Sphaera
Mostra di arte terapeutica.
Comunicato stampa
Fondazione Augusto Rancilio promuove il progetto di arte terapeutica della Dottoressa Giorgia Gaspari a sostegno della crescita psicologica e del potenziamento del benessere psichico delle donne: da qui nasce SPHAERA, esposizione di arte terapeutica nella Sala Carrozze di Villa Arconati-FAR da domenica 24 giugno a domenica 22 luglio 2018.
SPHAERA è un progetto di ricerca di tesi, a cura dell’Artista Terapista Giorgia Gaspari, laureanda al biennio specialistico di Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica, presso L’accademia di Belle Arti di Brera, in collaborazione con i due centri polispecialistici Universo Donna e Itaca Centro Pediatrico, sul territorio di Bollate e Arese.
L’opera condivisa SPHAERA, una grande installazione di venticinque sfere in tessuto e ovatta di circa un metro di diametro, tutte realizzate interamente a mano attraverso l’utilizzo delle tecniche della Textile Art, nasce attraverso l’esperienza del cucito e del ricamo ed è realizzata da un gruppo di venti donne, alcune gestanti e neo-madri e da tre tirocinanti dell’Accademia di Brera.
SPHAERA è il frutto di sette mesi di lavoro. Durante gli incontri laboratoriali modulati su attività operative diversificate, con le finalità di sostenere la crescita psicologica e il potenziamento del benessere psichico, si sono sperimentate le potenzialità creative delle partecipanti e lo sviluppo delle loro risorse personali. L’espressione della creatività porta con sé un potenziale curativo e maieutico volto ad acquisire conoscenza e consapevolezza di sé, accettazione, rispetto, solidarietà verso se stessi e l’altro e, soprattutto, capacità di cura di se stessi in modo profondo e unico.
SPHAERA è dunque rivolto alle madri, di qualsiasi età, provenienza e cultura, con lo scopo di attribuire ad ognuna l’identità energica e creatrice propria della madre, che da sempre viene connessa all’idea di Madre Terra fertile e vitale.
L’etimologia della parola è riferibile anche alla simbologia della Terra come divinità fecondatrice e creatrice dell’universo. Infatti il termine materia deriva propriamente dall’etimo Mater, quindi una Madre Terra, che tutto genera e tutto nutre. La gravidanza e la maternità costituiscono un periodo di grandi cambiamenti in termini emotivi e psicologici. Diventare madre è uno dei momenti di passaggio più importanti nella vita di una donna. In ogni cultura e in ogni epoca storica la nascita è sempre stata considerata un evento speciale, il cui significato trascende il semplice atto fisiologico e biologico, per rivestire profonde implicazioni simboliche e sociali. L’esperienza della maternità è sempre diversa e unica per ogni donna e non esiste un’unica modalità di definirla. Entrare in ascolto del proprio corpo, acquistando uno sguardo e un fare fenomenologico, diviene un importante veicolo di conoscenza di sé. I corpi divengono sensibili, si impregnano di stimoli senso-percettivi e si costellano di impressioni sensoriali. L’arte diventa così il perfetto medium per il potenziamento delle proprie risorse e la valorizzazione di se stessi.
Il filo è stato l’elemento conduttore del progetto SPHAERA. L’arte del tessere è una delle attività artigianali più antiche e può essere compresa in chiave metaforica in riferimento alla vita poiché nell’immaginario collettivo la trama del tessuto, l’intrecciarsi dei fili, le infinite possibilità che la tessitura consente possono essere messe in relazione con i percorsi della vita dell’uomo e del suo destino. Il filo e soprattutto il tessuto sono associati per analogia e metafora alla pelle, portatrice di dati fisiologici e funzionali, di dati simbolici e psichici fondamentali: la pelle è dunque la protagonista per eccellenza della relazione che intessiamo con l’altro. Essa è il nostro contenitore, un vaso, una scatola, lo scudo primario che ci protegge dal mondo. Noi siamo fin da subito consapevoli della pelle come confine e limite. Quando ancora siamo allo stato fetale, nel ventre materno, siamo circondati dalla placenta. Attraverso questa membrana tutto passa: suoni, odori, sensazioni. Tutti noi possediamo una “Pelle Psichica”: il contenitore psichico che rappresenta l’identità di ognuno. La pelle è il limite tra l’io e il non io, separa il mondo interiore dal mondo esteriore. Il vissuto di ciascuno riguarda la pelle, luogo dove sorgono affioramenti emotivi e sensoriali, ricordi e sentimenti. Tutto trapela e si ridà alla luce attraverso la metafora della pelle.
Questo tessuto-pelle si ricollega all’idea di “fare filo” e “tessere relazioni”. Non a caso i sinonimi di tessuto sono trama e intreccio: di corpi, di persone e di anime. La definizione di tessere è comporre, intrecciare al telaio i fili della trama con quelli dell’ordito per fabbricare una stoffa, elaborare, comporre con ordine, con arte.
La scelta della sfera come solido e del cerchio come suo referente geometrico simboleggia l’idea di centralità del cosmo e della creazione. La forza creatrice si genera dal moto circolare, una ciclicità che riprende l’azione spiritica, la potenza generativa che si sprigiona da un centro. Una sfera contenitore che al suo interno racchiude tutta la creazione in potenza e in atto, così come il rotondo e fertile grembo materno contiene dentro di sé la forza della vita. La sfera siamo noi, la nostra manifestazione di essere umano nel mondo che si relaziona all’universo che lo circonda.
La sfera è una delle forme geometriche più usate nell’arte, essa infatti ricorda la forma del nostro pianeta. Il cerchio, circoscritto nella sfera, può essere immobile e statico e nello stesso momento ruotare su se stesso. Entrambi simboli del tempo e dell’attesa che si palesa nei nove mesi di gravidanza e diventa “dolce attesa”, dove il senso “dell’arrivo” non genera vuoto o ansia ma pienezza totale e riempimento di sé grazie all’altro, il bambino.
Allo stesso modo in cui si crea la vita così si crea un’opera d’arte. Il bambino è l’opera d’arte finita, bisogna prendersene cura, dargli attenzioni e allo stesso modo dell’opera è il risultato del lavoro e della trasformazione attuati dal corpo dell’artista-madre.
I laboratori artistici del progetto SPHAERA hanno sviluppato la potenzialità creativa delle partecipanti, attraverso il colore e i linguaggi segnico-gestuali, nel pieno della libertà e dell’empatia. In questo modo esse hanno ri-scoperto il proprio corpo, le proprie capacità sensoriali e la carica espressiva in un processo di auto-conoscenza, creatività, crescita e possibilità. L’arte, i suoi linguaggi e il suo fare sono sempre un’esperienza globale e primaria che coinvolge tutti i sensi e le emotività dell’individuo.
A partire dalla creazione di SPHAERA è nata una collaborazione tra l’Artista Terapista Giorgia Gaspari e il fotografo Jordan Angelo Cozzi, nella realizzazione di un progetto fotografico legato alla gravidanza e alla nascita, dal titolo “IL FILO ROSSO, Mamma e Figlio. Presente e futuro”.
“Una leggenda popolare giapponese narra che ogni uomo e ogni donna vengono al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo - invisibile, lunghissimo, indistruttibile - unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due persone destinate a vivere insieme, non importa la distanza, non importa l’età, la classe sociale o altro. E’ un filo che lega due anime per sempre. Ma il filo spesso si aggroviglia e crea intrecci strani e nodi che generano difficoltà alle due anime destinate a congiungersi; ogni groviglio che verrà sciolto sarà il superamento di un ostacolo nella relazione, ogni nodo che verrà districato servirà a rafforzarne il legame.”
Questo invisibile filo si crea nell’atto della nascita, è quindi associato al cordone ombelicale. Nonostante al momento della nascita venga tagliato, nel tempo accompagnerà per sempre madre e figlio e per quanto il legame fisico sia finito, i pensieri e le emozioni saranno legati insieme per sempre. Gli psicologi lo chiamano “bonding’”: un rapporto speciale che si crea tra genitori e figli. Nel progetto fotografico IL FILO ROSSO, le madri di Universo Donna sono state ritratte con i propri bambini, con la loro sfera in tessuto e con il filo rosso, unione inscindibile della creazione.
Le Artiste che hanno realizzato l’opera SPHAERA: Annamaria Alfieri, Beatrice Canavesi, Chiara Corrini, Cristina Binda, Daniela Aliverti, Elena Scalzotto, Elena Strada, Francesca Tenchini , Giorgia Gaspari, Giovanna Ghezzi, Giulia Giacobbi, Giulia Valli, Ilaria Galimberti, Laura Epifani, Lucia Ghezzi, Marilena Squadrito, Patrizia Portelli, Rossella Albani, Rosy Fogagnolo, Silvia Ilardi, Svetlana Tomulets, Tina Doniselli, Tina Sassi, Viviana Mili
Fotografo: Jordan Angelo Cozzi
Art Director: Elena Ghezzi
INAUGURAZIONE MOSTRA
Domenica 24 giugno 2018
Ore 16.30
Sala Carrozze di Villa Arconati-FAR
SPHAERA
a cura di Laura Gaspari
Sala Carrozze di Villa Arconati-FAR
ogni domenica dal 24 giugno al 22 luglio 2018
dalle 15.30 alle 21.00
INGRESSO LIBERO (previo acquisto del biglietto d’ingresso alla villa € 5,00)
VILLA ARCONATI-FAR: LE MOSTRE 2018
Sguardi nuovi per antiche stanze. La collezione Kiron a Villa Arconati-FAR
a cura di Luca Pietro Nicoletti
catalogo italiano/inglese a cura di Luca Pietro Nicoletti con la collaborazione di Martina Bortoluzzi e testi di Sonia Corain e Carlo Pecorari [acquistabile presso Bookshop FAR | € 13,00]
Per la stagione espositiva 2018 Fondazione Augusto Rancilio propone una selezione di opere degli artisti più rappresentativi della cospicua collezione radunata a Parigi da Espace Kiron a partire dagli anni Ottanta. Ad alcuni degli artisti che in questi anni hanno intessuto un rapporto continuativo con la galleria, infatti, è stata riservata una sala del piano nobile dell’edificio, in modo da costituire sei sezioni monografiche che restituiscono un ritratto sintetico delle ricerche di Antoni Taulé, Pierluigi Bellacci, Peter Deckers in arte Varozza, Jean-Luc Guérin e André Queffurus, a cui si aggiunge Emanuele Gregolin, la cui presenza in collezione testimonia la continuità degli intenti di incentivo per i giovani artisti promossi prima da Kiron e ora da FAR. Ideata nella prospettiva di una esposizione permanente che ripensa le stanze della villa in un rapporto dialettico fra antico e moderno, questa mostra fa per la prima volta il punto sulla singolare esperienza di mecenatismo “d’impresa” compiuta da Espace Kiron, costituendo al contempo la prima occasione di documentazione rappresentativa per gli artisti che maggiormente hanno legato la loro storia a questa illuminata e inedita iniziativa culturale.
Piano Nobile di Villa Arconati-FAR
ogni domenica dal 29 aprile al 21 ottobre 2018
dalle 12.00 alle 21.00
INGRESSO LIBERO (accessibile solo in occasione delle visite guidate | € 8,00)
Doppio interno. Giancarlo Ossola e Villa Arconati
a cura di Luca Pietro Nicoletti e Francesca Pensa
Alla fine degli anni Ottanta il pittore milanese Giancarlo Ossola (1935-2015), fra i più significativi testimoni della pittura italiana del secondo Novecento, realizzò un’ampia e inedita documentazione fotografica di Villa Arconati appena prima che i suoi arredi interni venissero interamente messi in vendita. Quella campagna fotografica, svolta con l’occhio del pittore e finalizzata a un ricco e importante ciclo pittorico coevo, costituisce oggi una inedita fonte per ricostruire un tassello ancora da scoprire della storia recente di questa villa di delizie lombarda.
La mostra rende quindi omaggio alla ricerca del pittore milanese radunando una selezione dei dipinti realizzati a cavallo fra anni Ottanta e Novanta con soggetto la Villa, che dopo quasi trent’anni ritornano in quei luoghi raccontando con piglio veloce ed espressionista una storia di interni disabitati ma carichi di testimonianze. Partendo da questo ciclo, la mostra offre poi una sintetica panoramica sulla ricerca pittorica di Giancarlo Ossola nel corso degli anni Ottanta, in modo da offrire un contesto agli inediti “ritratti d’interni” di quel particolare ciclo di opere.
Ala Espositiva di Villa Arconati-FAR
ogni domenica dal 29 aprile al 14 ottobre 2018
dalle 12.00 alle 21.00
INGRESSO LIBERO (previo acquisto del biglietto d’ingresso alla villa € 5,00)
VILLA ARCONATI-FAR
Villa Arconati-FAR è un luogo dal fascino unico: denominata la piccola Versailles di Milano per la sua raffinata eleganza, la dimora fu utilizzata nel Seicento e Settecento per mostrare il prestigio della Famiglia Arconati.
Tra i suoi tesori: lo splendido giardino monumentale di 12 ettari e le 70 sale del palazzo, tra le quali spiccano per eleganza la meravigliosa sala da ballo ricamata di stucchi e dorature, la sala dei ricevimenti con gli affreschi dei Fratelli Galliari e la scultura classica originale di Tiberio, storicamente detta di Pompeo Magno, sotto la quale la leggenda dice essere stato pugnalato Giulio Cesare. Il suo fascino senza tempo rimane intatto ancora oggi ed è arricchito da quattro secoli di storia.