So/stare
Culmine di un percorso pratico-teorico che ha coinvolto gli studenti delle Accademie di Belle Arti di Brera, Brescia e Venezia sotto la guida dello stesso Salvadori. Il concetto del So/stare è stato inteso dall’artista come un «io-so-stare in un punto per un dato tempo: questa è stata la domanda! So/stare per nutrirsi d’impressioni, per leggere-guardare-vedere, per concentrarsi sullo sguardo e sull’ascolto.
Comunicato stampa
A maggio sono trascorsi dieci anni da Il cantiere Remo Salvadori, Palazzo Chigi, San Quirico d’Orcia, Siena, opera conclusiva di un laboratorio dove il sapere è stato trasmesso direttamente, dall'artista/maestro agli artisti/allievi, attraverso la condivisione del fare. Testimone di quell’esperienza è l’omonimo libro-catalogo del 2004 (Edizioni TRA ART Contemporanea, Rete Regionale Toscana e C.ARTE, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato). Le modalità, le domande e le felici coincidenze di quell’evento si ritrovano anche nel progetto So/stare, culmine di un percorso pratico-teorico che ha coinvolto gli studenti delle Accademie di Belle Arti di Brera, Brescia e Venezia sotto la guida dello stesso Salvadori. Il concetto del So/stare è stato inteso dall’artista come un «io-so-stare in un punto per un dato tempo: questa è stata la domanda! So/stare per nutrirsi d’impressioni, per leggere-guardare-vedere, per concentrarsi sullo sguardo e sull’ascolto. Nessuno può so/stare per gli altri. Non si sfugge al so/stare se è scoperto, non si dimentica ma si può smarrire; ci sono momenti di nebbia dove il so/stare ricompone il passo e la presenza! So/stare è gioco, è sorriso, è una pratica».
Esponente della generazione successiva a quella dell'Arte Povera e della stagione Concettuale, Remo Salvadori ha incentrato il proprio percorso artistico e di docente sull’attenta riflessione di ciò che ci circonda, alla ricerca dell’armonia e della relazione con la realtà. Negli ultimi tre anni l’artista ha lavorato con gli studenti sull’idea di sosta e di incontro in relazione all’Isola Comacina, territorio donato nel 1920 da Alberto I del Belgio allo Stato italiano e affidato all’Accademia di Belle Arti di Brera affinché lo destinasse a scopi archeologici e artistici. Lo scorso anno ne è nata una pubblicazione (Isola Isole Insulae, edizioni Johan&Levi) che ha coniugato il progetto didattico con il lavoro artistico, esperienza che ora esce dalle pagine del libro per materializzarsi in una forma rinnovata, con nuovi intenti e inediti linguaggi all’interno del MAC di Lissone.
Elio Talarico, Assessore alla Cultura di Lissone, sottolinea l’importanza del progetto So/stare all'interno della programmazione di Libritudine, il tradizionale festival del libro che la città promuove ormai da un quinquennio, proprio perché «è un modo insolito e curioso di mettere in relazione arte e letteratura, connubio che nasce intorno alla parola "isola" su cui sono stati chiamati a riflettere autori di diverse discipline e studenti delle Accademie di Belle Arti di Brera, Brescia e Venezia. Queste riflessioni, già raccolte in un libro, diventano ora lo spunto per un approfondimento presso il MAC di Lissone e l'Isola Comacina, nel lago di Como. È la prima volta che si mettono in relazione due degli ambiti culturali d'eccezione della nostra città, la Biblioteca Civica e il Museo d'Arte Contemporanea, ed è affascinante la relazione tra il festival Libritudine e la parola "isola", in quanto ci rimanda all'azione solitaria della lettura e all'importanza di So/stare per meditare su noi stessi e sulla nostra dimensione».
Nei mesi scorsi sono stati organizzati dei tavoli rotondi, di discussione intorno alle problematiche connesse al concetto del So/stare, scandito e percepito come una normale azione del fare, oltre che del vivere. Gli incontri, svolti a porte aperte, si sono conclusi con la selezione di una trentina di studenti, i quali hanno aderito in forma individuale o collettiva, ricorrendo a tutte le tecniche artistiche e a tutti i media tecnologici. È stato inoltre possibile prender parte al progetto non soltanto con un’opera ma offrendo le proprie capacità a fini divulgativi, di scambio e di collaborazione con gli altri. Non a caso, nell’allestimento sono stati presi in considerazione anche i documenti, i testi, le immagini e le ricerche prodotte durante le fasi pregresse della mostra. La selezione degli studenti e dei loro interventi è servita a fare il punto con se stessi, con la necessitá di catalizzare energie, concetti e forme secondo una pratica della relazione – con gli spazi espositivi, le persone e le opere.
Franz Kafka diceva che «esiste un punto d’arrivo, ma nessuna via. Ciò che chiamiamo via non è che la nostra esitazione». Sussiste un’evidente assonanza tra le parole “esitare” ed “esistere”, ma l’esitazione (al contrario dell’erranza) ci costringe a indugiare, quindi a re/stare, a so/stare in un punto di partenza che potrebbe coincidere con quello dell’arrivo. Kafka sosteneva che non esiste «nessuna via» precostituita, percorribile a priori, perché la via deve essere un’esperienza individuale, singolare, privata. Il museo non è certamente un punto d’arrivo ma una tappa tra le altre, tra le tante. Più verosimilmente: il museo deve essere un punto d’incontro e confronto, un organismo vivo e vitale con cui instaurare un dialogo, uno scambio alla pari, che favorisca la “pratica” di essere-museo noi stessi. Ad ogni studente corrisponde infatti un punto di [r]accordo, sia con la struttura museale sia con le persone in ivi coinvolte, un punto focale – ossia di messa a fuoco del proprio hic et nunc – per ragionare sull’idea del so/stare. In quest’ottica, il progetto ospitato al MAC non vuole limitarsi ad allestire una mostra, intende semmai darsi come evento, e come eventualità, possibile, plausibile, plurima.
Il progetto sarà suddiviso in due momenti essenziali: l’inaugurazione al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (23 giugno) e l’esperienza sull’Isola Comacina (27 giugno) a cui tutti possono partecipare scegliendo un punto che chiami al risveglio la nostra presenza. Nel corso dell’esposizione sono inoltre previsti degli incontri in cui filosofi e letterati offriranno la loro visione di “isola” e di “sosta” attorno a un tavolo esagonale che Remo Salvadori ha realizzato in collaborazione con l’Accademia di Brera.
Artisti: Nicole Bacchiega, Susanna Janina Baumgartner e Massimiliano Cecchetto, Antonio Cavadini, Claudio Corfone, Cel Crabeels, Gianni Di Rosa, Armida Gandini, Valentina Lara Garbagnati, Daniele Geminiani, Giovanni Hanninen, Marco Andrea Magni, Dario Sbrana, Philippe Van Damme, Massimiliano Verdesca, Virginia Zanetti e Jaya Cozzani che ha coordinato il progetto.