Spime
La Galleria Marelia ospita una giovane curatrice e sei giovani artisti, ciascuno con il proprio percorso di ricerca personale, in una mostra sul tema dello spazio, della sua ri-creazione e della sua appropriazione.
Comunicato stampa
La Galleria Marelia ospita una giovane curatrice e sei giovani artisti, ciascuno con il proprio percorso di ricerca personale, in una mostra sul tema dello spazio, della sua ri-creazione e della sua appropriazione.
SPIME, neologismo che indica oggetti che viaggiano nel tempo e nello spazio, è il titolo di questa mostra che colloca nella galleria opere che richiamano atmosfere a metà tra realtà e immaginazione, che spezzano il miraggio di un luogo con un’identità contenuta offrendo linee e forme che distorcono e disturbano spazi presi in prestito, investendoli di nuove personalità e allentando la claustrofobia di un mondo sempre più denso.
Gli spazi così ricreati non sono più luoghi di vita ma di confronto, di osservazione e anche di emozioni.
La mostra si colloca nel progetto Underground attivo nella programmazione della Galleria Marelia dal 2014. Il progetto nasce con l’intento di offrire visibilità e formazione a giovani artisti e curatori sia al termine del percorso di studi che alle prime esperienze espositive. L’aprirsi non solo all’incontro ma anche al confronto con il pubblico dovrebbe fungere da utile palestra, attraverso la quale i giovani artisti possano riconoscersi e farsi riconoscere.
Il progetto prevede una serie di appuntamenti espositivi in collaborazione con le Accademie di Belle Arti italiane e straniere. Il primo appuntamento, dal titolo Percezioni ha avuto luogo nel marzo 2014 ed è stato realizzato in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo, il secondo dal titolo Nudge si è svolto nel settembre 2014 con l’Accademia Albertina di Torino e l'Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo, mentre nel dicembre 2015 si realizza la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e l'Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo.
Linda Alborghetti & Marco Bellini - Installazione varie dimensioni
Anno: 2015
Titolo: Astrazioni quotidiane
Tentativo di verticalizzazione di materiale d’uso casalingo.
Ludovica Belotti – Fotografia
Anno: 2015
Titolo: Fasi progettuali per arredare uno spazio disabitato, 2015
Composizione di oggetti quotidiani all’interno di un luogo poco illuminato, umido e desolato.
Bicchieri, bottiglie, calici, contenitori e vasi di ogni tipo vengono traslocati in un nuovo ambiente, donando personalità ad uno spazio apparentemente inabitabile, creando un’atmosfera a metà tra la realtà e immaginazione.
Claudia Campus – Video, Durata: 1'54”
Anno: 2010
Titolo: Due intermezzi alla ricerca di un dubbio non costruito.
La figura e l’ombra dell’artista sono due entità separate in questo limbo luminoso. Man mano che si avvicinano ad uno specchio divengono evanescenti come il loro tentativo di cercare la propria immagine.
Martina Dierico – disegno a matita su rotolo di carta
Anno: 2013
Titolo: Quadrangoli
La percezione di un tragitto rappresentato come una linea retta, che non si spezza mai.
Lorenzo Lunghi – performance sonora
Titolo: Antistruttura (002, 003, …)
La performance inizia con la costruzione di un’installazione modulabile composta con oggetti di vario genere, fissati con dei morsetti. Questi oggetti si attivano producendo suono attraverso diversi dispositivi, principalmente motorini elettrici, dei quali viene captata la vibrazione con dei microfoni piezoelettrici. I diversi suoni e rumori vengono poi processati attraverso il computer.
L’installazione ha bisogno di continua manutenzione e la fine della performance avviene attraverso la sua distruzione fisica e sonora.