Still life. Not dead yet
L’esposizione si pone come obiettivo un’indagine sulle relazioni che intercorrono fra oggetti, individui e contesti. Still Life. Not dead yet è un gioco di parole a partire dalla traduzione dall’inglese Still Life (Natura Morta) e la sua scomposizione letterale in due termini ben distinti: Still (ancora) e Life (vita), ovvero “ancòra vita”, che si allontana dal concetto di natura morta per dare spazio a più ampie teorie e considerazioni.
Comunicato stampa
“Forse un oggetto è un legame che ci permette di passare da un soggetto all’altro, di vivere in società, di stare insieme. Ma poiché i rapporti sociali sono sempre ambigui e il pensiero divide così come unisce e le parole uniscono per quello che omettono, c’è un grande abisso che separa la mia certezza soggettiva dalla verità oggettiva degli altri. Poichè so di essere colpevole anche se mi sento innocente. Poichè ogni evento transforma la mia vita quotidiana. Poichè sbaglio a comunicare, a capire. Ad amare o essere amato. Poichè ogni fallimento mi confina nella solitudine. Poichè non posso sottrarmi all’obiettività che mi schiaccia nè alla soggettività che mi esilia. Poichè non posso innalzarmi fino all’essere, né cadere nel nulla.. devo ascoltare, devo guardare intorno a me più che mai... il mondo, il mio simile, mio fratello.”
Jean-Luc Godard, Due o tre cose che so di lei, 1967.
Giovedì 20 marzo alle ore 18:00, lo spazio Art in the City (Via Medici 15, Milano), in collaborazione con NABA - Nuova Accademia Belle Arti di Milano, è lieto di ospitare Still life. Not dead yet, un’idea del collettivo curatoriale composto da Caterina Aquili, Sabrina Ceruti, Stefania Magli, Paola Mapelli, Fabio Meloni e Magdalini Tiamkaris che accoglie le opere di 7 artisti invitati ad indagare il loro rapporto con gli oggetti, tra cui: Cecilie Hjelvik Andersen, Ruben De Sousa, Roberta Garbagnati, Giulia Maiorano, Carlo Miele, Miao Qian e Sarp Renk Özer.
L’esposizione si pone come obiettivo un’indagine sulle relazioni che intercorrono fra oggetti, individui e contesti. Still Life. Not dead yet è un gioco di parole a partire dalla traduzione dall’inglese Still Life (Natura Morta) e la sua scomposizione letterale in due termini ben distinti: Still (ancora) e Life (vita), ovvero “ancòra vita”, che si allontana dal concetto di natura morta per dare spazio a più ampie teorie e considerazioni. Un enigma semantico che ci porta a riflettere sul significato che assumono gli oggetti nel momento in cui ci relazioniamo ad essi, dunque al mondo fisico e alla società. È la contaminazione e la continua messa in gioco del suo significato a mantenerlo in vita, aldilà della sua finitezza materiale. Still life come nature morte che continuano a vivere aldilà della loro condizione di morte.
Un oggetto per definizione è qualcosa di materiale, inanimato, percepibile attraverso i sensi. Qualcosa che continua a vivere quando gli uomini scompaiono. Esiste in quanto realtà a se, indipendentemente dal soggetto pensante e dall'atto con cui è immaginato. È una base dalla quale partire in vista di un riconoscimento di se stessi e dell'altro. L’oggetto gioca un ruolo di mediazione tra le persone, mette in relazione gli uni con gli altri e dà origine a costellazioni di significati. Attraverso gli oggetti si può leggere una storia, un racconto, un vissuto che si rapporta con l'esistenza. Riconsideriamo la funzione dell’oggetto, non in quanto semplice feticcio, ma come tentativo di rappresentazione di uno stato psichico. È la percezione che una persona ha del mondo e allo stesso tempo uno strumento che lo aiuta ad osservare e a misurare le cose. È una traccia, che nasce dall’esigenza umana di trasmettere qualcosa di transitorio che perduri nel tempo. Una sorta di memento mori che s’interroga appunto sulla caducità dell’esistenza.
L’oggetto dunque è in continua contrapposizione tra la sua condizione di vita e di morte: Still Life. Not Dead Yet.
La mostra collettiva che inaugurerà giovedì 20 marzo sarà visitabile fino al 26 ed è il progetto conclusivo sviluppato all’interno del Corso Serale di Curatela ideato e tenuto da Andris Brinkmanis e Elvira Vannini.
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Art in the City è uno spazio culturale no-profit nato nel 2013 nel cuore di Milano come luogo di incontro aperto a tutti i creativi, con la penna, il computer, la matita, il pennello o semplicemente il pensiero. La nostra sede, in via Medici 15, a soli 5 minuti dal Duomo, si presenta come spazio ideale per organizzare, mostre e progetti espositivi, workshop artistici, seminari, training, presentazioni di libri, di progetti di musica, Art Team Building, iniziative culturali e tutto quello che ci suggerisce la nostra e la tua creatività.