Talking IED – Vittorio Storaro
Il tre volte vincitore del Premio Oscar per la fotografia con registi del calibro di Francis Ford Coppola, Warren Beatty e Bernardo Bertolucci, si racconta al pubblico.
Comunicato stampa
Uno dei più noti e importanti autori della fotografia cinematografica ospite del prossimo appuntamento con Talking IED.
Il 18 aprile Vittorio Storaro nella sede IED Roma racconterà la sua personale visione, presentando in anteprima il libro L’arte della cinematografia, scritto da Bob Fisher e Lorenzo Codelli, curato da Gabriele Lucci, con la consulenza alla cinematografia di Daniele Nannuzzi, Vittorio Storaro e Luciano Tovoli.
Questo appuntamento inaugura una serie di iniziative che vedono lo IED sempre più legato al mondo della cinematografia: oltre ai corsi già in essere nel settore audiovisivo, dal prossimo anno l’Istituto lancerà infatti il nuovo corso triennale di Filmmaking e altre proposte formative che completano il panorama delle professioni legate a questo settore specifico.
Vittorio Storaro ha lavorato al fianco di grandi registi (Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola, Warren Beatty, Giuseppe Patroni Griffi, Giuliano Montaldo, Carlos Saura, Dario Argento) e ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui tre Premi Oscar per i film Apocalypse Now (1979, F. Coppola), Reds (1981, W. Beatty) eThe Last Emperor (1987, B. Bertolucci).
Tra i molti film ai quali ha lavorato, ricordiamo: Il conformista, Le orme, Ultimo tango a Parigi, One from the heart, Tucker, Dick Tracy, Piccolo Buddha, Goya.
Dal 1995 al 2004 ha insegnato presso l’Accademia Internazionale delle Arti e delle Scienze dell’Immagine di L’Aquila. È anche autore di una trilogia di libri intitolata Scrivere con la luce, in cui ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera.
Da molti anni si batte perché sia riconosciuto agli autori della fotografia cinematografica il “diritto d’autore”. Sicuramente senza la scelta figurativa, luministica e cromatica di tutti i Co-Autori alla Immagine Cinematografica, la storia del Cinema non sarebbe la stessa che tutti conosciamo.