Sulle tracce di Ingres
Mostra collettiva degli allievi di Pier Luigi Berto, docente di Disegno presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Comunicato stampa
Un gruppo di allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma si è avventurato Sulle tracce di Ingres: la mostra è il frutto di questa ricerca, che nasce dall'amore di Pier Luigi Berto per il disegno, e dalla sua convinzione “che disegnare sia un modo per guardare le cose in maniera inconsueta. Senza paura di “sbagliare”, ma anche senza rifiutare la coerenza rispetto a certe regole rappresentative, nelle quali occhio, cervello e anima possono identificarsi nel tracciato della mano, costruendo il rigore della rappresentazione.
I ragazzi che espongono in questa mostra hanno inteso rendere omaggio a Ingres con grande umiltà, cercando di trovare un loro mondo espressivo nell’uso di tecniche e materiali appresi dallo studio della sua opera: nella punta d’argento, nel piombo o la grafite, nel bianco d’osso e nei pigmenti, nelle carte preparate a mano e in quelle rintelate. Tutte tecniche che sperimentano comunemente nelle lezioni in accademia, ma che in Ingres hanno riscoperto straordinarie, perché straordinario è il suo livello d’approccio all’Arte.”
Nel catalogo testi critici di Robertomaria Siena e Marco Nocca.
Robertomaria Siena cita De Chirico - “ il disegno, l’arte divina, base di ogni costruzione plastica, scheletro di ogni opera buona”- nell'incipit del suo scritto sulla mostra. E prosegue:
“In primis tutti i lavori presuppongono quel “ritorno al mestiere” senza il quale questa mostra non esisterebbe; ciò significa polemizzare con tutte le teorie della “morte dell’arte”. Secondariamente ( ma contemporaneamente) il “ritorno al mestiere” porta con sé un riallacciato rapporto con la storia ; trattando il disegno, gli autori non potevano non incontrare Jean-Auguste- Dominique Ingres, colui che , com’è noto, ha definito il disegno “la probità dell’arte”. Ora tutto ciò non basta; omaggiare il maestro francese significa celebrare un artista che è stato considerato come il “responsabile dell’Accademismo Ottocentesco”. Per fortuna oggi siamo andati riscoprendo l’Accademismo e stiamo rimettendo le cose a posto sul piano storico- critico. Omaggiare Ingres significa inoltre riportare l’arte sul terreno della bellezza; quella bellezza che il Dadaismo prima e le Neoavanguardie dopo, hanno irresponsabilmente escluso dall’arte.”
Marco Nocca, esalta l'iniziativa proponendo una riflessione sul connubio arte-Roma oggi:
“L‘idea è ghiotta, e proviene da quel geniaccio del disegno che è Pier Luigi Berto, sempre impegnato con gli allievi in arrampicate sportive sulle cime della nobile arte: possiamo guardare le cose con gli occhi di Ingres? Possiamo vivere OGGI nell’Eterna (Città) e vederla come la vedeva il giovane pensionnaire, destinato a diventare un giorno(1836) Direttore dell’Accademia di Francia a Roma?
Un binomio che incute timore solo a sentirlo, figuriamoci ad un allievo di disegno dell’Accademia di Belle Arti. Epperò, siccome Pier Luigi è un uomo che ama le sfide, ed ha fatto della paura come passione la sua vita eccolo dare l’esempio, partire in testa al suo drappello di disegnatori.”