Sotto la Stanza – Cristallo Odescalchi
Prima mostra personale dell’artista Cristallo Odescalchi.
Comunicato stampa
BICROMIA.
SPAZIO.
RELAZIONE SPAZIO-CORPO.
RELAZIONE SPAZIO-ESSERE.
Una rimozione psicologica inquietante prodotta da una simbologia ricorrente. Un interrogativo sulle proporzioni fisiche dell'essere umano in un contesto spaziale astratto.
Le opere di Cristallo provocano, in chi le osserva, sensazioni dai forti contrasti. Questa opposizione nasce proprio dalla dicotomia tra il luogo, dove queste sono state concepite: Roma, e lo spazio a cui fanno riferimento, il mondo interno dell’artista che è, paradossalmente, sempre una sua Roma!
Egli parte dall'architettura, se ne distacca, ne concepisce un’altra, evanescente, come fuga dall’imperturbabilità che caratterizza il senso di eterno proprio della città. Cristallo parla quindi di uno spazio etereo all’interno del quale l’importanza non è data dai singoli elementi che lo compongono ma dalla relazione fra di essi, dalla loro prossemica, sempre cangiante.
Nelle sue opere, si intuisce subito una ricerca sulla percezione intima e profonda. Il lavoro sulla tela è estremizzato e drastico perché si possa raggiungere una moltiplicazione spaziale al livello mentale. Talvolta lo spazio fisico che ci circonda è ampio e isolato o congestionato ed opprimente, in qualche raro caso calibrato.
Il gesto stesso sulla tela, apparentemente casuale, nasconde una grande meticolosità e controllo su elementi astratti e simboli che azionano un meccanismo fatto di movimenti calcolati e azioni impetuose. A volte ci muoviamo con cautela, prima un piede poi l’altro, in altri casi, invece, agiamo d’impulso e si cade. Il soggetto, l'essere che deambula in questi spazi astratti è un umano indefinito, una figura per certi versi mitica, sicuramente atemporale.
Il lavoro di Cristallo, rigorosamente in bianco e nero, si inserisce nella sfera dell’archetipico, della radicalità manichea, dove lo spazio, fisico o spirituale che sia, è un terreno di scontro fra il soggettivo e il simbolico, fra l’espressione interiore e il linguaggio universale.
“L'architettura è cultuale, è impronta, simbolo, segno, espressione.
L'architettura è controllo del calore corporeo - riparo protettivo.
L'architettura è determinazione - istituzione - di spazio, ambiente.
L'architettura è la condizione di uno stato psicologico.”
Hans Hollein, Everything is Architecture, 1968.
Queste parole rispecchiano l’immaginario di Cristallo, la sua tecnica, gli argomenti che porta in mostra. Radicale è la scelta di usare Paint, un ancestrale strumento di disegno digitale, che oggi si potrebbe considerare obsoleto. Retaggio generazionale dell’artista, la mostra è un’ode agli anni ’90, periodo nel quale egli trovava in questo programma una fuga dalla noia della realtà che lo circondava. Oggi questo è lo strumento con il quale si esprime inventando la sua realtà.
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