Tami Izko – Inventory
Una nuova artista, un nuovo progetto di collaborazione, una nuova installazione per i dieci anni di Fondazione La Raia: Tami Izko (Cochabamba, Bolivia, 1984) con il suo Inventory interpreta il tema del paesaggio in modo inaspettato, invitando a guardare da vicino, vicinissimo, la meraviglia della biodiversità.
Comunicato stampa
Tami Izko
Inventory
a cura di Ilaria Bonacossa
INAUGURAZIONE
Sabato 27 maggio 2023, ore 17
La Raia, Novi Ligure (AL)
Necessaria la prenotazione a:
[email protected]
Con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Comune di Novi Ligure, Comune di Gavi.
Con la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Una nuova artista, un nuovo progetto di collaborazione, una nuova installazione per i dieci anni di Fondazione La Raia: Tami Izko (Cochabamba, Bolivia, 1984) con il suo Inventory interpreta il tema del paesaggio in modo inaspettato, invitando a guardare da vicino, vicinissimo, la meraviglia della biodiversità.
Novi Ligure, maggio 2023 - Inventory (inventario) è il nuovo progetto site-specific realizzato da Tami Izko per Fondazione La Raia – arte cultura territorio che nel 2023 compie dieci anni di attività. Una piccola grotta lungo il viale di accesso della cantina diventa lo spazio in cui custodire le singole tessere, i pixel del variegato paesaggio di questa tenuta biodinamica nel Gavi, ad alto contenuto di biodiversità.
Un inventario è un elenco di cose raccolte, scelte, il registro su cui appuntiamo ciò che troviamo. Un esercizio che aiuta non solo a metter ordine ma a osservare con maggior cura. L’origine latina del verbo trovare – invenio – sappiamo contenere molti significati, quello più immediato è trovare, ma comunica anche il bisogno di immaginazione, conoscenza, scoperta.
Questo ha voluto fare Tami Izko - trovare, scoprire e comunicare al visitatore - che lei ha vissuto il paesaggio della Raia e si è soffermata davanti una piccola grotta sul viale d’ingresso, immaginandola come la camera delle meraviglie della sua personale selezione di questo territorio, nell'inventario dello spazio circostante.
L’opera è composta da trentadue piccole sculture colorate in porcellana smaltata e grès, alcune galleggianti sul piccolo specchio d’acqua che si trasforma in una fontana al contempo naturale e scultorea. Queste opere evocano elementi reinterpretati provenienti dal mondo vegetale della Raia – fusti di vite, canne di lago, pigne, gusci di noce, ghiande, grappoli di uva, conchiglie e arbusti -, ed elementi del mondo del lavoro dell’azienda e delle persone che la vivono: suole di scarpe, cavi in plastica, porzioni di abiti da lavoro.
I materiali scelti per le opere, così come gli elementi trovati sul territorio, attraversano un processo di trasformazione in cui si allontanano dal mondo naturale per evocarlo attraverso l’assenza. La creazione di ogni singolo pezzo nasce da uno specifico calco, che è stato riempito di porcellana liquida. Alcuni pezzi invece sono stati creati interamente a mano dall’artista in grès, per poter giocare più liberamente con dimensioni e forme. Ogni scultura è stata poi smaltata utilizzando una tavolozza di colori pastello e cotta a 1250 gradi.
Afferma Tami Izko: “Un inventario è un elenco di cose in cui ci imbattiamo, un registro di ciò che viene trovato. Come un pixel nel paesaggio di La Raia, la piccola grotta all'ingresso dell’azienda si perde facilmente tra tutte le altre informazioni presenti in questo territorio, in questo frammento stesso di regione. Questo è ciò che rende la grotta un interessante spazio per la raccolta e il raccoglimento: l'area che la circonda contiene dati molto ricchi sulle diverse cose che si possono trovare in questo luogo, sulla biodiversità della Raia, ma anche sulla presenza umana in questa tenuta. Tutte queste cose, se non riusciamo a soffermarci più da vicino, restano nascoste alla nostra vista o semplicemente perse tra i tanti pixel che compongono l'immagine di questo paesaggio.”
Con l'intenzione di coinvolgere i visitatori in un esercizio di attenta osservazione, Izko ha trasformato questa grotta nell'Inventario dello spazio circostante, nel guscio di noce dove elementi reinterpretati in porcellana e ceramica sono stati astratti dal contesto e monumentalizzati nella loro fragilità. Sono le sue impressioni del territorio che suggeriranno al visitatore di mettere a fuoco il proprio sguardo e di ricreare una propria personale “raccolta” di ciò che il paesaggio della Raia e del Gavi racchiude.
L’installazione si completa con un soundscape creato dal sound designer Davide Cairo, che ha campionato i suoni naturali all’interno della tenuta e tutto intorno a Inventory, realizzando una composizione sonora fruibile attraverso un qrcode per tutti i visitatori che si soffermeranno davanti alla grotta. Un video documenta la realizzazione di quest’opera, con un’intervista all’artista, firmato da Thea Kleinhempel. Entrambe le produzioni saranno disponibili come contenuti multimediali sul sito di Fondazione La Raia. L’artista Federico Clavarino, invece, reinterpreta l’opera con una fotografia esposta a Locanda La Raia, all’interno della tenuta.
Ilaria Bonacossa, Direttrice artistica di Fondazione La Raia: “Il progetto di Tami Izko, scelto per i dieci anni di Fondazione La Raia, promuove ulteriormente la missione che si è data la Fondazione: coinvolgere artisti di discipline diverse che sappiano gettare il loro sguardo critico sul paesaggio del Gavi, creando per un pubblico ampio sempre nuove occasioni di riflessione, riconoscimento, consapevolezza rispetto a ciò che di naturale e prezioso ci circonda. Nel suo Inventory, Izko ha concentrato lo sguardo sul grande tema della biodiversità e ha voluto porre l’accento sulla nostra capacità, sempre più compromessa, di guardare, osservare e mettere a sistema ciò che ci circonda. L’uso della porcellana e il tocco leggero e scanzonato di quest’artista rendono la sua realizzazione al contempo poetica e infantile trasportandoci in uno spazio altro fatto di pensieri fugaci e immagini evanescenti. Izko, di cui ho scoperto il lavoro nella galleria Viasaterna e che ho presentato ad Artissima Unplugged nel 2021, concentra da sempre la sua indagine su aspetti sfuggenti, a volte fragili, e li restituisce al nostro sguardo attraverso la sorpresa di uno dei materiali più antichi e durevoli al mondo.”
Giorgio Rossi Cairo, Presidente di Fondazione La Raia: "In questi dieci anni di attività, Fondazione La Raia, inaugurata con il progetto Nel Paesaggio e l’artista Remo Salvadori, continua la sua riflessione sul paesaggio in tutte le sue componenti: naturali, urbanistiche, artistiche, storiche. L’opera di Tami Izko richiama i temi attuali della sostenibilità, della biodiversità e della difesa dell’ambiente particolarmente cari alle nuove generazioni.”
Inventory si inserisce all’interno di un percorso composto da altre nove opere commissionate ad artisti internazionali e realizzate per Fondazione La Raia dal 2013 all'interno della Raia, tra i vigneti, la cantina e Locanda La Raia. Percorso gratuito e aperto al pubblico in tutti i mesi dell'anno.
Tami Izko
Tami Izko è nata a Cochabamba (Bolivia) nel 1984. Benché giovanissima ha vissuto a lungo in diverse città, recentemente a Madrid, Lisbona, Londra, Milano, Schöppingen e Bruxelles. Attualmente vive e lavora ad Atene. I suoi primi studi sono stati di Cinematografia e di Scrittura creativa, esplorando in particolare la dimensione autobiografica, un tratto che ricorre nelle sue opere. Izko si è avvicinata alla scultura, e particolarmente alla ceramica, quando viveva a Lisbona. Come i suoi testi, gli oggetti in ceramica che realizza sono spesso legati ad un’auto-rappresentazione. La plasticità dell’argilla si presta nelle sue mani alla creazione di forme organiche come riflessione e astrazione del sé e degli elementi che lo configurano. Nella serie Wounds (2019) indaga le connessioni tra memoria, trauma e resilienza, mentre nella serie Bezoar (2022) esplora i meccanismi alla base del pensiero magico: le sculture sono realizzate principalmente con ceramiche smaltate e cristalli che vengono cotti diverse volte accelerando la mutazione dei materiali. L’utilizzo della tecnica dei calchi di gesso per riprodurre forme in porcellana, gres, latex o cera è ora un elemento centrale del suo approccio alla scultura. In particolare, nella sua produzione più recente (Via Spaventa, 2021, The Crab’s House con Federico Clavarino, 2022-ongoing, e oggi Inventory per Fondazione La Raia) si serve di questo processo per rimodellare luoghi preesistenti, formando una costellazione di oggetti estratti dal contesto, reinterpretandoli, per ricreare un nuovo spazio soggettivo. Le sue opere sono state esposte a Ginevra (Fondation Bruckner Parcours Ceramique), Londra (Royal College of Art), Schöppingen (Stiftung Kunstlerdorf), Bruxelles (Boghossian Foundation), Istanbul (Biennale 2017), Milano (Viasaterna Arte Contemporanea) e Torino (Artissima). Infine, la sua attività di ricerca l’ha portata a collaborare più volte con il fotografo Federico Clavarino; uno dei risultati del loro lavoro è la serie Eel Soup – recentemente pubblicata per Witty Books - che è stata esposta a Bruxelles, (Pinguin, 2018), (Fotofestiwal, 2018), all’Istanbul Biennal (2019) e in Viasaterna Arte Contemporanea (2019).
FONDAZIONE LA RAIA
Fondazione La Raia ‐ arte cultura territorio - è nata nel giugno 2013 con l’obiettivo di promuovere in Italia e all’estero una riflessione critica sul paesaggio, attraverso contributi che riguardano più campi di indagine. Sviluppa attività artistiche, culturali, didattiche, scientifiche e di ricerca volte a promuovere anche la conoscenza specifica del territorio del Gavi. Ad oggi sono state realizzate le opere permanenti di Remo Salvadori, di Koo Jeong A, Michael Beutler, Adrien Missika, Francesco Jodice, Teresa Giannico e Tami Izko (visibili al pubblico gratuitamente), una mostra di Cosimo Veneziano a Tenuta Cucco, una pubblicazione con Elio Franzini edita da Corraini e numerose conferenze pubbliche dedicate alla riflessione sul paesaggio, protagonisti, tra gli altri, Gilles Clément e il gruppo francese Coloco, Paolo D’Angelo, Adriana Veríssimo Serrão, Francesco Jodice e Francesco Zanot, Stefanie Hessler e Franco Farinelli. Fondazione La Raia è stata creata da Giorgio Rossi Cairo e Irene Crocco ed è diretta da Ilaria Bonacossa. Il Comitato scientifico è composto da Flavio Albanese, Marco Galateri di Genola, Vicente Todolì, Stefano Baia Curioni e James Bradburne.