Sul segno degli artisti – Claudio Givani
Il quattordicesimo appuntamento della rassegna ‘Sul segno degli artisti’ e’ dedicato a uno scultore che utilizza le materie piu’ disparata, dal metallo al legno ricilato.
Comunicato stampa
Dodici artisti da presentare nell'arco di un anno con 12 lavori ciascuno. Alla fine dell'anno sarà pubblicato un catalogo edito dalla Salarchi Immagini, nel segno degli (astri) artisti prescelti, con 144 opere: esso costituirà ciclicamente per dodici anni il corpo ideale di una sinestesia simbolica da deporre nella collana editoriale “Sul segno degli artisti” in dodici volumi, per un ammontare cabalistico di 1728 opere d'arte esposte, prodotte da 144 artisti. Domenica 9 settembre, alle ore 19, organizzata da Archinet e dalla Galleria degli Archi di Comiso, presso la Sala Mostre della Fondazione Gesualdo Bufalino è la volta, per il ciclo degli autori del Toro, dell’artista romano Claudio Givani.
Il quattordicesimo appuntamento della rassegna “Sul segno degli artisti” è dedicato a uno scultore raffinato che usa la materia più disparata, dal metallo, alle materie plastiche, dai materiali riciclati al legno in forme che compongono lo spazio di una “natura senza nome”, non definibile, molto originale, però, nel suo aspetto simbolico e quasi grafico: una spazialità effimera alla vista che cerca un equilibrio formale nella resistenza dell’immagine, della visione che ci trasmette. Un sodalizio portentoso tra spazialità e natura indefinita delle strutture create, inventate, riprodotte, rapporto che viene espresso con la stessa qualità visiva nelle sue installazioni e nelle sua pittura. Di lui hanno detto: «Le sue opere scultoree, così come le installazioni e la pittura, sono ricche nel tessuto cromatico…Forme e materiali, dialoganti e contrapposti che si caricano di significati concettuali e simbolici». (P.Ferri 1990) «…Erratico nelle tecniche e complesso nell’immagine tende a stabilire un rapporto stretto con lo stesso spazio ma tale da permettergli una variabilità di proporzioni e dipunti di vista percettivi ed anche un’ambiguità di comunicazione realizzata con un assemblaggio di materie e di codici diversi.» (A.Perilli 1993) «Dichiarano subito la loro identità, naturale o artificiale, di sintesi, i materiali impiegati di volta in volta da Claudio Givani in pitture, sculture, installazioni, risultati sempre di un ars combinatoria che riferisce del bianco e del nero, del recto e del verso, di situazioni al limite, di equilibri perduti, a volte ritrovati…
Per lui, appare chiaro, il creato è un immenso repertorio di possibilità compresenti, di circostanze concrete, fisiche, e di realtà mentali alle quali dare forma. Accordando i gesti, le tecniche, gli interventi per moltiplicare i riferimenti e i significati. Che non bastano comunque, spingendo l’artista ad andare oltre, senza temere di forzare limiti e confini.» ( M.Scolaro 2008) Claudio Givani in questa mostra espone dodici grandi opere su carta che potremo ammirare nel prestigioso spazio della Fondazione Gesualdo Bufalino. Biografia Claudio Givani è nato a Roma nel 1958, comincia a esporre intorno alla metà degli anni '80, in collettive e personali in Italia e all’estero. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, italiane e straniere.
Nel 1988, il Museo d'arte Moderna di Bologna – Mambo, acquista una sua opera: “Senza Titolo -1987”. Nel 1996, invitato alla XII Quadriennale di Roma, “Ultime Generazioni”,il Macro di Roma, acquista l’opera : “Quadro ’63 -‘96”. Hanno scritto di lui, fra gli altri: Claudio Verna, Antonio D’Avossa, Giovanni Iovane, Cecilia Casorati, Vito Apuleo, Francesca Alfano Miglietti, Marisa Vescovo, Mauro Manara, Gaetano Ferri, Francesco Vincitorio, Phoebe Tate, Marina Dvoikovic, Stefano Chiodi, Simonetta Lux, Lorenza Trucchi, Renato Barilli, Silvia Grandi, Sabrina Zannier, Patrizia Ferri, Mario De Candia, Patrizia Mania, Enrico Mascelloni, Achille Perilli, Mariella Lestingi, Luciano Caramel, Fabio Briguglio, Daniele Cassandro, Enrico Gallian, Alice Rubbini, Antonio Capaccio, Michela Scolaro, Francesca Bottari, Carlo Alberto Bucci, Maria Letizia Bixio.