Tamara Kvesitadze – Mec-Human
L’installazione inaugura la Project Room della Galleria: luogo in cui si attenderanno appunto progetti, esperimenti, contaminazioni, ma sempre – senza essere norma – attraverso opere uniche; siano (come in questo caso) installazione, oppure dipinto, scultura, video, o anche performance. L’opera di Tamara Kvesitadze s’inserisce bene nel contesto dello spazio trovato: pare foderare il fondo della stanza, nel vuoto di una luce bianca che vorrebbe svelare…
Comunicato stampa
Nell'ambito del Concorso Polifonico Internazionale Guido d'Arezzo, la musica incontra l'arte contemporanea; e lo fa scoprendo il concetto di rumore che diventa continuità e sfondo infinito. L'opera d'arte è meccanica, e l'artista si chiama Tamara Kvesitadze, qui ad Arezzo dall'ultima Biennale di Venezia. Nel 2011, infatti, l'artista rappresenta il suo Paese, la Georgia, alla 54° Biennale Internazionale d'Arte, proprio con l'opera che sarà in mostra alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea. F=-F questo il titolo - come a simboleggiare una misteriosa parità finalmente raggiunta, magari mediante quella matematica che pretende di sistemare tutto coi numeri… L'installazione inaugura la Project Room della Galleria: luogo in cui si attenderanno appunto progetti, esperimenti, contaminazioni, ma sempre - senza essere norma - attraverso opere uniche; siano (come in questo caso) installazione, oppure dipinto, scultura, video, o anche performance. L'opera di Tamara Kvesitadze s'inserisce bene nel contesto dello spazio trovato: pare foderare il fondo della stanza, nel vuoto di una luce bianca che vorrebbe svelare… Tanti volti di resina. Si muovono? Si deformano? La tecnologia interviene, e anima. L'arte limita, e risolve. L’autonomia della macchina confina con un sentimento d’oblio che si compie nella sproporzione del rapporto uomo/mezzo. E questo stare di fronte all'opera si spande, aleggia, grava intorno a chi non ne subisca l’indeterminatezza ma, al contrario, l’adatti a sé, per comprenderne gli esiti. L’arte di Kvesitadze, così, premia. Ma lo fa con il ronzio ipnotico del meccanismo: un’estetica fredda soltanto in apparenza; pronta invece al rischio della conoscenza mimetica, o al fraintendimento della somiglianza. Si passa di qui, allora, per lambire un’astratta vastità del piacere: vera perché vaga e sfumata; dall’emozione funzionale alla percezione concettuale. Tamara Kvesitadze (1968, Tbilisi) ha donato un moto straniante e misterioso all'immagine umana; tanti visi, tutti uguali, si prestano a mostrarsi come forse non sono. E quel rumore, continuo, è la vita di quella fisionomia: forse noi, forse tutti voi. Ad Arezzo c'è un'opera della scorsa Biennale di Venezia. Anche Arezzo, così, può mostrare il linguaggio contemporaneo ritenuto migliore di una nazione: in questo caso la Georgia. La mostra si svolge in collaborazione con PaiviProArte, documentata da un catalogo Maretti Editore. Tamara Kvesitadze - Mec-Human è voluta e realizzata dall'Assessorato Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo, con la collaborazione di PaiviProArte e la documentazione di Maretti Editore. Tamara Kvesitadze - Mec-Human sarà inaugurata alla presenza del Prof. Pasquale Giuseppe Macrì, Assessore alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Arezzo; di Paivi Tirkkonen, Commissario del Padiglione Repubblica della Georgia alla 54° Biennale di Venezia; di Christian Maretti, Maretti Editore; di Fabio Migliorati, Critico d'Arte e Direttore per le Attività Espositive di Arezzo.