Spazialismi da Milano a Venezia

Informazioni Evento

Luogo
PIAZZETTA PESCHERIA
Piazzetta Pescheria n. 7 , Verona, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

10-13 e 15.30-20
Chiuso il lunedì

Vernissage
17/03/2017
Biglietti

ingresso libero

Generi
arte moderna

La mostra raccoglie oltre 30 opere dei maggiori protagonisti del movimento, interpretato e vissuto da ciascun artista secondo la propria personalità e poetica.

Comunicato stampa

Da venerdì 17 marzo fino a domenica 2 aprile 2017, a Verona negli spazi di Piazzetta Pescheria n. 7, sarà ospitata la mostra “Spazialismi da Milano a Venezia”, che raccoglie oltre 30 opere dei maggiori protagonisti del movimento, interpretato e vissuto da ciascun artista secondo la propria personalità e poetica.

Negli anni Cinquanta del Novecento, Venezia conquista a pieno titolo il primato di capitale italiana della cultura: è nella città lagunare infatti che, attorno ad una coppia di figure inimitabili per solidità di pensiero e per talento pittorico, come Virgilio Guidi e Mario Deluigi, si assiste all’aggregazione di un gruppo di pittori eccezionalmente dotati, sotto la spinta della grande rivoluzione spazialista di Lucio Fontana. Si tratta di Edmondo Bacci, Gino Morandis, Vinicio Vianello e Tancredi Parmeggiani. A loro poi si aggiungeranno altri notevoli artisti come Luciano Gaspari, Bruna Gasparini, lo scultore Bruno De Toffoli, e infine i giovani e geniali Ennio Finzi, Riccardo Licata, Saverio Rampin.

Accanto al superamento della superficie pittorica, all’andare oltre la tela, viene man mano costituendosi nella poetica di questi artisti una nuova concezione dello spazio pittorico, da cui deriva una maniera diversa per delimitarlo, circoscriverlo o riconoscerne il limite, indipendentemente dalla sua fisicità. A Venezia, in quegli anni ‘50, il segno-gesto viene riconsiderato e rielaborato all’interno di un campo d’azione che non prescinde dalle premesse razionali della gabbia di Mondrian, né da una sorta di visione architettonico-Iuministica dell’ambiente spaziale, senza peraltro nulla concedere a riflessioni di impianto naturalista.

Ogni artista affronta il focus spaziale secondo la propria personale visione e poetica: Il riconosciuto maestro dello Spazialismo veneziano - insieme a Mario Deluigi - Virgilio Guidi si mostrerà intento a una profonda verifica sui valori primari della visione, mentre Mario Deluigi sottopone ad attenta indagine gli insegnamenti di Mondrian, ma dimostra attraverso le sue opere che anche la complessa dinamica dei sentimenti e delle passioni può raggiungere, in una plastica metafisica della luce, la pacificazione della sapienza e della forma.

Se Edmondo Bacci supera nella serie delle Fabbriche ogni residuo di visione empirico-prospettica, Gino Morandis fonde inscindibilmente colore, forma e luce in una concezione universale della realtà, attraverso una continua vibrazione ottica della superficie pittorica.

Mentre Tancredi trova nel punto il più piccolo spazio mentalmente considerato, e da esso parte attraverso grafie e colori istintivi per la conquista di nuove immagini di natura, Vinicio Vianello elabora una pittura libera nel segno e nel colore e parallelamente un linguaggio espressivo meccanico e modulare: due ricerche che sovente si sovrappongono come in alcune opere del ciclo Racket.

E se ancora ci rivolgiamo alle esperienze di Luciano Gaspari e Bruna Gasparini, e dei giovanissimi Ennio Finzi, Saverio Rampin e Riccardo Licata, diverrà ancora più evidente che, al di là delle diverse sottolineature personali, in quella irripetibile stagione veneziana, sulla scia delle rivoluzionarie conquiste di Lucio Fontana ma in un contesto di formidabile radicamento con l’unicità dell’ambiente lagunare, nasceva per davvero una nuova concezione dello spazio: una sintesi ancora mai raggiunta di spazialità naturale e mentale, storica e ideale, che ha contribuito a conformare, o perlomeno a delimitare i percorsi di molta arte italiana successiva.