Supernatura
In Supernatura la realtà è intesa come un giocattolo da manipolare al fine conoscitivo per una comprensione maggiore della stessa, verso un superamento della natura grazie all’uso della versatile materia plastica condiviso da entrambi gli artisti.
Comunicato stampa
Tra Firenze e Prato Piero Gilardi e Omar Ronda supervisionano la natura offrendoci possibili superamenti di un mondo naturalmente artificiale tutto ancora da scoprire…
Between Prato and Firenze, Piero Gilardi and Omar Ronda carry out a supervision of nature , offering us the possibility to get over the natural and artificial world which isn’t yet discovered…
Palazzo Medici Riccardi, Via Camillo Cavour n°3, Firenze
Galleria Armanda Gori Arte, Viale della Repubblica n°66, Prato
Inaugurazione a Palazzo Medici Riccardi sabato 5 maggio 2012, ore 17:00
La mostra sarà visibile fino a giovedì 31 maggio 2012
Dal 5 maggio 2012 l’esposizione Supernatura di Piero Gilardi e Omar Ronda è in programma nelle sale di Palazzo Medici Riccardi a Firenze e contemporaneamente a Prato nella Galleria Armanda Gori Arte.
“Si guarda al passato ma il futuro si annuncia lucido, colorato, liscio, che non sporca le mani. Il mondo si annuncia oscillante tra una ricerca di essenzialità e la visione di un’immensa Plastic City tecnologica, perché ci sono utopie che guardano alla scienza e non solo all’agricoltura, del resto cosa ha mai inventato l’uomo di più geniale della tecnica” (V. Dehò).
In Supernatura la realtà è intesa come un giocattolo da manipolare al fine conoscitivo per una comprensione maggiore della stessa, verso un superamento della natura grazie all’uso della versatile materia plastica condiviso da entrambi gli artisti. In Piero Gilardi si torna alle origini primordiali della creta demiurgica qui, però, impeccabilmente sostituita dalla materia plastica che simula piccoli universi, intricati frammenti di realtà “naturale” trasfigurati dalla decontestualizzazione nello spazio espositivo tanto da apparirci titanici nella loro superlativa naturalezza. “La natura è assente, ma presente come struttura visiva, non c’è e non può essere evocata, può però essere vissuta nella sua speculare presenza come immagine, altro da sé” (V. Dehò). In Gilardi la cura formale di un giardiniere si coniuga alla ferrea analisi di un botanico per strutturare surreali architetture. Architetture complesse che si snodano come un dedalo intricato di fronte ai nostri occhi e che vagano scrutando la texture di superfici fantastiche.
Plastica che abbandona, invece, ogni finalità mimetica per esprimere ogni possibilità estetica nelle opere di Omar Ronda. Qui la materia fonde, fila, si sovrappone incrociandosi in percorsi inaspettati. Una materia colore che deborda da un imprecisato punto germinale irradiandosi attorno all’immagine ma non per incorniciarla, bensì per preservarla come icona occidentale senza tempo. Il tutto diviene un vero e proprio inno al potenziale seduttivo della plastica, quanto mai ammaliante nel suo eccesso. “La plastica non solo decora ma dà forma e sostanza all’immaginario. Brilla, è brillante, cioè ci fa venire fuori dal grigiume quotidiano, diventando anche l’iperbole della moltiplicazione” (V. Dehò). Gemme incastonate nel colore compongono, così, intricate ragnatele di riflessi dalla logica sottesa.
Eng:
Since 5 may 2012 the exposition Supernatura by Piero Gilardi and Omar Ronda is present into the rooms of Palazzo Medici Riccardi in Firenze and, at the same time, in Prato, here into the Galleria Armanda Gori Arte.
“We look at the past but future forewarns bright, coloured, smooth, like it can’t dirty our hands. World forewarns between a search for essentialness and the vision of a wide Plastic and technological city, because there are utopias that look also at science and not only at agriculture. Otherwise, does man create something more ingenious of technics?” (V. Dehò).
In Supernatura reality is seen like a toy that can be handled to obtain a complete knowledge of itself, getting through the nature, thanks to the use of versatile plastic materials by both the artists.
Piero Gilardi comes back to the primordial origins of clay, but the material plastic take here the place of it, creating small universes that seem like intricate fragments of “natural” reality. These universes are transported into the exposition place and they appear us titanic even if extremely natural.
“Nature is absent but present like a visual structure. It is impossible to invoke it because it isn’t here but it can be lived as its specular image” (V. Dehò).
In Gilardi, the formal attention of a gardener joins the rigorous analysis of a botanist to create surreal architectures.
In Omar Ronda’s works, instead, the plastic abandons the mimetic aim to express any aesthetic possibility. Here the material melts, oozes, is laid upon unexpected journeys. There is a coloured material that overflows from a undefined point , radiating around the image not to frame it but to preserve it like an occidental timeless icon. Everything here becomes a hymn to the potential seductive of plastic that is charming like ever it has been. “Plastic decorate but also forms and gives substance to the imaginary. It is bright, it lights, it can help us to get out of the grey daily life” (V. Dehò). Jewels mounted in the colour.