Spazi separati
Si tratta di una mostra che intende mettere a confronto il lavoro di autori di formazione e frequentazioni disparate, ma proprio per questo con opere che possono offrire il destro a un dialogo sensato e a un confronto costruttivo.
Comunicato stampa
Sabato 20 ottobre, a partire dalle ore 19.30 si inaugura all’Art&Space della LUISI spa (via san Nicolò 4, a Trieste) la mostra “Spazi separati”, con le opere di Fabio Fonda, Maurizio Morassutti, Piero Torresella, Gloria Tronka, Marisa Ulcigrai. Si tratta di una mostra che intende mettere a confronto il lavoro di autori di formazione e frequentazioni disparate, ma proprio per questo con opere che possono offrire il destro a un dialogo sensato e a un confronto costruttivo.
Nelle opere di Fabio Fonda è tipico vivere il pennello digitale come una coperta del mondo, nel senso che tutto può diventare segno, assumendo su di sé la trasformazione grafica e coloristica del computer: elaborazioni che partono da vecchie opere o da immagini fotografiche scannerizzate, per arrivare alla gestualità libera, ampia ed espressiva sulla tavolozza digitale a ventuno pollici, quasi in un ritorno di fiamma per una formazione giovanile intrisa di opere in odore di Kandinsky e Pollock.
Maurizio Morassutti lavora, invece, nel solco di un’idea romantica dello spazio e del tempo. Il paesaggio (suo tema prediletto) viene quindi inteso non come spunto aneddotico, ma come descrizione di un sentimento, di una partecipazione all’immanenza evocativa della distanza e della dilatazione dello spazio. L’infinito, allora, nella sua pittura diviene non una linea teorica alla quale tendere, bensì un insieme di catene rocciose o di flutti marini, dei quali l’autore indaga i particolari, le sfumature, gli accostamenti cromatici, in una fusione di alto e basso di sopra e sotto, quasi che la stratificazione pittorica debba divenire una sorta di percorso iniziatico, un viaggio dello spirito e dentro lo spirito della natura.
Per Piero Toresella, in questi vent’anni il centro del pensiero estetico è stato occupato soprattutto dal dialogo difficile e aspro con l’esistenza: un diritto di esistere che dalla vita passa al linguaggio dell’arte: parola dopo parola, superando il dubbio e la fragilità, che sempre stanno annidate tra le pieghe della condizione umana e del suo significato. In questo senso, possiamo dire che Torresella, come pittore impegnato nella rappresentazione dell’irrapresentabile, avverte una forte affinità con la rivisitazione moderna dell’estetica sublime.
E ora Gloria Tronkar, giovane artista formatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, propone in questa mostra una serie di quadri di medie dimensioni, basati sull’osservazione di elementi fitomorfi presenti nel mondo reale, e che danno origine alla rappresentazione di strani organismi. Questi sono declinati in una sintesi cromatica conclusa all’interno dell’intreccio di linee curve, e che ci fanno pensare anche a elementi stilistici di ambito vagamente mitteleuropeo, alla Otto Wagner, tanto per capirci.
Infine (last but not least) Marisa Ulcigrai che si occupa di cinema e fotografia alternando la sua professione di fotografa a quella di docente. Fra i suoi reportage a sfondo sociale va ricordato il lavoro del 1991 a Coney Island (New York), dove ha analizzato, attraverso lo studio dei corpi e dei movimenti, il vissuto e le relazioni delle persone che popolano quelle spiagge. Nel 2008 è una delle fondatrici dell’associazione Fotografaredonna. In questa occasione l’autrice propone “Emozioni in moto” una sequenza di scatti fotografici legati alla luce, alla notte, al viaggio: le emozioni vissute da una persona che si lascia trasportare a bordo di una moto in corsa.
In conclusione possiamo dire di trovarci in presenza di cinque modalità narrative, ma anche di relazioni artistiche vissute come sperimentazione quotidiana.
La serata, che vedrà la partecipazione del critico Alessandra Vicari è stata organizzata con il concorso dell’Associazione Juliet in collaborazione con Mimexity, Photo Imago, Elisabetta Bacci, Michele Guida Conte e Adriano Perini.