Susanna Micozzi – Trasmutatio
La mostra personale di Susanna Micozzi che si snoda attraverso i suggestivi ed evocativi spazi archeologici delle Case Romane del Celio, ci appare come una grande installazione.
Comunicato stampa
Si inaugura venerdì 3 marzo 2017 alle ore 18.30 alle Case Romane del Celio, la personale dell’artista Susanna Micozzi dal titolo “Trasmutatio” a cura di Rosetta Gozzini.
La mostra è patrocinata del Ministro dell’Interno- Fondo Edifici di Culto, dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e Spazio Libero società di gestione Case Romane del Celio.
La mostra personale di Susanna Micozzi che si snoda attraverso i suggestivi ed evocativi spazi archeologici delle Case Romane del Celio, ci appare come una grande installazione. L’artista crea come un percorso iniziatico, portando il visitatore a viverne emotivamente il tragitto. Lo fa tracciando un filo invisibile circolare, in cui ogni narrazione creativa è congiunta all’altra. L’elemento acqua, inteso come elemento generativo, dà inizio a tutto il percorso. Per i filosofi alchimisti, l’acqua è il “mestruo mundi”. Dal dizionario “Mito Ermetico” del 1700 di Dom. Antonio Giuseppe Pernety, sotto la voce mestruo così dice: Il mestruo dei filosofi è propriamente il loro mercurio; tuttavia essi usano spesso questo termine per la materia che contiene tale mercurio. L’acqua è il mestruo che contiene la semenza delle cose, e la porta nella terra insinuandosi attraverso i pori. La terra che serve da matrice ai semi, li cova, li digerisce, sia con il calore proprio dello sperma che per l’aiuto del fuoco celeste…” queste parole evocano il racconto che si materializza attraverso l’opera della Micozzi.
Quella di Susanna è una narrazione sulla metamorfosi della materia, che dapprima si genera prendendo forma e poi si dissolve abbandonando i vincoli del mondo sensibile trascendendo così ogni cosa. L’artista mette in atto questo processo di trasmutazione attraverso la rappresentazione simbolica dei quattro elementi naturali: fuoco, aria, acqua e terra. I quali spesse volte hanno assunto il valore simbolico di elementi magici, che sono alla base dell’ordine delle cose e dell’organizzazione dell’universo. Ognuno di questi quattro elementi ha la proprietà di mutarsi nell’altro, tanto da far pensare che la presenta dell’uno implichi l’esitenza degli altri. A Empedocle risale la dottrina dei quattro elementi: egli li definisce “le quattro radici di tutte le cose”. Seconda una legge attribuita a Pitagora, il numero quattro definisce lo spettro di tutte le possibilità terrene. Il quinto elemento aristotelico, la sottile quintessenza, si trova dunque solo nel superiore cielo di fuoco divino.1
L’artista cosi parla della sua opera installativa: “questo transito ci presenta i santi Giovanni e Paolo e il loro martirio attraverso tutte queste manifestazioni che sono affidate all’acqua che, come linfa vitale scorre sotto terra, e tocca la storia specifica di questo sito. Come in un parto nasce nuova vita. Iniziano a dischiudersi i bozzoli che contengono angeli, che come farfalle dopo la fatica della formazione, si purificano per diventare aria o spirito puro per poi librarsi”.
Ogni opera, che troviamo nel pellegrinare attraverso gli spazi atemporali delle Case Romane del Celio, ci appare come un’epifania. Queste opere sono installazioni da cui affiorano le sculture che Susanna realizza con la gomma piuma, la rete metallica e i tessuti, su cui disegna e dipinge. In questa inedita e ultima produzione si evince il percorso artistico di tutta la sua produzione. Infatti l’arista dice “ I materiali che uso sono un transito nella mia vita artistica: dai costumi teatrali ai disegni dei tessuti di alta moda, alla pittura, all’incisione e alla scultura. Nelle mie opere sono sempre alla ricerca di un’unione tra materia e pensiero, fisicità e essenza”.
L’artista mette in luce il fatto che il proprio lavoro scaturisce da continue prese di coscienza, avvenute durante il suo percorso di vita volto a dare uno sguardo dall’alto verso la propria esistenza, per trovare profondità maggiori. Nel lavoro di Susanna Micozzi e nel suo essere una artista donna, ho sentito l’eco delle parole dell’antropologa Patrizia Terreno, presenti nel volume Oltre Lilith il Femminino Sacro: “Ma guardiamo più in profondità il modo in cui questo principio femminile si manifesta nelle donne, prendendo in considerazione la specificità di genere da un punto di vista energetico. Ci aiuteranno le tradizioni sciamaniche, che hanno sempre sottolineato l’importanza del ciclo mestruale come momento peculiare nella donna per il riconoscimento della propria identità.
La donna sensibile a tali modifiche farà allora esperienza consapevole di quelle qualità energetiche che le sono proprie: comprenderà che il suo è un tempo ciclico e non lineare, e sperimenterà dal di dentro il senso della fluidità che la renderà sempre diversa, e che le conferirà una sorta di instabilità necessaria alla realizzazione del proprio potenziale interiore. Ma comprenderà anche che tale mutevolezza costante si ripete con regolarità, e quindi farà esperienza di una costanza più vasta, di una costanza per così dire mobile. Questa capacità di fluire con il cambiamento le darà una maggiore resistenza e durata. All’interno del ciclo sperimenterà dei momenti di profonda entrata in sé stessa che la metteranno in contatto con la parte più oscura e profonda di sé, il fuoco profondo della sua Estia interiore, e attraverso l’esperienza facilitata da quei momenti se lo vorrà avrà la possibilità di contattare dimensioni che la trascendono”.
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Rosetta Gozzini