Terre

Il progetto Terre, sviluppato nel corso di due anni, vede ora la luce con una prima proposta che aggrega i lavori di otto designer under 35, realizzati e sostenuti da TerreBlu, fucina artigiana che opera nel territorio casertano. Terre nasce dal desiderio di attivare una nuova narrazione, una sorta di metalinguaggio attorno alle cose che popolano il nostro quotidiano. Il tema con cui si sono confrontati i progettisti coinvolti è il Sud.

Comunicato stampa

Il progetto Terre, sviluppato nel corso di due anni, vede ora la luce con una prima proposta che aggrega i lavori di otto designer under 35, realizzati e sostenuti da TerreBlu, fucina artigiana che opera nel territorio casertano. Terre nasce dal desiderio di attivare una nuova narrazione, una sorta di metalinguaggio attorno alle cose che popolano il nostro quotidiano. Il tema con cui si sono confrontati i progettisti coinvolti è il Sud. Uno spazio mentale più che geografico che ha generato una mitologia portatile che traspone tanto la nostra condizione individuale quanto i meccanismi della storia e delle relazioni umane. I designer, protagonisti del progetto provengono da paesi e formazioni diverse. Una molteplicità di approcci e sensibilità che si condensano nella costruzione di un racconto per frammenti dove il tema di partenza assume connotazioni impreviste ed imprevedibili. Si ispira a Eurasia di Joseph Beuys la proposta di Gionata Gatto. Una serie di tesserine smaltate dà vita a un continente ibrido, a un territorio aperto, senza limiti fisici. La clessidra di Antonio Piccirilli appunta la sua riflessione su tempo e ritualità che si combinano in una visione antropologica dell’oggetto. Affonda le radici nella tradizione tutta meridionale del corredo, la scultorea rivisitazione di Giovanni Innella. Una pila di piatti sovrapposti dà forma archetipa a un vaso. Richiamano l’Oriente e suggeriscono un bestiario fantastico, le teiere di Francesca Lanzavecchia. Sulla scia delle loro ricerche legate all’osservazione dei fenomeni naturali, Mischer/Traxler denunciano la capacità della natura di inglobare le violenze e le ferite inferte dagli uomini. Guarda all’autosufficienza produttiva la Boa proposta da Matteo Cibic. Una piccola serra illuminata a Led diviene elemento di segnalazione e strumento di bonifica ambientale.
E’ il fascino della decadenza ad aver ispirato le “Rovine” di Minale/Maeda. Sono disegni preparatori a una nuova potenziale storia delle cose quelli proposti da Freddie Yauner. Materiali grezzi pur nella loro forza evocativa che lasciano presagire una sperimentazione amplificata dal desiderio di indagare le potenzialità della ceramica.

FONDAZIONE PLART