Szilvia Bolla / Gioia di Girolamo – Wormhole
di due artiste, SZILVIA BOLLA (Budapest,1992) e GIOIA DI GIROLAMO (Pescara,1984) appartenenti entrambe alla Generazione, quella dei Millennials, che ha infranto ogni barriera fisica e culturale, dando l’avvio alla rivoluzione digitale che oggi, come mai prima d’ora, sta dando forma a un nuovo mondo e a una nuova “umanità”.
Comunicato stampa
Dal 5 maggio al 8 luglio Galleria Bianconi presenta la doppia personale WORMHOLE che pone in relazione il lavoro di due artiste, SZILVIA BOLLA (Budapest,1992) e GIOIA DI GIROLAMO (Pescara,1984) appartenenti entrambe alla Generazione, quella dei Millennials, che ha infranto ogni barriera fisica e culturale, dando l’avvio alla rivoluzione digitale che oggi, come mai prima d’ora, sta dando forma a un nuovo mondo e a una nuova “umanità”.
Punto di partenza del lavoro delle due artiste è la corporeità femminile, la sua superficie, il suo trasformarsi in altro in energia vitale, in un portale d’ingresso per un’altra dimensione in cui materiale e immateriale, reale e virtuale, corporeo e incorporeo, si connettono, si fondono, trascendendo in un continuo flusso di comunicazione, germinazione e moltiplicazione in cui, come affermava Eraclito, “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
La dualità insita nelle opere di Szilvia Bolla e di Gioia di Girolamo e nel loro confronto dialettico trasformano la Galleria in un Wormhole, un cunicolo spazio - temporale sulle cui pareti si stagliano le morbide forme organiche, metalliche, riflettenti e cangianti dei “Filter Bubble” di Gioia di Girolamo, in cui sembra d’ intravvedere le sagome di una possibile umanità aliena e virtuale che viene risucchiata e attratta verso il centro dello spazio “distorto” della galleria dai vortici delle sculture in plexiglass e metallo “Infinite Vytal Energies” di Szilvia Bolla.
Il seme energetico, il Big Bang da cui tutto nasce e che genera questa connessione fra fisico e virtuale, fra una dimensione retta dalle costanti di tempo e spazio valide nella realtà quotidiana e una in cui nulla di ciò che noi diamo per certo ha più valore, è la sfera biologica del corpo delle stesse artiste, della loro pelle che con le opere “Density” della Di Girolamo e “Skin of my skin, flesh of my flesh” di Szilvia Bolla, fa entrare l’osservatore nelle pieghe più profonde della sua superficie, operando un processo di miniaturizzazione che condurrà, con gli NFTs Run::Sys_1 e Run::Sys_2 di Gioia Di Girolamo, a entrare nel flusso sanguigno che si rivelerà poi essere non umano.