Susan Philipsz – Close to me
Philipsz crea opere sonore, senza l’introduzione di nuovi elementi materiali se non il suono, sfruttando le potenzialita’ architettoniche e paesaggistiche del contesto in cui si collocano. In questo caso le installazioni dell’artista dialogano con gli spazi straordinari di Palazzo Reale, della sua corte e dell’attigua chiesa di San Gottardo, cappella del Palazzo.
Comunicato stampa
In occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, il Comune di Milano ospita a Palazzo Reale la mostra di Susan Philipsz intitolata “Close to me”, aperta al pubblico dal 1° giugno al 23 settembre 2012.
La mostra, promossa da Comune di Milano – Cultura, Moda e Design, Palazzo Reale e Artache, è curata da Stefania Morellato e Don Luigi Garbini.
Susan Philipsz crea opere sonore, senza l’introduzione di nuovi elementi materiali se non il suono, sfruttando le potenzialità architettoniche e paesaggistiche del contesto in cui si collocano. In questo caso le installazioni dell’artista dialogano con gli spazi straordinari di Palazzo Reale, della sua corte e dell’attigua chiesa di San Gottardo, cappella del Palazzo.
“La riflessione sul tema della famiglia, che accompagnerà la visita del Papa a Milano – ha detto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri – include la varietà di forme del vivere comune e i loro rituali culturali e religiosi, il tutto all’interno di una più generale interrogazione sul senso del fare famiglia oggi. Per questo abbiamo voluto invitare una grande artista come Susan Philipsz affinché ci aiutasse a capire l’ampiezza del tema della famiglia, svelandocene insieme le forme originali e le strutture profonde. Grazie a Susan Philipsz – ha proseguito – inauguriamo oggi anche un rapporto nuovo tra Palazzo Reale e la chiesa di San Gottardo in Corte, che ci auguriamo possa continuare”.
I lavori di Susan Philipsz costituiranno un “percorso sonoro” che accompagnerà il visitatore dal cortile di Palazzo Reale alla chiesa di San Gottardo in Corte, attraverso un passaggio interno al Palazzo.
Apre il percorso “Weep, O Mine Eyes” (2010), installazione sonora collocata nel cortile interno di Palazzo Reale e basata su un madrigale a quattro voci di John Bennet. L’opera è attivata a intervalli regolari durante tutto l’orario di apertura al pubblico della mostra. In questo modo non solo il visitatore, ma anche il passante occasionale, diventerà necessariamente protagonista di una nuova “storia” spirituale, che coinvolgerà il luogo e contemporaneamente il suono e aggiungendo alla visione dei luoghi una diversa intensità spirituale e una nuova connotazione di significati. Così, portando all’aperto di un cortile una forma che nasce in chiave domestica, Susan Philipsz ribadisce il potere straniante e coinvolgente dell’immaginazione musicale quasi un ritorno alla “lingua madre” [matricale] di ogni espressione umana, per sondare le relazioni famigliari. Quattro monitor costituiscono l’”hardware” dell’opera seguente, che collega il cortile di Palazzo Reale con la sua cappella palatina: Susan, Barbara, Joan and Sarah; “A Song Apart” (1997) è infatti un video a quattro canali in cui Susan e le sue sorelle cantano “Swiftly Flowing Elba” in momenti e luoghi diversi. Un canto originariamente familiare e privato acquista un significato diverso e un ruolo determinante nella riflessione sul tema del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, perché proprio la famiglia, in quanto soggetto dell’opera sonora, viene collocata naturalmente sullo
sfondo delle architetture di Palazzo Reale.
Chiude il percorso espositivo l’installazione sonora che dà il titolo alla mostra, “Close to me”. L’opera è stata espressamente pensata per il VII Incontro Mondiale per le Famiglie e creata dall’artista appositamente per Milano. “Close to me”, che verrà installata all’interno della cappella di Palazzo Reale – la chiesa di San Gottardo in Corte – è stata realizzata sulle note di un inno che l’artista ha cantato a Glasgow nel 1982 quando aveva appena nove anni per la visita del Papa, allora Giovanni Paolo II. Un canto che Susan Philipsz ripropone oggi, eseguito insieme alle sue tre sorelle.