Supponiamo un amore
Fondazione Officine Saffi è lieta di annunciare l’apertura della mostra “Supponiamo un amore” dal 13 novembre 2024 al 18 gennaio 2025, curata insieme a Fosbury Architecture.
Comunicato stampa
Fondazione Officine Saffi è lieta di annunciare l’apertura della mostra “Supponiamo un amore” dal 13 novembre 2024 al 18 gennaio 2025, curata insieme a Fosbury Architecture e che vede protagoniste le opere degli artisti Jacopo Belloni, Giuditta Branconi, Isabella Costabile e Rebecca Moccia. Promossa con il sostegno di Iris Ceramica Group, la mostra è il primo appuntamento di un ciclo espositivo dedicato a promuovere la ceramica e il suo potenziale all’interno della pratica di artisti emergenti.
“Supponiamo un amore” è il risultato dell’invito rivolto ai quattro artisti ad esplorare per la prima volta le possibilità che derivano dall’incontro tra la propria ricerca e la sperimentazione attraverso l’argilla. Invitati come ospiti in residenza all’interno dei laboratori della fondazione e di Officine Saffi Lab, ognuno degli artisti ha presentato il progetto di un’opera da realizzarsi in ceramica, attingendo liberamente al complesso di strumenti, tecniche, materiali e conoscenze offerti dal gruppo di lavoro e dai tecnici ceramisti.
L’allestimento della mostra, a cura di Fosbury Architecture e realizzato con il supporto tecnico di Laterlite S.p.A., si traduce spazialmente in un labirinto, evocando il percorso di apprendimento e scoperta dell’arte ceramica intrapreso dagli artisti. Un cammino non lineare, ma fatto di prove, sperimentazioni e di piccole epifanie, quelle rivelazioni che accompagnano ogni prima volta.
Nella diversità di percorsi, linguaggi e approcci alla contemporaneità, Belloni, Branconi, Costabile e Moccia appartengono a una stessa generazione di artisti cresciuti in Italia tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. La scelta e l'invito a loro rivolto per partecipare al progetto muove dalla supposizione e individuazione in ognuna delle loro ricerche di un potenziale di traduzione formale e sviluppo narrativo attraverso il medium ceramico.
Nel brano di Rino Gaetano del 1974 il cui titolo è preso in prestito per la mostra, il protagonista anticipa il sentimento di sofferenza provocato nella supposizione di un amore non corrisposto.“Supponiamo noi due; un amore nulla più; supponiamo un amore, che non voglio che vuoi tu?”: in tale prospettiva, un atto di fantasia straordinariamente quotidiano come quello della supposizione di un amore attiva per ogni “prima volta” una tensione tra immaginazione e realtà in ogni caso trasformativa di quest’ultima. Se il tema delle aspettative influenza inevitabilmente un invito come quello rivolto agli artisti dalla fondazione insieme a Fosbury Architecture, il progetto di mostra offre l’opportunità di un “esercizio” in cui tutti gli attori coinvolti sono chiamati ad affidare al tempo e alle sue trasformazioni l’unica possibilità di misurare il successo di questo primo incontro.
Jacopo Belloni, nato ad Ancona nel 1992, vive e lavora tra Roma e Ginevra. Belloni analizza nella sua pratica i processi di “teatralizzazione” del reale nella contemporaneità. Attraverso sculture, installazioni e performance l’artista gioca con riferimenti marginali della nostra società per mettere in scena i suoi costrutti percettivi, simbolici e narrativi. Jacopo Belloni si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano (2014), all’Università degli Studi di Milano (2018) e ha conseguito un MFA al Work.Master della HEAD, Ginevra (2021). Belloni ha esposto i suoi lavori in istituzioni e spazi espositivi internazionali, tra cui: Palazzo delle Esposizioni (Roma, IT); Sans Titre (Parigi, FR); ADA (Roma, IT); Aargauer Kunsthaus, (Aarau, CH); Centre d’Art Contemporain de la Ferme du Buisson (Marne-la-Vallée, FR); Kunsthalle Bern (Berna, CH); Istituto Svizzero (Rome, IT); Palazzo Re Rebaudengo, (Guarene, IT); Centre d’Art Contemporain (Ginevra, CH); Gessnerallee (Zurigo, CH), Archivio Conz (Berlin, DE); Palais de Tokyo (Paris, FR).Nel 2023 è stato selezionato per il secondo round degli Swiss Art Awards e nel 2021 per il secondo round degli Kiefer/Hablitzel Prize. Nel 2021 è stato selezionato per la Biennale College Arte. Belloni è stato fellow 2023/24 all'Istituto Svizzero di Roma.
Giuditta Branconi, nata a Sant’Omero nel 1998, vive e lavora tra Milano e Teramo. I lavori di Branconi sono audaci, vividi e accattivanti, un tableau teatrale dove figure atipiche e animali si intrecciano attorno a personaggi centrali con sguardi senza tempo. In questi dipinti caotici e flamboyant, volti e creature emergono dalla tela, portando lo spettatore in un mondo di chiaroscuri e colori intensi. Centrale nella sua ricerca è la rappresentazione della donna come agente di empowerment, che danza in un personale giardino dell’Eden. Ispirata alla memoria, alla storia dell’arte, alla moda e ai media, Branconi riafferma il ruolo femminile nella società contemporanea. Tra le numerose occasioni di esposizione del suo lavoro: Crossing Boundaries, Tang Contemporary, Hong Kong (2024), Supernova, MIART, Milano (2023), Les Filles Terribles, L.U.P.O (2022), Sguardi Dall’interno dell’Accademia di Brera, Lorenzelli Arte, Milano (2021).
Isabella Costabile, nata nel 1991 a New York, vive e lavora tra Milano e Grosseto. È cresciuta tra la Giamaica, gli Stati Uniti e l’Italia. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera e alla Zürcher Hochschule der Künste. La sua pratica scultorea si concentra su una metodologia compositiva caratterizzata dall'interpretazione di oggetti e materiali trovati, per riflettere sull'ambiguità delle loro forme e sulle molteplici percezioni della realtà. Il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni, tra cui Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020), Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (2022), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene (2023), Museion, Bolzano (2024), Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato (2024).
Rebecca Moccia, nata a Napoli nel 1992 vive e lavora a Milano. Rebecca Moccia è un'artista la cui pratica transdisciplinare esplora la materialità degli stati percettivi ed emotivi che possono emergere da specifiche caratteristiche dello spazio fisico e sociale. Le sue opere sono state esposte in istituzioni pubbliche e private tra cui: quindicesima Biennale di Gwangju, Oberhausen International Short Film Festival, ICA Milano, Jupiter Woods, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Prada, IIC Brussel, Fondazione Morra Greco, Mazzoleni, London-Torino, Museo Novecento, tra gli altri. Tra il 2021 e il 2023 ha ottenuto importanti riconoscimenti per il suo lavoro come il Premio OGR della Fondazione CRT, il Premio ArteVisione promosso da Careof e il grant per la ricerca internazionale del Ministero dei Beni Culturali (Italian Council X - DGCC) per il progetto Ministry of Loneliness, sviluppato in collaborazione con Magazzino Italian Art (New York), Nanzan University (Nagoya) IIC Seoul e Seoul Institute of the Arts (Seoul) tra gli altri partner culturali. Rebecca Moccia è tra i membri fondatori di AWI - Art Workers Italia.
Fondazione Officine Saffi, nata nel 2011 da un’idea di Laura Borghi, è una fondazione no-profit che si occupa di ceramica contemporanea a livello internazionale. Con un approccio a 360 gradi, la fondazione promuove nuove ricerche e sperimentazioni nel settore, tenendo conto della storia e del passato e favorendo il dialogo tra arte, artigianato e design. Attraverso un programma dinamico e interdisciplinare di mostre, attività didattiche e pubblicazioni, partecipa attivamente alla conversazione sulla ceramica rivolgendosi ad un pubblico eterogeneo. Tutte le attività della fondazione sono guidate dalla convinzione che la ceramica sia un vettore di trasformazione artistica, culturale e sociale. Con un atteggiamento aperto che favorisce un clima partecipativo, la Fondazione Officine Saffi incoraggia gli artisti e il pubblico a interrogarsi su cosa significhi vivere nel mondo di oggi, a relazionarsi con l'Altro e con la vita materiale, e a creare valore sociale e culturale attraverso il coinvolgimento in un programma multidisciplinare che tiene conto della varietà delle interpretazioni e costruisce slancio intorno alla ceramica nel ventunesimo secolo. La fondazione sostiene artisti, designer e artigiani nelle diverse fasi della produzione, fino alla promozione e riconoscimento del loro lavoro, costituendo una piattaforma per i creativi emergenti, nonché per progetti e narrazioni che fioriscono al di fuori dei sistemi di mercato consolidati. L'impegno della Fondazione nell'esplorare la cultura italiana si accompagna alla sua identità interculturale e al desiderio di creare un dialogo più ampio che risuoni su scala globale insieme a una rete ibrida di talenti, istituzioni e organizzazioni internazionali.
Fosbury Architecture (F.A.) è una pratica collettiva di progettazione e ricerca fondata nel 2013 a Milano da Giacomo Ardesio (1987), Alessandro Bonizzoni (1988), Nicola Campri (1989), Claudia Mainardi (1987) e Veronica Caprino (1988).
FA è stato curatore del Padiglione Italia alla 18. Biennale di Architettura di Venezia. Altre precedenti curatele includono la mostra monografica Characters alla Magazin Gallery di Vienna (2022), l'Urban Center di Prato al Centro Pecci (2021/2022) e Milano 2030 alla Triennale di Milano (2019). FA ha partecipato a numerose Biennali di Architettura nazionali e internazionali, tra cui quelle di Lisbona (2019), Versailles (2019), Chicago (2017), Venezia (2016). Il lavoro di FA è stato esposto anche nelle mostre collettive: Take Your Seat, promossa dall'ADI Design Museum di Milano; The State of the Art of Architecture alla Triennale di Milano; Re-Constructivist Architecture alla RIBA Gallery di Londra; Adhocracy all'Onassis Center di Atene; e Mean Home alla British School di Roma. FA ha lavorato a numerosi allestimenti di mostre, tra cui Verde Prato (2019) al Centro Pecci, premiato con una menzione al TYoung Prize 2021. Insieme ad Alterazioni Video, FA ha curato la pubblicazione Incompiuto, La Nascita di uno Stile (2018) sostenuta dal MIBACT e premiata con menzione d'onore per il Compasso d'Oro 2020.
Iris Ceramica Group è punto di riferimento mondiale per il design e per lo sviluppo di materiali naturali in ceramica di alta gamma destinati a soluzioni innovative e progetti di architettura, design e arredo. Con oltre 60 anni di esperienza imprenditoriale, il Gruppo è presente in più di cento Paesi, con una vocazione ben precisa: reingegnerizzare la ceramica per migliorare l’interazione tra le persone e l’ambiente in cui vivono grazie a questo materiale naturale, tra i più nobili e performanti al mondo. Iris Ceramica Group, che conta circa 1500 dipendenti nel mondo, ha sede a Fiorano Modenese, con stabilimenti in Italia tra le province di Modena e Reggio Emilia – e due siti produttivi all’estero, in Germania e Stati Uniti. Il Gruppo opera nel mercato di alta gamma con differenti marchi storici, riconosciuti tra i più importanti player nel panorama internazionale.
irisceramicagroup.com