribile, interminabile della poesia, dell’arte e dei Poeti stessi. Noi spettatori, nell’immaginare un ponte di parole in movimento che unisce l’immagine di Leopardi con i ritratti di Pasolini, veniamo catturati dal vortice di energia poetica nata dal silenzio da cui scaturisce la condizione di affinità, in perpetua connessione.