Stati d’allarme #1 – H.H. Lim
Il ciclo di mostre, tutte ospitate nella Sala Conferenze della Fondazione, intende proporre – attraverso i linguaggi dell’arte – uno sguardo critico sulla difficile condizione contemporanea.
Comunicato stampa
La Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d'Arte Contemporanea è lieta di annunciare il progetto Cielo Sereno di H.H. LIM. L'esposizione, che verrà inaugurata negli spazi della Sala Conferenze della Fondazione martedì 13 giugno alle ore 19.00, visitabile fino al 18 ottobre 2017 (su appuntamento – in via Lungomare Trieste, 13) apre il progetto espositivo STATI D'ALLARME a cura di Antonello Tolve. Il ciclo di mostre, tutte ospitate nella Sala Conferenze della Fondazione, intende proporre – attraverso i linguaggi dell’arte – uno sguardo critico sulla difficile condizione contemporanea.
Nato da un sopralluogo dell’artista e da un confronto dialogico con i curatori, Cielo sereno vuole essere un momento di riflessione che coniuga allo stato d'allarme della Fondazione (sensibilmente danneggiata da una infiltrazione d’acqua) un pericolo planetario sempre più avvertito che, in questo caso, non è rinuncia allo stato delle cose, ma piuttosto ferma e attiva resistenza.
Come un processo di risveglio da una situazione di disagio, il nuovo progetto di H. H. LIM presenta dei grandi sacchi realizzati in Malesia, su cui la scritta 9999K indica un contenuto prezioso che entra nella grande sala della Fondazione, assieme a cumuli di sabbia dorata e a piccoli mucchi di macerie tra le quali si intravedono venature d’oro, per evidenziare che anche laddove si avvertono dei problemi, dei fastidi o delle sofferenze, è possibile scoprire qualcosa di unico e raro.
Accanto ad una relazione diretta con lo spazio espositivo e a una doratura che mira, appunto, a evidenziare l’importanza di uno spazio e di una figura della critica tra le più brillanti del secondo Novecento, un arioso lavori su tavola (si tratta di una scritta a muro formata da una serie di 9 con K finale) offre una ulteriore visione spaziale, dove sono le lettere, questa volta, a toccare lo sguardo dello spettatore per invitarlo ad un dialogo, ad una riflessione.