Sossella | Artusio | Fortini
Nuove mostre personali di Ivano Sossella, Gabriele Artusio, Francesco Fortini.
Comunicato stampa
Ivano Sossella è nato a Genova nel 1963. Con l'ascesa del Neoconcettualismo degli anni '90 riceve il plauso di importanti critici d'arte e galleristi. Nel 1992 partecipa a Documenta a Kassel; nel 1993 Achille Bonito Oliva lo invita alla sezione "Aperto" della Biennale di Venezia. Espone anche all'estero, soprattutto in Francia e in Germania, paese in cui soggiorna a lungo.
Volano parole, fiori d'acqua e bandiere nello spazio di Five Gallery, dove l'azione espressiva di Sossella opera in funzione di un intervento espositivo dedicato all'assenza o meglio alla presunzione di inesistente, scoprendo in esso una ricca materia.
Gabriele Artusio è nato a Ciriè nel 1996. Vive e lavora a Volpiano (Torino).
Ogni carta di Gabriele Artusio racchiude Gli "sguardi" di Ines e tutto il suo mondo, tutti i minuti che le sono stati dedicati in questi ultimi cinque anni e che non sembrano arrestarsi ma, al contrario, allungarsi verso le nuove geografie del pensiero di un artista in costante crescita. Di Ines riceviamo da Artusio ogni notizia, tutti i suoi viaggi e le città visitate, scoprendo quanto la sua bellezza sia pura "joie de vivre". Una spensieratezza tanto completa e avvolgente da permetterle di superare ogni difficoltà e di vivere pienamente con se stessa.
Francesco Fortini è nato ad Aachen, in Germania, nel 1979, vive e lavora tra Lugano e Budapest.
La dimensione creativa di Fortini predilige l'estensione dei grandi formati. Ingrandire e sviluppare, ma anche la ripetizione e l'insistenza - memoria dei suoi interessi per il Liberty e la decorazione floreale delle carte da parati - rappresentano il processo con cui quest'ultimo lavoro è nato. Lo esponiamo in Five Gallery insieme ad una collezione di accurati studi preparatori e di rilettura. La predilezione per i verdi anche in questo caso, come in passato, ha il compito di "fare da fondo" esattamente come avveniva nella tradizione decorativa di fine Ottocento, così che l'immagine del "mostro" possa dilatare e distendere, attraverso le accensioni del rosso, del giallo e dell'azzurro, le sue spire nello spazio acquatico. La spettacolarità del grande formato suggerisce una nuova e originale relazione con il patrimonio dell'arte che congiunge i cicli d'affresco medievali, dedicati alle mostruosità infernali, alle estese coreografie barocche e da queste alla dimensione visionaria - da "Tritoni e Nereide" del 1874 alle "Sirene" del 1887 - di Arnold Bocklin.