Tancredi Mangano – Del giardino terrestre
L’esposizione, attraverso diversi cicli di lavori fotografici e recenti sculture, mette in relazione il legame tra uomo e natura, dal quale emerge un profondo senso di appartenenza ad un unico “essere”.
Comunicato stampa
La galleria Grossetti Arte ha il piacere di presentare la mostra personale “Del giardino terrestre” di Tancredi Mangano.
La ricerca artistica di Tancredi Mangano è rivolta soprattutto al tema della natura esplorato principalmente attraverso la fotografia e, più recentemente, la scultura.
L'indagine che l'artista dedica alla natura è in continua relazione con il corpo inteso come manifestazione della natura stessa, in uno scambio reciproco tra le due parti in cui ognuna subisce l'intervento dell'altra condizionandone struttura e percezione.
L'esposizione, attraverso diversi cicli di lavori fotografici e recenti sculture, mette in relazione il legame tra uomo e natura, dal quale emerge un profondo senso di appartenenza ad un unico "essere".
Nelle sculture la natura prende istintivamente forma tra le mani dell'artista manifestandosi nel gesso bianco e assumendo forme antropomorfe. E' così che, dal gesto primordiale di una presa (Teste-prese, 2012), nascono un gruppo di piccole sculture di teste animali che, nello spazio della mostra, dialogano con alcune fotografie (Pioniere, 2002-2016). Queste erbacce, veri e propri ritratti di piante che "fieramente" crescono in un ambiente fortemente antropizzato, sono soggetti con una personalità e una fisionomia definite, catturati nella loro spontaneità.
Mentre nelle Pioniere è la natura che si adatta e sopravvive al contesto urbano, nella fotografia di grandi dimensioni, Corpo in trappola (2010-2015) , è l'uomo che si abbandona all'azione della natura. Lo stretto rapporto tra spazio-corpo-tempo contribuisce alla trasformazione dell'immagine iniziale ridefinendone una nuova, unica e cosmogonica.
Tancredi Mangano da una parte rivela forma e vita attraverso la materia delle sue sculture, ma dall'altra subisce l'intervento degli elementi naturali (come il passaggio degli insetti e gli agenti atmosferici) che trasformano il suo essere, tracciandone una memoria.
La fisicità dell'impronta del corpo ritorna nella scultura Testa Z1 (2013), sintesi di natura e uomo in cui i principi vitali dell'esistenza, maschile e femminile, esprimono la potenzialità dell'essere generatore di nuova vita.
In mostra verrà esposto anche Da una certa distanza (2009) , un lavoro fotografico in cui il paesaggio osservato da una certa distanza, determinata dal treno in movimento, diventa pura astrazione. Le immagini nascono dall'interazione spazio-temporale di due macchine - il treno e la fotocamera - in cui «la velocità, limite di una visione “corretta”, diventa elemento portante e fondamentale. Il paesaggio così registrato è intravisto e non più contemplativo. In un’alternanza tra il vedere e il non vedere, gli elementi del paesaggio appaiono e scompaiono senza legame e nesso, provocando una presa di distanza che allontana dalla realtà».
Nel lavoro di Tancredi Mangano l'eliminazione di qualsiasi genere di gerarchia posiziona uomo e natura su uno stesso livello, rendendoli parti indissolubili l'uno dell'altro. Il loro spontaneo modo di esistere permette loro di essere quello che sono naturalmente.