Tappeti Tintoretto / Barca di Hidetoshi Nagasawa
I rarissimi tappeti “Tintoretto” in dialogo con “Barca” di Hidetoshi Nagasawa.
Comunicato stampa
“Vorrei che le cose fossero sempre leggerissime, se non si vedono quasi è meglio, non devono pesare sul luogo [...]” *
Il profilo dell’imbarcazione, con una linea bianca e sottile, rivela una struttura immateriale e aperta, che naviga con leggerezza nello spazio. La barca diventa così una metafora del viaggio vissuto e sognato, mitico e spirituale; così come nel mondo tessile, per le culture antiche e nell’immaginario, il tappeto diventa per eccellenza un veicolo in grado di trasportare in un’atmosfera sacra che esprime elevazione, purezza e unicità.
Barca (1983-1985) trova dunque la sua naturale collocazione negli spazi espositivi di Galleria Moshe Tabibnia, dedicati ai tappeti “Tintoretto”, che deposti a terra per ospitare il fedele in preghiera, fungono da raccordo figurativo tra mondo sensibile e sovrasensibile.
Il gruppo di rarissimi manufatti tessili anatolici, risalenti al XVI secolo, entrano nel linguaggio comune con la denominazione desunta dal maestro del Rinascimento veneziano Jacopo Robusti, detto il “Tintoretto”, che li ha raffigurati in due importanti opere pittoriche: “Susanna e i vecchioni” (1550, Musée du Louvre, Parigi) e “Il ritrovamento del corpo di San Marco” (1562- 1566, Pinacoteca di Brera, Milano). Gli esemplari tessili in esposizione, in questa occasione in dialogo con l’opera di Nagasawa, pur mantenendo un impianto compositivo simile, recano elementi di grande originalità nel raffinato disegno delle bordure e dei cantonali. Alle due principali tipologie di bordura che caratterizzano tali tappeti, la bordura “a nastri di nubi” e quella “a palmette”, ben testimoniate dai manufatti in mostra, si aggiunge una terza bordura dalla ricca ed elaborata decorazione floreale.
Un altro elemento degno di nota è indubbiamente costituito dai preziosi ornamenti dei cantonali, che mostrano l’elegante motivo di derivazione cinese a “nastri di nubi” e profili sinuosi di forme arabescate, leggeri e raffinati, talvolta arricchiti dal fondo policromo.
I particolari stilistici siglano l’alta cifra artistica di questi tappeti, che spiccano per la preziosità dei dettagli ornamentali e la gamma cromatica, identificandoli fra le tipologie più ambite e ricercate nella produzione dell’area di Ushak.
Il dialogo che Galleria Moshe Tabibnia presenta tra i tappeti “Tintoretto” e Barca (1983-1985) di Hidetoshi Nagasawa si inserisce così nel più ampio progetto espositivo di BUILDING, Hidetoshi Nagasawa. 1969-2018, una grande retrospettiva che ripercorre l’intero arco della produzione dell’artista, dagli esordi fino alle sue ultime opere inedite.
Ulteriore sede esterna della mostra, Casa degli Artisti propone, dall’8 maggio al 4 giugno 2024, una raccolta di opere di Nagasawa che intendono restituire la dimensione più progettuale del lavoro quotidiano dell’artista.
* F. Pasini, Hidetoshi Nagasawa, Massimo Kaufmann, (intervista), Arca. Dieci capitoli di realtà, catalogo della mostra, Castello di Volpaia, Volpaia (Radda in Chianti), I libri della Commenda, n. 8, Volpaia, Fattoria Editrice Castello di Volpaia, 9-24 settembre 1989, pp. 109-115.