Stephane Barbier Bouvet – Dating Greek and Other Beauties
Un incontro tra il lavoro di Stephane Barbier Bouvet e la collezione di calchi in gesso di sculture greche, latine, rinascimentali e classiciste della Haute Ecole d’Art et Design (HEAD) di Ginevra, appartenente allo Stato di Ginevra.
Comunicato stampa
Dal 25 marzo al 17 aprile 2016, lo spazio d’arte contemporanea la rada (Locarno) presenta Dating Greek and Other Beauties, un incontro tra il lavoro di Stephane Barbier Bouvet e la collezione di calchi in gesso di sculture greche, latine, rinascimentali e classiciste della Haute Ecole d’Art et Design (HEAD) di Ginevra, appartenente allo Stato di Ginevra.
Il progetto di Stephane Barbier Bouvet è allestito in due sedi: alla rada di Locarno ed alla fabbrica di Losone, in occasione del Festival Performa (solo il 2 ed il 3 aprile).
Dating Greek and Other Beauties è un incontro di incontri nell’hic et hunc, e nell’altrove. Linguaggi distinti si legano e si contraddicono nella creazione di connessioni inattese tra gli oggetti della collezione e le opere di Stéphane Barbier Bouvet, in un dispositivo di attuazione contemporaneo. Mostrare e celare, dialogo e scontro, gioco e irriverenza.
Le sue opere provengono da universi derivati, primo fra tutti quello del design, dell’hi-tech e del recupero, incentrate sull’idea che sia possibile e necessario mettere in discussione i limiti di ogni linguaggio dato, in un diverso rapporto con la storia delle forme e la loro trasmissione, concependo una reale scenografia, un paesaggio di composizioni. Un crossover che induce l’attitudine del lavoro di Stéphane Barbier Bouvet a definirsi disinvolta nel relazionarsi coi gessi: gioca con i codici della scultura e della rappresentazione, riflettendo sul ruolo delle presenze, quelle fisiche e visibili, ma anche su ciò che ancora non si mostra.
Dalla sospensione allo stockage, passando per la ripetizione, eleva, mostra e interagisce con gli elementi, ma improvvisamente cambia rotta in un un continuo andirivieni, volontario e involontario, materiale e immateriale. Si perde il filo della comprensione in una rappresentazione classica: uno spaesamento misurato, intenzionale o non, che indugia sul confine tra oggetti scultorei e funzionali, sul concetto di opera e della riproduzione, sul supporto, sul ready made, sulla simulazione e sul decoro.
E sullo spazio. L’interazione permette di comprendere le sculture nello spazio, gli incontri e il loro perché. Un progetto espositivo che si interroga sull’esistenza di una collezione di gessi antichi. La ragione è la nostalgia, la malinconia di una visione che non esiste più, ma che si vuole rendere accessibile, tattile e visiva. Il dialogo tra i codici classici e il contemporaneo può davvero essere profondo se si prende il tempo di guardare tutti i dettagli, di ogni singola parte del tutto.
Stephane Barbier Bouvet (nato a Marsiglia nel 1981) ha studiato design presso l'Ecal, Losanna. Nel 2006 ha fondato 1m3, artist run space di Losanna. I suoi progetti sono stati esposti tra gli altri anche presso il Centre Pompidou di Parigi, il Centre d’Art Contemporain di Ginevra, il Musée des Beaux Arts di Losanna, Live in Your Head, Head, Ginevra e l'Istituto Svizzero, Milano.
Per la realizzazione del progetto si ringraziano Jean-Pierre Greff, Yann Chateigné, Silvain Delacretaz, Katrin Kettenacker e naturalmente la HEAD (Ginevra), la cui collezione di calchi in gesso si compone di migliaia di pezzi, prodotti e conservati dalla metà del 18° secolo. Essa è tra le più importanti in Europa dedicate allo studio ed alla trasmissione della storia della scultura e della rappresentazione anatomica, anche a scopo commerciale per la produzione di copie, fonte lucrativa ormai terminata con la conseguente esposizione della collezione al rischio di chiusura.
Il progetto è curato da Carolina Sanchez, in collaborazione con Noah Stolz, curatore per le arti visive del Festival Performa, nostro partner in questa occasione.
Questo progetto s’inscrive nel programma “E' terribile: siamo così giovani ed abbiamo già scordato tante cose!”, dedicato agli artisti emergenti svizzeri e curato da Riccardo Lisi, con il sostegno di Pro Helvetia.
Il programma annuale della rada è supportato da Repubblica e Stato del Canton Ticino – Fondi Swisslos.