Stefano Cigada – Frammenti

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Piazza S. Egidio 1B , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da martedì a domenica ore 10.00 - 20.00; La biglietteria chiude alle ore 19.00; 24 e 31 dicembre 10.00-14.00. Chiuso lunedì

Vernissage
02/06/2020

no

Biglietti

Biglietteria: dal 22 gennaio al 23 febbraio 2020 (periodo di apertura della mostra “Taccuini romani. Vedute di Diego Angeli. Visioni di Simona Filippini”), biglietto con integrazione di € 1,50 come segue: - biglietto unico comprensivo di ingresso al Museo e alla Mostra per l’importo di € 7,50 intero e di € 6,50 ridotto, per i non residenti; - biglietto unico comprensivo di ingresso al Museo e alla Mostra per l’importo di € 6,50 intero e di € 5,50 ridotto, per i residenti; Ingresso gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente Per i possessori della MIC Card l’ingresso, al museo e alle mostre, è gratuito Le tariffe potrebbero variare in base alla nuova programmazione del museo

Patrocini

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ed è curata da Jill Silverman van Coenegrachts. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.

Artisti
Stefano Cigada
Curatori
Jill Silverman van Coenegrachts
Uffici stampa
ZETEMA, MARIA BONMASSAR
Generi
fotografia, personale

21 preziose stampe raccontano la passione del fotoreporter per l’archeologia e la sua ricerca di far ‘palpitare’ le statue antiche.

Comunicato stampa

“Frammenti. Fotografie di Stefano Cigada” è la prima mostra in Italia di STEFANO CIGADA, fotografo che, dopo anni passati all’estero come fotoreporter in ambito marino, cambia rotta, rallenta, rientra nel suo paese d’origine e inizia a cercare un’altra forma per esprimersi, sempre con la macchina fotografica, ritrovando una vecchia passione per l’archeologia.

I suoi lavori, 21 preziose stampe, saranno ospitati dal 22 gennaio al 15 marzo 2020 al Museo di Roma in Trastevere.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ed è curata da Jill Silverman van Coenegrachts. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.

L’ingresso è gratuito per i possessori della MIC Card.

Le opere di Cigada accompagnano lo spettatore in un viaggio nel tempo e nello spazio insieme al senso preciso di quella frazione di secondo, quando il pezzo di pietra sembra girare, ruotare, sollevare peso, respirare, piegarsi o sospirare.

La ricerca dell’artista diventa un’ossessione: quella di far “palpitare” le statue antiche, arrivate a noi quasi mai integre, come dichiara egli stesso: “Cercando quello che manca, quello che non si vede, cercando l’infinito nel frammento”.

Viaggia in tutta Europa, visita i musei per scovare le statue di cui coglie non l’interezza ma la fragilità, mettendo a fuoco la rottura, la faglia, nell’attimo in cui quel particolare “è toccato dalla luce naturale”.

Le immortala quando vengono colpite da un raggio di sole attraverso una finestra o una porta, le va a trovare in diverse ore del giorno, mese dopo mese, stagione dopo stagione. L’immobilità diviene movimento, la materia fredda del marmo rivive con l’inganno dell’effetto mimetico.

E come Cigada stesso racconta: “Conosco statue ed orari in cui sono colpite dalla luce, con che incidenza arriva la luce secondo il calendario. Ad esempio alla Centrale Montemartini il 27 di settembre una delle mie statue preferite – il guerriero morente del tempio di Apollo Sosiano – è accarezzata per dieci minuti da un raggio di sole. Una settimana prima e una settimana dopo il sole passa oltre, e la fotografia è inutile. Solo durante quei 10 minuti succede qualcosa di magico. E quelli sono i miei dieci minuti, quelli che voglio acciuffare”.

Cigada dialoga con le statue, divinità, animali, guerrieri, atleti, ninfe, senza preferenze, scegliendo quelle che gli “parlano” e che lo illuminano. Le fotografa senza cavalletto, senza luce artificiale, con lenti luminose, apertura massima di diaframma e poca profondità di campo. Mette a fuoco il punto il punto di rottura, elevando quel frammento a protagonista mentre tutto il resto sfuma. Cigada consegna questo frammento allo spettatore per riempirlo con un’immagine, percependo molto di più di quel che realmente vede.

La magia di questi Frammenti risiede nello strato subatomico della materia: il marmo è vivo, allo stesso modo di piante e animali. Il livello molecolare della pietra, infatti, si muove, magari in modo differente dalle altre specie animate, ma si muove. La luce del giorno, che cambia nel giro di un istante, fornisce una prova del dato scientifico, quasi come una performance. Cigada va alla ricerca di quell’esatto momento, che carpisce dopo innumerevoli prove ed errori: la sua ossessione permette allo spettatore di assaporare la fugace ma palpabile evidenza di una materia viva, che respira.

Stefano Cigada è definito dalla curatrice Jill Silverman van Coenegrachts un amateur. Come il British Conceptual artists ART & LANGUAGE ha scritto in diverse occasioni “vogliamo essere dilettanti, perché la qualità che rende interessante un amateur è la sua vulnerabilità, l’apertura di pensiero verso l’argomento in questione. L’amateur affronta il lavoro senza pregiudizi, con occhi spalancati e mente priva di preconcetti. Partendo da questo, con un po’ di fortuna, realizza qualcosa di completamente nuovo”.

Roma, gennaio 2020