Stefano Grassi Nazzari – Contrappunto
In queste spettacolari opere, Stefano Grassi raggiunge uno dei punti più alti dell’arte visiva: elimina i confini tecnici e libera in purezza l’immagine. Indefinita, astratta, lirica.
Comunicato stampa
Il prossimo 25 novembre alle ore 18 promossa dalla Fondazione Bartoli Felter presso il Temporary Storing in Cagliari in via 29 novembre 3/5 verrà inaugurata la personale dell'artista Stefano Grassi Nazzari "Contrappunto " a cura di Ivana Salis .
Sarà esposta una selezione degli ultimi lavori eseguiti dell'artista.
Scrive la Curatrice:
In queste spettacolari opere, Stefano Grassi raggiunge uno dei punti più alti dell’arte visiva: elimina i confini tecnici e libera in purezza l’immagine. Indefinita, astratta, lirica. Dipinge, tratteggia, graffia, tesse, illumina, squarcia, programma, trasforma le superfici di opere già esistenti, quelle di Wanda Nazzari, portando le materie di cui sono composte a liberarsi della loro originale consistenza, forma e colore, per tramutarsi, come in una catarsi, in pura energia.
Grassi lavora con la tecnica fotografica del panning, rovesciandola. Non distingue tra sfondo, indefinito e dinamico, e soggetto in primo piano, perfettamente nitido, ma ingloba tutti gli elementi della composizione nel vortice del movimento. La sua ricerca è pluridecennale. Ha ritratto ogni cosa della vita, dell’umanità e del paesaggio. Affezionato al bianco e nero, con alcuni intervalli di colore, è riuscito, con il panning, a definire la sua cifra stilistica, caratterizzando le sue narrazioni con una chiave interpretativa che porta la materia, il soggetto, lo spazio e il tempo a unirsi, fornendo la chiave di una nuova percezione sensoriale.
Nelle opere proposte, i passaggi e le suggestioni sono innumerevoli. Derivano da particolari, da singole parti o sovrapposizioni di più opere, realizzate con materiali e tecniche differenti. Le qualità dell’opera originale, poetiche, materiche e cromatiche, possono essere esaltate o completamente superate e trasfigurate.
Dall’impressione del tratto a pastello, si passa alla fluidità del colore che cammina tra le fibre della materia, imbevendola. E ancora alla pittura di luce, con fasci luminosi di arancio che trapassano l’oscurità del viola, leggeri come vapori. Nei tratti decisi delle scie infuocate che incontrano il vuoto del nero è palpabile il valore cromatico, diventa come pastello su carta ruvida, consistente e penetrante. Si creano anfratti, spazi siderali, dilatazioni temporali. È una nascita: dal fuoco la nera terra dona riflessi ferrosi di blu. Si aprono distese di cieli, di terra e luna, paesaggi, dove ancora nuove percezioni si offrono come richiami visivi alle tecniche grafiche digitali e sottili linee dinamicamente ondulate offrono la luminosità dei pixel.
In queste relazioni tutte di luce e colore, ha un elevato valore il bianco, come aria piena d’acqua o stratificata e piatta come nebbia, come luce che copre il valore indefinito del nero, come morbida pennellata che pacifica i contrasti violenti dei rossi. Resta da chiarire cosa sia per Grassi la fotografia. La sua ricerca è lontana dalla documentazione, dalla rappresentazione reale, dall’interpretazione surreale o dalla manipolazione materiale. È un linguaggio che pone al centro la capacità creativa e interpretativa della fotografia in relazione a diverse sussistenze e crea una nuova dimensione visiva, quella dell’altrove.
Ivana Salis