Stefano Tassi – Città anemiche
Prima mostra personale di STEFANO TASSI alla Galleria La Linea di Montalcino (SI).
Comunicato stampa
Sarà possibile visitare la mostra – sia previo appuntamento chiamando il numero 338 – 4520080 – sia durante il normale orario di apertura della Galleria, con obbligo di uso della mascherina e di rispetto del distanziamento.
Come è noto l'anemia del sangue è una condizione nella quale il numero di globuli rossi non è sufficiente a trasportare abbastanza ossigeno da soddisfare i bisogni di organi e tessuti del corpo. Per Stefano Tassi nella fotografia quei globuli rossi sono rappresentati da un elemento chimico fondamentale: il nitrato di argento, sensibile ai fotoni che colpiscono sia la pellicola che la carta da stampa.
Nelle carte fotografiche da stampa analogica, lasciate per anni esposte all'umidità ed alla luce naturale, il nitrato d'argento è parzialmente evaporato, cosicchè i fotoni non sono più in grado di imprimere l'immagine sulla carta in maniera efficace e corretta.
E' proprio questa mancanza ciò che l'autore definisce “fotografia anemica”.
In questa mostra troverete quindi esposte una serie di fotografie digitali stampate però su vecchie carte analogiche, le quali hanno reagito in maniera imprevedibile e casuale attraverso i diversi getti di inchiostro, generando diverse tonalità di colore, in base alla quantità di nitrati ancora presente sulle superfici da impressionare.
Le stesse fotografie sono state poi successivamente lavorate da Tassi con interventi pittorici e riporti materici.
Si è così realizzata una rara alchimia tra gesto, carta e colore che ha trasformato le immagini in veri e propri oggetti pittorici di poetica qualità narrativa e di straordinaria potenza cromatica.
La gran parte delle opere esposte hanno come soggetto vedute di città riprese dall'autore al computer attraverso web cam sparse in tutto il mondo alle ore 11,30 del mattino, durante i giorni della prima quarantena.
Accanto alle iniziali fotografie di piccolo formato troverete inoltre alcuni ingrandimenti delle stesse, anch'essi ritoccati a mano dall'autore con varie tecniche miste pittoriche, capaci di variare ancora una volta il paradigma iniziale di riferimento e trasformarsi sempre in qualcosa di diverso e affascinante.
Matteo Scuffiotti