Splace – Tutta mia la città
L’installazione studiata e realizzata per la Giornata del Contemporaneo si presenta come una provocazione estetica rispetto alla forma e all’uso degli spazi pubblici nella città contemporanea.
Comunicato stampa
Nell'ambito della programmazione di Palazzo Ducale per la stagione 2011-2012, in occasione della Settima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, Profondità di Campo presenta l'installazione artistica degli SPLACE progettata per l'occasione: TUTTA MIA LA CITTA'? L'evento, curato da Angela Ferrari e realizzato in collaborazione con Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, si terrà nel Cortile Maggiore il 7 e l'8 ottobre 2011 dalle 9 alle 19.
From space to place, dallo spazio al luogo. E' attorno a quest'idea che cinque giovani architetti genovesi hanno fondato il collettivo artistico SPLACE. Se il tema centrale e condiviso è quello di aiutare gli spazi urbani a conquistare un'identità, l'attività del gruppo condivide con l'architettura la materia prima dei progetti, lo spazio, mentre dalle arti visive e sonore provengono gli strumenti concettuali, formali e concreti; gli obiettivi perseguiti sono estetici e sociali insieme.
L'installazione studiata e realizzata per la Giornata del Contemporaneo si presenta come una provocazione estetica rispetto alla forma e all'uso degli spazi pubblici nella città contemporanea.
TUTTA MIA LA CITTA'? Lo spazio pubblico è di tutti. Senza cancelli ed orari di chiusura. Libero e aperto a tutti. Senza obbligo di consumo. Vicino. Divertente. Flessibile. Luogo d’incontro. La piazza. Il giardino sotto casa. Pulito. Verde. Lo spazio pubblico è anche tuo. (SPLACE)
Con una progettazione culturale che spazia dal cinema all'arte contemporanea, particolarmente attenta ai giovani talenti e al territorio, dopo aver organizzato il Festival Nuovo Cinema Europa l'associazione culturale Profondità di Campo torna a Palazzo Ducale con un nuovo progetto artistico in occasione della Giornata del Contemporaneo.
Tra le questioni centrali nella ricerca artistica di SPLACE emergono quelle legate alla forma e all'uso degli spazi
pubblici nella città contemporanea. Lo stesso nome che il collettivo si è dato sintetizza un percorso, from space to
place, dallo spazio al luogo, applicabile anche e soprattutto in ambito urbano.
Gli spazi aperti all'interno della città, piazze e giardini, viali e parchi, possono diventare dei luoghi, ovvero acquisire
un'identità in relazione a chi li frequenta? A questa domanda SPLACE prova a rispondere con progetti architettonici e
installazioni artistiche, ma anche con campagne fotografiche, raccolta di dati, considerazioni critiche riguardo alle
politiche urbane di gestione degli spazi pubblici.
Spesso non è tanto la mancanza di spazi liberi ad affliggere la città contemporanea, quanto la qualità degli stessi.
Talvolta gli spazi non sono pensati e tanto meno progettati per l'uso quotidiano da parte delle persone; talvolta non
sono accessibili né tantomeno utilizzabili da parte di alcune categorie (pensiamo ai portatori di handicap, agli anziani,
ai bambini); talvolta l'accessibilità è ridotta alle sole ore diurne; altre volte ancora si assiste a fenomeni di
privatizzazione di quelli che dovrebbero essere spazi pubblici (le aree interne ai centri commerciali, i grandi parcheggi
che invadono piazze anche importanti, le spiagge demaniali date in concessione,...); infine spesso è la mancanza di
cura e manutenzione a rendere di fatto inutilizzabili gli spazi dedicati alla collettività.
L'installazione che SPLACE presenta per la Giornata del Contemporaneo, collocata nel Cortile Maggiore di Palazzo
Ducale, intende costituire una provocazione estetica, una visualizzazione critica in relazione a tali questioni.
Una porzione di prato collocata al centro del cortile – dunque simbolica del verde pubblico, e di un verde
potenzialmente qualificato e centrale – viene racchiusa da un recinto costruito con blocchetti prefabbricati di
cemento. Nel muro vengono aperte piccole finestre, sia ad “altezza adulto” che ad “altezza bambino”, che
permettono di affacciarsi sullo spazio verde intercluso e percepirne la presenza, ma restandone al contempo esclusi.
Il cemento arriva così quasi a soffocare il verde e certamente a renderlo inaccessibile. Chi si affaccerà dalle finestre
potrà scorgere altre persone fare capolino da altre aperture, senza però aver la possibilità di incontrarle nel prato
centrale, solo apparentemente chiamato ad essere luogo di incontro.
D'altra parte il volume in cemento – grezzo, ruvido e povero - agirà per contrasto rispetto all'eleganza classica del
palazzo che lo accoglie: un elemento inaspettato e straniante, capace di richiamare con forza l'attenzione e la
curiosità di chi si trova a passare per il cortile.
In pianta dimensioni del “box” riprendono quelle del campo centrale della pavimentazione del cortile, 2,7 x 2,7 m ca;
l'altezza sarà di 2,6 m. I blocchetti usati saranno di tipo “Leca”.