Tano Festa
Mostra antologica dedicata all’artista romano Tano Festa, uno dei principali esponenti della Scuola di Piazza del Popolo; dalle “finestre” ai “coriandoli”, dalle rivisitazioni michelangiolesche in chiave pop, al ritorno alla pittura.
Comunicato stampa
La Galleria Permariemonti di Civitanova Marche dedica una mostra antologica all’artista romano Tano Festa (1938-1988), una delle figure più importanti della scena artistica nazionale e internazionale della seconda metà del Novecento. Insieme a Mario Schifano, Giosetta Fioroni e Franco Angeli, Festa fu tra i principali esponenti di quella che sarà ribattezzata Scuola di Piazza del Popolo, costituitasi nella mostra del 1963 alla Galleria La Tartaruga di Roma. Ma, come e forse ancor più dei suoi iniziali compagni di viaggio, egli non si lasciò imbrigliare nei limiti imposti da comode categorizzazioni. Di animo libero e di mente fantasiosa, Festa percorse molteplici direzioni, che lo portarono dagli esordi nel segno dell’astrattismo, alla fase oggettuale neo-dada delle sue famose persiane e finestre, da lui ricostruite e ridipinte; dalle rivisitazioni in salsa pop del Michelangelo della Cappella Sistina e delle Cappelle medicee, all’elaborazione di un linguaggio figurativo caratterizzato dal segno irregolare e rapido, dall’impasto cromatico in cui ascendenze nordiche si fondono alla luminosità mediterranea, da figure insieme inquiete e sognanti. Senza dimenticare gli omaggi ai maestri dell’Impressionismo; la serie dei “Coriandoli”; le opere a cavallo tra figurazione e astrazione..
Di un così ricco e articolato tragitto dà conto questa mostra antologica voluta e organizzata da Gino Monti, presentando opere che ne raccontano le fasi salienti, come pure gli scarti laterali. Nella speranza di offrire un’occasione per ripensare alla figura di Tano Festa, così centrale nel percorrere, e talvolta prefigurare, le tendenze più significative dall’arte italiana e internazionale dagli anni Sessanta agli anni Ottanta; ma anche così felicemente solitario, nel sottrarsi alle mode e nel cercare di seguire, sempre e soprattutto, la propria ispirazione. All’insegna di uno stile che, pur nutrendosi di citazioni, possiede una cifra inconfondibile, fatta di misurata compenetrazione di sensibilità metafisica e leggerezza espressiva, rigore compositivo e artificio scenografico.