Søvnrykk – Nordic Perspectives

Una visione affascinante dell’arte contemporanea norvegese, mettendo in dialogo le opere di cinque artisti dai linguaggi visivi e sensibilità diverse, ma accomunati dall’interesse per temi universali come identità, ambiente, spiritualità e tecnologia.
Comunicato stampa
A PICK GALLERY è lieta di presentare Søvnrykk - Nordic Perspectives, collettiva con opere di Arild Horvei Instanes (Bergen, Norvegia, 1990), Søren Krag (Silkeborg, Danimarca, 1987), Bjørn Mortensen (Bergen, Norvegia, 1977), Anthony Charles Morton (Sud Africa, 1992) e Manuel Portioli (Reggio Emilia, 1987).
Søvnrykk - Nordic Perspectives offre una visione affascinante dell’arte contemporanea norvegese, mettendo in dialogo le opere di cinque artisti dai linguaggi visivi e sensibilità diverse, ma accomunati dall’interesse per temi universali come identità, ambiente, spiritualità e tecnologia. Questa collettiva crea un terreno di interazione, tensione e arricchimento reciproco, dando vita a un percorso espositivo che intreccia punti di contatto e differenze. Tra i punti di convergenza, emerge una comune riflessione sul rapporto tra materiale e immateriale, che molti degli artisti esplorano con sensibilità diverse ma complementari. Ad esempio, Søren Krag e Antony Charles Morton, seppur con linguaggi distinti, condividono una ricerca sulla spiritualità: Krag combina tecnologia e immaginario sacro, richiamando simboli religiosi attraverso il mezzo digitale, mentre Morton, con un approccio astratto e teorico, costruisce spazi meditativi che invitano alla contemplazione interiore. Entrambi riflettono dunque su dimensioni spirituali, ma lo fanno in modi che riflettono le loro inclinazioni: Krag con un’estetica lo-fi legata al digitale e Morton con la fisicità della pittura e il simbolismo astratto.
Un altro tema che unisce gli artisti è quello dell’ambiente. Krag e Bjørn Mortensen, in particolare, propongono letture diverse del rapporto tra arte e sostenibilità. Krag si confronta con il problema della plastica attraverso l’uso simbolico dei Lego, richiamando l’impatto ecologico di questo materiale, mentre Mortensen opta per un approccio più materico, lavorando direttamente l’argilla in un modo che richiama un legame ancestrale con la terra.
Manuel Portioli, dal canto suo, esplora il rapporto sensoriale con l’ambiente attraverso l’astrazione, invitando l’osservatore a una riflessione percettiva che non si limita a rappresentare la natura, ma vuole coinvolgere emotivamente chi guarda.
Le divergenze all’interno del gruppo emergono chiaramente nelle tecniche e nelle influenze culturali. Arild Horvei Instanes, ad esempio, sviluppa una “pittura estesa” che utilizza l’aerografo su tessuti, superando la bidimensionalità e creando un dialogo visivo che mira a coinvolgere direttamente il pubblico. Di contro, Morton si concentra su una pittura teorica e filosofica, richiamandosi all’astrazione di Miró e Bess per costruire narrazioni simboliche. La street art e la cultura pop caratterizzano invece il linguaggio di Portioli, che, unico italiano del gruppo, aggiunge una nota di espressività urbana e provocatoria al progetto, differenziandosi dal minimalismo spirituale di Krag e dalla ruvidità formale di Mortensen.
Le specificità culturali contribuiscono inoltre ad arricchire ulteriormente il progetto. Krag porta il suo background danese attraverso un’estetica che combina immagini sacre e tecnologia, arricchendo l’immaginario della collettiva con elementi di iconoclastia cristiana e geometrie islamiche. Morton, con radici sudafricane e influenze giapponesi, introduce una complessità teorica che si traduce in un profondo legame tra arte e filosofia. Portioli aggiunge invece un contributo marcatamente italiano e mediterraneo, caratterizzato da colori intensi e un’estetica ispirata alla street culture, in netto contrasto con l’essenzialità delle forme di Krag o la matericità organica delle opere di Mortensen.
In definitiva, Søvnrykk - Nordic Perspectives si presenta come un progetto eterogeneo che riesce a far dialogare artisti dai background e approcci differenti senza forzare una sintesi stilistica. La varietà delle tecniche, dei temi e delle influenze culturali rappresenta il punto di forza di questa collettiva, capace di promuovere l’arte norvegese in Italia e di stimolare una riflessione sui temi universali della spiritualità, dell’ambiente e dell’identità. Questa pluralità di prospettive, anziché frammentare il progetto, ne rafforza il valore, offrendo una proposta curatoriale ricca e polifonica, che apre a nuovi scenari di confronto e connessione tra mondi artistici apparentemente distanti.