Stefano Cumia – 29 febbraio
Il titolo della mostra si riferisce al giorno introdotto, una volta ogni quattro anni, per evitare lo slittamento delle stagioni, incarnando così la somma di uno scarto che permette al sistema di funzionare. Le opere in mostra nascono dall’idea di combinare elementi diversi per ottenere una nuova unità.
Comunicato stampa
Lo Studio d’Arte Cannaviello è lieto di annunciare “29 Febbraio”, mostra personale di Stefano Cumia.
Il titolo della mostra si riferisce al giorno introdotto, una volta ogni quattro anni, per evitare lo slittamento delle stagioni, incarnando così la somma di uno scarto che permette al sistema di funzionare.
Le opere in mostra nascono dall’idea di combinare elementi diversi per ottenere una nuova unità.
Linguaggio figurativo e geometria sono i registri che si sovrappongono all’interno dei lavori. Le immagini di giovani seduti, i ritratti o le presenze antropomorfe appartengono alla dimensione privata dell’artista, al disordine tipico dei ricordi. Non a caso i volti dei personaggi sono spesso indecifrabili, rendendo impossibile risalire alla loro identità. In questi frammenti, recuperati dal cinema, dalla musica e dalla letteratura, Cumia ritrova le esperienze che ha vissuto. Le articolate costruzioni geometriche fanno da contrappeso a questi scenari bucolici e scomposti e, nonostante la loro ascendenza ipnotica, rappresentano il tentativo di organizzarli. Nello specifico esistono degli elementi non classificabili – come quelli a forma di paralume - che ricorrono ed acquistano senso di opera in opera. Delle strutture semplici che si trasformano in simulacri. La ripetizione modulare di queste forme e colori in parte si armonizza con le figure, in parte le decontestualizza.
Elementi figurativi e geometria rappresentano, allora, quello slittamento che permette al sistema creativo dell’artista di funzionare.
STEFANO CUMIA, classe 1980, è nato a Palermo, vive e lavora Milano.