Sylvio Giardina – Si/lenzio

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO NAZIONALE ROMANO - TERME DI DIOCLEZIANO
Viale Enrico De Nicola 79, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
13/07/2023

ore 19.30 su invito

Artisti
Sylvio Giardina
Generi
arte contemporanea, personale

Comunicato stampa

Sperimentatore assiduo, Sylvio Giardina ha spesso intrecciato il racconto della sua
couture contemporanea all’ispirazione delle arti visive, attraversando i linguaggi del video, dell’installazione,
delle pratiche performative. Dopo l’intervento realizzato lo scorso Gennaio nei saloni del piano nobile di
Palazzo Farnese a Roma, in occasione di /gal-le-rìa/, presentazione della collezione SS23, il designer ha
scelto nuovamente la città dove vive e lavora, per un nuovo progetto.
Il 13 Luglio il Museo Nazionale Romano nella sede del Complesso delle Terme di Diocleziano accoglie
SI/LENZIO, un intervento site specific ideato da Sylvio Giardina e curato da Alessio de’Navasques, in cui l’eco
del mito, la dimensione del rituale, della memoria, di un femminile eterno e ineffabile nella trasformazione,
sono le tracce narrative per un’epifania che fonde moda e performance.
Gli spazi antichi si aprono alla creazione sartoriale, in un progetto che celebra il potere dell’abito, come luogo
dell’abitare del corpo, evocandone in una visione sovradimensionata la duplice valenza, sociale - di
rappresentazione e di relazione - e intima.
Nell’unico abito scultoreo e monumentale, quasi un archetipo, presentato nell’ Aula X, Sylvio Giardina ha
riunito memorie e pratiche dell’atelier, recuperando nei frammenti di tessuto, negli scampoli di stoffa rimasti,
le storie e i ricordi delle donne che negli oltre dieci anni di vita del brand hanno scelto, provato e poi indossato
le sue creazioni. “Una collezione di abiti di alta moda può essere evocata da un progetto artistico, che definisce
segni, tracce e colori di abiti che verranno, attraverso le sensazioni che abbiamo provato. La dimensione
dell
’haute couture è, così, per l'autore uno spazio libero di riflessione, dove la progettazione sartoriale si fa
punto di partenza per una propria ricerca artistica” scrive il curatore Alessio de’Navasques, nel testo che
accompagna il progetto.
L’archivio delle collezioni passate, si fa mappa, pattern compositivo: dalle stoffe usate per la doppiatura, a
quelle preziose della sartoria, come organza di seta, gazzarre, chiffon, georgette, crepe, cady, mikado,
duchesse, ai pizzi francesi, con foglie di velluto, ai bagliori di fili metallici. “Quando ho iniziato a pensare a
questo progetto, volevo un abito che si trasformasse, che in ogni sua parte avesse un segno, una lavorazione
diversa. Nel confronto con i tessuti che fanno parte del nostro archivio e magazzino, ho ritrovato in ognuno
una memoria, una storia diversa. Ogni abito realizzato è legato ad una condivisione, ad un evento, a un dialogo
particolare con quella donna, con le forme del corpo, con la ricerca del giusto mood per vedersi in quel vestito.”
spiega Giardina.
I colori sono quelli da sempre cari al designer: bianchi e neri, rosa antico, viola, lilla, la gamma dei verdi, una
palette prediletta che disegna un paesaggio interiore, scandisce la cadenza del tempo dell’ispirazione, della
creazione e della vita.
L’installazione sonora che dall’ingresso all’Aula XI introduce all’Aula X è immaginata come un avvicinamento
del visitatore al luogo della performance dove il silenzio, invocato nel titolo, è un invito alla visione, alla
riflessione, alla contemplazione segreta. Ispirandosi al mito di Persefone rapita agli inferi che torna
ciclicamente sulla terra a riportare la primavera, e quasi a creare un dialogo con la mostra allestita all’interno
del Complesso delle Terme, dedicata al ritrovamento della tomba di una fanciulla dell’VII secolo a.C, con il
suo corredo intatto di preziosi monili di ambra, i frammenti di testi e parole antiche richiamano alla memoria la
leggendaria Kore, la fanciulla per antonomasia, la tessitrice cosmica, simbolo della vita stessa. Mina Serrano,
affermata performer e artista visiva spagnola, rievoca e dà corpo alla figura di Persefone-Kore: avvolta in nel
grande abito è una presenza oracolare e potente, fulcro di un’entropia che genera e rigenera, nel silenzio
rituale, nel raccoglimento che anticipa la dimensione attiva e creativa.
Sylvio Giardina è nato a Parigi ma le sue origini sono siciliane.
Dopo aver completato gli studi presso l’Accademia di Costume e di Moda di Roma inizia a lavorare presso la
maison Fernanda Gattinoni, dove accanto al grande couturier apprende le fasi della progettazione e della
realizzazione di una collezione Haute Couture.
È stato uno dei fondatori del marchio Grimaldi Giardina e dopo 12 anni ha iniziato una nuova avventura con il
brand “sylvio giardina”.Sartorialità, tradizione, innovazione, una continua e poliedrica ricerca e
sperimentazione, una strategia delle linee in cui gli elementi materici – textures, costruzioni e decori - si
fondono, confondono e sovrappongono. Questo il fondamento del brand, il quale dà vita a un dialogo e
comunicazione aperta con le arti visive, altro leitmotiv impresso nelle collezioni del marchio.
La ricerca si sofferma nella celebrazione, in chiave sartorial-chic, della silhouette femminile e delle sue forme,
come anche nella realizzazione di forme insolite, diverse che parlano di un’altra eleganza, la quale incontra
l’esclusività, i dettagli e la sartorialità dell’alta moda con la portabilità del prêt a porter, dando vita a un prodotto
demi-couture.
Per Sylvio Giardina l’arte è l’ispirazione, la moda lo strumento; questi non sono entità separate, ma
complementari e indispensabili l'uno all'altro, essi si contaminano di continuo senza che egli possa distinguere
tra loro i confini. Il made in Italy rappresenta il bello e ben fatto, come prodotto, quell'alchimia data da
persuasività del design e pregio della manifattura, la quale è sovente il risultato di maestrie artigianali che si
trovano unicamente in Italia.
Mina Serrano è performer e artista visiva, attualmente basata a Parigi.
Ha fatto della trasformazione l’elemento centrale e il filo conduttore del suo lavoro; la sua pratica spazia dalla
performance art, al cabaret, alla scultura, contaminando i confini tra le diverse discipline. Nata a Granada,
Mina dialoga costantemente con folklore del suo paese d’origine, che una volta rifiutava ma che ora è una
parte inseparabile del suo multiforme universo visivo.
Si ringrazia
Stéphane Verger Direttore del Museo Nazionale Romano
Museo Nazionale Romano
Mina Serrano performer
Filippo Temperini e Tania Alineri, installazione sonora
Team Sylvio Giardina