Stefano Boccalini – Parole
Termini che ci accompagnano e che cambiano le nostre vite: debito, austerita’, rigore, emergenza, credito, recessione, disoccupazione. Partendo dalle parole assieme ai partecipanti al workshop, l’artista costruira’ un vocabolario che mette al centro l’uomo e non il profitto.
Comunicato stampa
Ci sono parole che in questi anni di crisi ci accompagnano quotidianamente e contribuiscono a cambiare le nostre abitudini: debito, credito, austerità, rigore, emergenza, recessione, disoccupazione, hanno formato un vocabolario che non ci sta di certo aiutando ad alleggerire le conseguenze della crisi che ci attraversa.
Se prendiamo ad esempio due parole come "debito" e "credito" e cerchiamo di capire quale sia l'impatto sociale che deriva dalla relazione di questi due termini ci rendiamo subito conto come oggi, il binomio creditore/debitore sia il rapporto sociale fondamentale che sta alla base della società contemporanea. Attraverso questo paradigma il capitalismo del terzo millennio, quello finanziario, è in grado di esercitare una forma di controllo sulle soggettività individuali e collettive.
È in grado di influenzare le scelte degli Stati, basti pensare alla Grecia che a causa del suo debito pubblico è stata costretta ad operare riforme che prescindono dalla volontà dei suoi governanti, riforme che vanno ad incidere in modo significativo sulla vita quotidiana delle persone e ne modificano i rapporti sociali. Termini come "austerità" e "rigore" ci rimandano a scelte politiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni della comunità europea ma che non hanno portato i frutti sperati, anzi hanno esasperato le conseguenze di una crisi da cui fatichiamo ad uscire.
Se pensiamo a parole come "flessibilità" e "precarietà", non possiamo non vedere come oggi il lavoro sia al centro di una profonda trasformazione che tende a livellare verso il basso i salari, e come questi due termini stiano diventando normalità all'interno del mondo del lavoro. Un altro termine che ha un forte impatto all'interno della società contemporanea è "emergenza". L'emergenza permette di attuare politiche che in situazione di normalità non sarebbero possibili proporre. In un suo libro, Shock Economy, la giornalista canadese Naomi Klein, ci spiga molto bene come attraverso uno shock, causato da un cataclisma naturale, da un atto di terrorismo o da altri fattore, si può trasformare il “politicamente impossibile” in “politicamente inevitabile”.
Partendo proprio dalle parole, vorrei, insieme ai partecipanti al workshop, costruire un vocabolario che sia in grado di confrontarsi con la natura linguistica dell'economia e della finanza, ma che metta al centro l'uomo e non il profitto.