Spazialismi
L’appuntamento estivo con la mostra di Farsettiarte a Cortina d’Ampezzo è dedicato ad alcuni artisti che hanno rivolto parte o tutta la loro produzione pittorica al tema dello Spazialismo, uno dei maggiori movimenti culturali italiani del secondo Novecento, di cui ricorre il settantesimo anniversario.
Comunicato stampa
L’appuntamento estivo con la mostra di Farsettiarte a Cortina d’Ampezzo è dedicato ad alcuni artisti che hanno rivolto parte o tutta la loro produzione pittorica al tema dello Spazialismo, uno dei maggiori movimenti culturali italiani del secondo Novecento, di cui ricorre il settantesimo anniversario.
Lo spazialismo
Nel 1946, a Buenos Aires, Lucio Fontana redige il “Manifesto Blanco”, in cui afferma l’importanza di un nuovo modo di concepire lo spazio. Un anno più tardi, a Milano, Lucio Fontana, Giorgio Kaisserlian, Beniamino Joppolo, Milena Milani e Antonino Tuillier firmano il primo Manifesto Spazialista. Da queste idee nacquero i “Concetti Spaziali”: incidendo la superficie monocroma dei suoi quadri con una serie di buchi o tagli, Fontana vuole superare i limiti bidimensionali della tela, per creare al tempo stesso uno spazio fisico e concettuale. Nel Manifesto Spazialista Fontana scrive: “È impossibile che l'uomo dalla tela, dal bronzo, dal gesso, dalla plastilina non passi alla pura immagine aerea, universale, sospesa, come fu impossibile che dalla grafite non passasse alla tela, al bronzo, al gesso, alla plastilina, senza per nulla negare la validità eterna delle immagini create attraverso grafite, bronzo, tela, gesso, plastilina”.
Gli artisti spazialisti
Negli anni seguenti vengono pubblicati altri sette Manifesti Spazialisti a cui aderiscono in misura maggiore o minore numerosi artisti ed intellettuali, come ad esempio Enrico Baj, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Enrico Castellani, Roberto Crippa, Gianni Dova, Tancredi Parmeggiani, Giuseppe Santomaso, Turi Simeti, Atanasio Soldati, Emilio Vedova e Luigi Veronesi. Il movimento non ha uno sviluppo omogeneo e univoco: dopo la morte di Fontana, nel 1968, ogni artista applica, adatta e modifica i suoi principi in maniera originale e personale, talvolta con esiti molto distanti l’uno dall’altro. Per alcuni di essi lo spazialismo è solo una tappa di un percorso creativo più complesso e vario; per altri è l’approccio definitivo ad una concezione estetica ed espressiva che li guida per tutta la vita. Come scrive Silvia Petrioli nel testo del catalogo, edito da Farsettiarte, “le poetiche dello Spazialismo pongono dunque lo spettatore dinnanzi ad uno scenario artistico molto vasto ed estremamente differenziato per la varietà ed autonomia dei linguaggi di coloro che vi hanno aderito, ma il senso di scavalcamento del limite, come conquista di uno spazio mentale ancor prima che reale, è la dinamica profonda ed univoca che ha alimentato l’epoca spaziale, consentendole di giungere al di là dei propri confini di contingenza storica e permettendole di riuscire ad indicare la strada anche agli artisti successivi”.
Milena Milani e Cortina
Il filo conduttore che spiega la presenza di questa mostra a Cortina d’Ampezzo è la figura di Milena Milani, che, come abbiamo visto, è una dei firmatari del primo Manifesto Spazialista. Scrittrice, giornalista e artista, Milena Milani nacque a Savona il 24 dicembre 1917 e morì sempre a Savona il 9 luglio 2013. La sua prima mostra personale ebbe luogo nel 1965 alla Galleria l’Argentario di Trento e al Circolo degli Artisti di Albissola Mare. Nel febbraio del 1972 la Galleria Farsetti di Cortina d’Ampezzo le dedicò un’esposizione personale, intitolata “Regarder”, con venti opere presentate in catalogo da Renzo Modesti del Carlino. In questa occasione Milena Milani lanciò l’idea di pubblicare una rivista innovativa che unisse arte e poesia. Fu creato un comitato formato da Renzo Menardi, sindaco di Cortina, il pittore Giuseppe Cesetti, Frediano Farsetti (finanziatore dell’impresa), Italico Mariotti de Il notiziario di Cortina, Giovanni Nuvoletti, Rodolfo Pappacena e Milena Milani. La rivista si chiamava “Il Richiamo. Arte e Poesia” ed il primo numero uscì nel luglio 1972. Negli anni seguenti Milena Milani soggiornò frequentemente a Cortina d’Ampezzo, dove fu un’instancabile animatrice culturale e collaborò assiduamente con la galleria Farsetti, in particolare per le mostre del giapponese Toyofuku, Alba Gonzales e Walter Morando, savonese come lei. Come ricorda Frediano Farsetti, “Milena Milani fino agli ultimi anni della sua lunga vita ha continuato a scrivere articoli e presentazioni su artisti per le mie mostre, per i giornali nazionali e locali, come Il notiziario di Cortina di Feliciana Mariottti, e fino ai suoi ultimi giorni scrisse per Cortina vacanze di Rosanna Ghedina.”
Un bel ricordo dell’artista è reso da Franco Wolcan nel libro-intervista “Ritratto di Milena”, che sarà presentato, nei locali della Farsettiarte, il 12 agosto alle ore 18.00.
In mostra saranno presenti opere di:
Lucio Fontana - Milena Milani - Gianni Dova - Roberto Crippa - Tancredi - Alberto Burri - Giuseppe Capogrossi - Emilio Scanavino - Emilio Vedova - Atanasio Soldati - Piero Manzoni, Enrico Castellani - Enrico Baj - Agostino Bonalumi - Turi Simeti.