Street Art in Cava – Ozmo
Ozmo, al secolo Gionata Gesi, sbarca in città per realizzare per “Street Art in Cava” un’opera colossale oltre 160 mq all’interno della cava Ravaccione.
Comunicato stampa
Mentre a New York in questi giorni va in scena l’attesissima asta di 25 lavori del misterioso street artist Banksy a Carrara arriva Ozmo, uno dei suoi più famosi colleghi italiani di arte murale. Ozmo, al secolo Gionata Gesi, sbarca in città per realizzare per “Street Art in Cava” un’opera colossale oltre 160 mq all’interno della cava Ravaccione.
Un’opera fortissimamente voluta dalla promotrice dell’iniziativa, Francesca Dell’Amico, che con l’azienda Marmo Tour ha sponsorizzato quella che vuole essere un omaggio al marmo e alla città di Carrara, veicolato da un simbolo mondiale come Michelangelo Buonarroti.
La Dell’Amico afferma: “Ho voluto che questo intervento avesse come ispirazione un’opera di Michelangelo riconoscibile in tutto il mondo, un artista che di questo territorio è un simbolo che rappresenta la ricchezza del marmo e la capacità dei nostri artigiani. Ringrazio sinceramente Ozmo che ho fortissimamente voluto, stimando il suo lavoro e ammirando il suo stile, perché ha saputo assecondare questo mio desiderio”.
Da almeno cinque secoli il nome di Carrara è sinonimo di materiali di elevato pregio per la realizzazione di opere d’arte e architettura ed è noto a livello mondiale grazie anche all’attività svolta da Michelangelo Buonarroti sul territorio, che ha saputo valorizzarli al massimo grado, con l’aiuto degli artigiani locali.
Per rinverdire e attualizzare i fasti del binomio Carrara (marmo)–Michelangelo l’azienda Marmo Tour di Francesca dell’Amico promuove il progetto “Street Art in Cava” con la collaborazione di Artemachina Srl, delle associazioni OpenArt Project e stART, il patrocinio del Comune di Carrara e la partecipazione di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, un’iniziativa innovativa ospitata nella Galleria Ravaccione, che testimonia l’attualità e la potenzialità espressiva dell’esempio michelangiolesco e del materiale da lui utilizzato.
Michelangelo arrivato la prima volta a Carrara nel 1497 come narra la storia su un cavallo grigio con in tasca 15 ducati e 3 carlini per frequentare i “maestri del cavar marmi” e prendere contatto con quello che doveva essere il fornitore del materiale pregiato per la realizzazione della pietà, lo scarpellino Matteo Cuccarello.
Continuerà i suoi viaggi a Carrara, dove cercherà il marmo per i suoi capolavori, tra cui quelli per la monumentale tomba di Giulio II che lo vedranno permanere sul territorio da aprile a dicembre 1515, viaggio che segnerà il suo stile e la sua visione plastica.
Ozmo ha esposto in alcuni dei principali spazi pubblici e urbani a livello internazionale; da Miami in Florida a New York e Baltimora, dal museo del Novecento a Milano al Museo d’Arte Contemporanea di Roma, dagli spazi della Scuola Normale a quelli della Factory Art di Berlino per citarne alcuni.
Ammirato per il suo stile caratteristico, Ozmo è anche un raffinato conoscitore dell’iconografia artistica occidentale e da lungo tempo ha analizzato la l’opera del Buonarroti, come testimoniano le opere realizzate nel corso degli ultimi anni, in particolare quella realizzata a Danzica e quella di Miami nel distretto “artistico” di Wynwood.
Nella cava di Ravaccione, attualizza con le dinamiche della street art, l’iconografia de “La Genesi” michelangiolesca che da secoli attrae folle oceaniche ai Musei Vaticani, riuscendo nell’impresa di articolare un omaggio al “tempio” estrattivo della “materia di cui sono fatti i sogni degli artisti”, rendere omaggio al territorio e ai “maestri del cavar marmo” che traducono in forme armoniche i voli pindarici della fantasia degli artisti e al territorio che li ospita.
Ozmo riesce anche a creare una duplice dimensione fruitiva, quella pubblica (l’opera sarà visitabile dal pubblico) e quella privata lavorativa, che vedrà gli operatori e le varie figure professionali convivere e relazionarsi quotidianamente con essa.
La parete si trova infatti nel cuore della montagna in cui Michelangelo sceglieva i suoi marmi in una grande sala a cui si accede attraverso un lungo tunnel (realizzato nell’800 per la Ferrovia Marmifera) scavato nella roccia per 600 m.
Lì il visitatore si trova di fronte a quest’opera, il cui stile rinvia alle pareti del contesto metropolitano, ma il soggetto e la composizione si integrano come una seconda pelle al marmo e ambiscono ad integrarsi ai processi lavorativi quotidiani in veste di ammirati spettatori e numi tutelari.
“L’evento riesce a mettere in evidenza allo stesso tempo le potenzialità espressive ed estetiche del marmo, la sua attualità e l’inesauribile influenza che Michelangelo ha esercitato su generazioni di artisti fino ai giorni nostri” afferma il curatore Alessandro Romanini.
Gli fa eco il co-curatore Gianguido Grassi che afferma “L’originalità dell’evento risiede nella capacità di miscelare armonicamente il più classico dei materiali espressivi e i linguaggi di cui è simbolo, con la forma artistica più legata alla dimensione urbana sociale, il tutto inserito in un contesto sacrale da basilica rinascimentale”.
Vista l’eccezionalità dell’iniziativa e il livello artistico-culturale complessivo dell’intervento, lo sviluppo della produzione dell’opera di Ozmo, verrà ripresa nella sua integrità e riproposta in un video a carattere documentario.
Anche il vernissage e le successive giornate di apertura straordinaria gratuita della galleria assumeranno una forma originale, con accompagnamento musicale in linea con lo “street art style”, proiezioni video che mostreranno il lavoro svolto dall’artista nel suo sviluppo, il tutto accompagnato da punti ristoro.
Lungo il tunnel –residuo del passaggio della Ferrovia Marmifera, gioiello carrarese ottocentesco- che porta all’interno della cava e nella gallerie laterali sono visibili diverse cave di marmo bianco in piena attività estrattiva, e si giunge infine a due enormi sale completamente scavate nel marmo bianco, che costituiscono un luogo unico per la suggestione naturalistica ma anche storico-artistica: uno straordinario scenario apuano.
Questa complesso di condizioni assicura una forte visibilità all’intervento realizzato e mette l’opera a confronto con un luogo altamente simbolico, finendo per amplificarsi a vicenda.
La presentazione dell’opera avverrà il 22/12 (ore 18) con conferenza stampa e una inaugurazione, alla presenza dell’artista e dei curatori e la programmazione di 2 giornate di apertura straordinaria della galleria (23 e 30 dicembre, dalle 11 alle 19) proprio per rendere l’opera fruibile da un più vasto concorso di pubblico e permettere a tutti anche la visita gratuita della cava in galleria. E’ infatti desiderio di Francesca Dell’Amico, titolare della Marmo Tour, configurare queste giornate come festeggiamento natalizio per la città: per tutta la durata dell’evento saranno infatti allestiti punti ristoro con bevande calde (gestiti dall’Associazione della Pubblica Assistenza) e musica.
Punto di incontro è la “casetta” ingresso del Marmo Tour, a Fantiscritti, da li sarà possibile accedere a piedi lungo il vecchio tunnel della Marmifera, fino alla grande parete dove è stata realizzata l’opera.