Stefania Fersini – Reflection / Illusion

Informazioni Evento

Luogo
GAGLIARDI E DOMKE
Via Cervino 16, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra personale di Stefania Fersini: Reflection sarà visitabile dal 5 novembre 2015 al 9 gennaio 2016;
Illusion dal 5 novembre 2015 al 16 aprile 2016
dal martedì al sabato, 15.30 -19.30 In occasione del weekend di Artissima la galleria sarà aperta nei seguenti orari:
giovedì e venerdì 5 e 6 novembre: 8.30 -12.30 / 15.30 – 22; sabato 7 novembre: 8.30 – 24; domenica 8 novembre: 8.30 -12.30 / 15.30 – 22.

Vernissage
05/11/2015

ore 18

Artisti
Davide Coltro, Glaser Kunz, Piero Fogliati, Fabio Viale, Giuliana Cuneaz, Richi Ferrero, Stefania Fersini
Generi
arte contemporanea, personale, collettiva

La galleria d’arte contemporanea Gagliardi e Domke dopo la mostra dell’artista spagnolo Rómulo Celdrán, prosegue la sua attività con un doppio progetto espositivo: la personale Reflection di Stefania Fersini e la mostra collettiva Illusion, con installazioni di Davide Coltro, Giuliana Cunéaz, Richi Ferrero, Piero Fogliati, Glaser/Kunz e Fabio Viale.

Comunicato stampa

La galleria d’arte contemporanea Gagliardi e Domke dopo la mostra dell’artista spagnolo Rómulo Celdrán, prosegue la sua attività con un doppio progetto espositivo: la personale Reflection di Stefania Fersini e la mostra collettiva Illusion, con installazioni di Davide Coltro, Giuliana Cunéaz, Richi Ferrero, Piero Fogliati, Glaser/Kunz e Fabio Viale.

Si avvia così un format espositivo, che vede l’organizzazione di una mostra personale e contestualmente di una collettiva tematica, strettamente connessa al concept espositivo della personale, che vedrà la partecipazione di artisti legati alla galleria, con opere anche inedite. Periodicamente saranno organizzati dei focus dedicati ai singoli artisti presenti nella collettiva, con testi critici monografici a firma del critico d’arte Lorenzo Madaro.

Stefania Fersini. Reflection

“C’è un filone specifico della ricerca in cui l’arte riflette su se stessa, sulle proprie identità statutarie, dando avvio a progetti in cui l’autore-artista e il pubblico-spettatore possono interagire con essa, creando un dialogo che ha anzitutto aspirazioni dialettiche.

Negli anni scorsi ha dipinto a lungo – quasi come un’ossessione – corpi longilinei in un perpetuo ricorso al glamour. Le pagine delle riviste erano state però preventivamente accartocciate, magari cestinate, poi recuperate e successivamente riprodotte attraverso un processo pittorico scrupoloso. In alcuni casi specifici il dipinto è stato successivamente fotografato e la fotografia è stata esposta accanto all’opera pittorica delle medesime dimensioni. Quindi un incrocio di linguaggi, un dialogo costante tra due medium differenti. Il risultato di quest’operazione con propositi speculativi è legato a una serie di dittici in cui i due profili iperrealisti si confondono e il pubblico non riconosce più qual è la fotografia e quale la sua matrice dipinta. Provenendo dal mondo del design, Stefani Fersini ha poi deciso di dedicarsi con costanza alla pittura, reiventando irrimediabilmente la sua identità creativa. Oggi con Abscence approda a un risultato che tiene conto non solo dell’opera ma anche del suo contesto, dando così vita a una serie di installazioni site-specific in luoghi dall’alto tasso simbolico e non solo, com’è stato in tempi recenti con la casa torinese dell’architetto, designer e fotografo italiano Carlo Mollino (Torino, 1905-1973).

Nel progetto concepito per il primo piano della galleria Gagliardi e Domke, Stefania Fersini anzitutto si è limitata a occupare lo spazio di archeologia industriale con un solo lavoro, lasciando libero il resto dell’ambiente; elaborando così, intenzionalmente, un vuoto che ha deciso di riempire parzialmente con un grande dipinto su tela che raffigura uno specchio al cui interno si riflette ciò che è di fronte – le travi e le pareti ruvide dell’ambiente espositivo, mentre al suo interno custodisce il profilo di una tela bianca –, ma chiaramente non lo spettatore che si accingerà a scrutare l’opera.

La tela bianca ritratta all’interno di quest’ideale specchio-schermo è chiaramente un’icona, la tela d’altronde è metafora riconosciuta del grado zero della rappresentazione, punto di partenza e approdo di speculazioni teoriche; punto cardinale di una serie d’indagini che hanno riguardato – e rivoluzionato – anche la storia dell’arte contemporanea. La tela cromo-fobica interroga Stefania Fersini e noi spettatori, ponendosi al centro di un nuovo corso per la sua pittura. Convinta assertrice della tesi per cui oggi in arte non ci si può più spingere oltre determinate soglie, poiché a suo parere tutto è stato già concepito e teorizzato, tenta di tornare alle radici primarie del fare, adottando la metafora della tela bianca. Rimane pertanto la necessità di interrogarsi, di mettere in mostra un’icona dall’alto tasso simbolico, com’è stato – con diverse declinazioni e teorie – per una parte dell’arte concettuale dell’ultimo mezzo secolo”.

Illusion

“L’illusione anche è una pratica di conoscenza verso ciò che è attorno a noi, talvolta una distorsione rispetto a un sapere e a una percezione condivisa dai più e forse proprio per questo più intensa e decisiva. Spesso è veicolo di sogni e di disperate volontà, altre volte di immaginazione estrema, che consente all’uomo e poi all’artista di estrapolare frammenti su cui lavorare e in cui applicare progettualità partecipate. Assai complessa è la letteratura su questo tema a maglie larghe, che ha prodotto riflessioni e vere e proprie modalità di approccio all’esistenza: se per Gustave Flaubert «La prima qualità dell’arte è l’illusione», Albert Einstein ha sostenuto che «La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente». Sono in ballo, dunque, l’arte e la vita, in un approccio intrecciato che rievoca il sapore dell’esistenza e della costruzione di mondi possibili, di tracce ipotetiche che solo l’arte ci può rievocare. Nella selezione concepita dalla galleria Gagliardi e Domke per Illusion, sei artisti vivono lo spazio della galleria, si confrontano con l’architettura post-industriale e tentano un approccio installativo che tiene anche conto degli accordi e delle dissonanze tra vari generi, anche se si rintraccia una predilezione per quelli della multimedialità. L’arte, sin dalle sue prime espressioni manifeste, ha sempre intercettato brandelli di realtà, talvolta l’ha inseguita e intrappolata con il mimetismo dei graffiti prima e della pittura poi. Basti pensare al tòpos dell’uva dipinta dal più grande pittore greco dell’antichità, Zeusi, ampiamente citato dalle fonti storiografica per le sue eccellenti qualità tecniche, tanto che dipinse acini d’uva talmente realistici da attirare le attenzioni di un drappello di uccelli affamati. L’illusione della realtà è pertanto uno degli aspetti che segnano il percorso di conoscenza della percezione dell’uomo”.

Gagliardi e Domke. La galleria

Gagliardi Art System, nasce a Torino nel 2003 su iniziativa di Pietro Gagliardi. Nel gennaio 2011 GAS rafforza la sua sfida attuando un cambio di sede per offrire sempre più spazio a lavori di grande formato o di natura installativa. Si trasferisce in via Cervino negli spazi ex Sicme, dove sorgevano le acciaierie di proprietà della Fiat, area industriale oggi al centro di un ampio progetto di riqualificazione urbana che trova conferma anche dall’insediamento nelle vicinanze del MEF, Museo Ettore Fico. Nel 2015 Christian Domke affianca Pietro Gagliardi nella direzione; nasce così Gagliardi e Domke, che prosegue nell’attività di ricerca e sostegno degli artisti e nella promozione della collezione della galleria.

testi critici di Lorenzo Madaro