Teodosio Magnoni – Corpi-luogo immagini
La mostra accoglie, oltre ad alcune opere storiche degli anni ’60, gli ultimi lavori di Magnoni, sculture a parete caratterizzate da una struttura laminare e colori omogenei, appositamente pensate per la galleria.
Comunicato stampa
Giovedì 6 giugno alle ore 18.30, annamarracontemporanea inaugura Corpi-luogo, immagini, personale di Teodosio Magnoni curata da Mariastella Margozzi e Lorenzo Respi.
La mostra accoglie, oltre ad alcune opere storiche degli anni ’60, gli ultimi lavori di Magnoni, sculture a parete caratterizzate da una struttura laminare e colori omogenei, appositamente pensate per la galleria.
L’artista, che con la sua scultura ha sempre cercato di raggiungere il massimo svuotamento dello spazio, oggi, come scrive Lorenzo Respi in uno dei testi raccolti nel catalogo edito da Gangemi, «riduce al minimo il suo intervento, disegna lo spazio come se fosse una tela virtuale, da guardare da più punti di vista nello stesso momento (…) Le sculture a parete si ritraggono dallo spazio aperto, si posizionano sul confine fisico del luogo - la parete della galleria, appunto -, da cui sporgono quanto basta per svincolarsi dal retaggio della pittura e per interagire con l’ambiente e chi lo abita».
Le opere meno recenti testimoniano un percorso fatto di contaminazioni tra la pittura e la scultura. Magnoni, che nasce come pittore informale, dagli anni ’60 rivolgerà la sua attenzione, dapprima alla pittura oggettualizzata, realizzata con materiali e oggetti sovrammessi alle tele, poi al Cinetismo, ed in seguito alla scultura. Scultura in bilico tra presenza e assenza, tra dentro e fuori, tra apparire e scomparire. Oppure intesa come corpo-luogo. Quando Magnoni giunge alle Figure nel vuoto nei pieni anni novanta, scrive Mariastella Margozzi, le forme diventano «il risultato, in piano, dei profili dei “corpi-luogo”; ma il vuoto, ossia lo spazio, adesso contiene qualcosa, la “figura”, non ovviamente come reale, ma come concentrato di esperienza, di sapere, l’essenza stessa della vita e della storia».
In mostra anche collage e maquette, testimonianza diretta del processo creativo di Magnoni, ma soprattutto opere che rappresentano il ritorno ad una tecnica marcatamente bidimensionale che cerca la terza dimensione, piccole sculture autonome che rivendicano la loro spazialità dentro i bordi della carta.