Stefano Serretta / Alessandro Sambini – Spit or Swallow

Informazioni Evento

Luogo
UNA GALLERIA
Via Sant,Antonino 33, Piacenza, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - venerdì 16:00 - 19:00
sabato 10:00 - 13:00 | 16:00 - 19:00
e su appuntamento

Vernissage
26/01/2019

ore 18,30

Artisti
Alessandro Sambini, Stefano Serretta
Curatori
Andrea Tinterri
Generi
arte contemporanea, personale

UNA è lieta di presentare SPIT or SWALLOW, bipersonale di Stefano Serretta e Alessandro Sambini a cura di Andrea Tinterri.

Comunicato stampa

UNA è lieta di presentare SPIT or SWALLOW, bipersonale di Stefano Serretta e Alessandro Sambini a cura di Andrea Tinterri.

La mostra insiste sull’idea di rappresentazione, riflettendo sul meccanismo e il mutamento di specifici fenomeni iconografici del nostro presente.
Serretta prosegue l’indagine sull’icona e sulle immagini della Storia, concentrandosi su alcuni fenomeni generati dai fondamentalismi contemporanei, individuando modelli iconografici traslati direttamente dall’entertainment occidentale. Il suo lavoro riflette sui monumenti e siti archeologici simbolo di una distruzione in bilico tra iconoclastia e iconofilia, di una cancellazione, di un gesto che diventa immagine, sostituendosi all’idolo eliminato. "L'immagine è l'imitazione di una cosa, solo nel senso in cui l'imitazione è l'emulazione della cosa: essa rivaleggia con la cosa, e la rivalità non riguarda tanto la riproduzione quanto la competizione per la presenza. L'immagine contende alla cosa la presenza" (Jean-Luc Nancy, Tre saggi sull’immagine).

Un confronto diretto con il progetto di Alessandro Sambini Spelling Book: usando un algoritmo, scaricabile gratuitamente su internet, restituisce una serie di immagini (piramide, Marte, Gesù, scheletro) che non possiedono alcun riferimento con il dato reale. L’algoritmo, attraverso un suo database, elabora un’immagine plausibile, ma completamente indipendente dalla realtà. In questo modo Sambini non solo approfondisce il rapporto tra immagine e intelligenza artificiale, ma interroga l’algoritmo stesso, il suo personale database con le relative scelte e omissioni.

In entrambi i progetti ad essere interessate sono nuove strutture linguistiche, nuovi canali, nuove scritture attraverso cui comunicare e filtrare il mondo. Immagini consumabili, modelli iconografici dati in pasto ad un pubblico che li osserva, li mastica, li digerisce.

Andrea Tinterri