Stupido come un pittore #2
Secondo episodio di un progetto sviluppato in tre tappe. Stupido come un pittore rappresenta un luogo di scambio e di ricerca il cui obiettivo è approfondire lo stato della giovane pittura italiana.
Comunicato stampa
STUPIDO COME UN PITTORE
GIOVANNI COPELLI - LINDA CARRARA - GIACOMO MONTANELLI - GIULIO SAVERIO ROSSI - MICHELE TOCCA - MIMMO GERMANÀ
cura Rossella Farinotti e Simona Squadrito
Inaugurazione: domenica 20 maggio 2018, ore 17.00
Apertura mostra:fino al 3 giugno 2018 Villa Vertua Masolo
Via Garibaldi 1, 20834, Nova Milanese - mB
Con il patrocinio del comune di Nova Milanese
«In Francia c’è un vecchio detto: “stupido come un pittore”» Marcel Duchamp
Domenica 20 maggio 2018 inaugura Stupido come un pittore #2, il secondo episodio di un progetto sviluppato in tre tappe. Stupido come un pittore rappresenta un luogo di scambio e di ricerca il cui obiettivo è approfondire lo stato della giovane pittura italiana. Un momento di dialogo e di confronto tra alcuni artisti emergenti italiani e tra due critiche, Rossella Farinotti e Simona Squadrito, che da anni sono impegnate nello studio della pittura con sguardi e punti di vista differenti.
Villa Vertua Masolo diventa così lo scenario per accogliere una rigorosa e circoscritta selezione di pittori, attraverso una ricerca che abbandona l’approccio tassonomico per affrontare un’operazione di sintesi: un lavoro di analisi e interpretazione legato a precise scelte critiche e linguistiche.
Con la celebre citazione di matrice duchampiana, la mostra intende stimolare una riflessione sulla necessità insita nella pittura italiana di trovare il giusto bilancio tra i modelli della tradizione pittorica e la necessaria evoluzione di questo linguaggio, facendo emergere quelle ricerche che riescono a mettere in discussione, appropriandosene, i mo- delli tradizionali attraverso una rilettura della storia dell’arte: linguaggi ed esiti che si pongono in una continuità storica attraverso il superamento di forme di pensiero ed estetiche, dove la storia non viene letta come un processo verticale, ma orizzontale, e i concetti di “vecchio” e di “nuovo” vengono sostituiti da quelli di “vicino” e “distante”. Attraverso questo ciclo di mostre si è deciso inoltre di mettere a confronto i lavori degli artisti invitati con le opere di un maestro della tradizione pittorica del secondo Novecento italiano.
In Stupido come un pittore #2 gli artisti selezionati sono messi in dialogo con Mimmo Germanà, l’outsider della Tran- savanguardia italiana, scelto per l’iconicità del suo stile pittorico, che risulta emblematico rispetto alla pittura italiana degli anni Ottanta. In mostra saranno esposti una serie di disegni su carta della collezione di Carlo Lioce, della Room Galleria e un dipinto a olio.
La prima tappa di Stupido come un pittore ha voluto mettere in luce, attraverso una mostra rarefatta e atmosferica, le ultime ricerche di Thomas Berra, Sebastiano Impellizzeri, Pesce Khete, Nicola Melinelli e Valentino Vago; artisti che, seppur con risultati differenti, affrontano la pittura attraverso un dialogo serrato con la luce e con lo spazio, mostrando in alcuni casi gli esiti più drastici di questa ricerca, definiti dalle curatrici della mostra “extrapittorici”.
Se colore, luce, spazio e aniconicità sono stati gli elementi centrali della prima tappa, paesaggi, figure, scene - insieme all’elemento decorativo della pittura - sono gli elementi su cui verte questa seconda tappa. La mostra, oltre a offrire una panoramica sulle ricerche pittoriche da “studio”, è il luogo dove gli artisti si confrontano con gli spazi di Villa Vertua Masolo, proponendo una serie di interventi site-specific. Villa Vertua Masolo viene dunque ripresa non come scenario di un display dove la pittura è la sola protagonista, ma come un soggetto intorno a cui ruotano gli interventi artistici.
In occasione dell’opening della mostra sarà presentato al pubblico per la prima volta una preziosa pubblicazione in edizione limitata dedicata a Mimmo Germanà, stampata da Paolo Nava e curata da Carlo Lioce.
La mostra è accompagnata dal testo critico di Alberto Mugnaini.