The Remains of the day
Prendendo incidentalmente in prestito il titolo del romanzo scritto in forma di diario da Kazuo Ishiguro, l’intero progetto si incarica di investigare, attraverso la pratica di una ventina di giovani artisti, nuove possibili sintassi e i depositi lasciati dal tempo rispetto ad un’azione performativa e/o di happening.
Comunicato stampa
Ventuno giugno, solstizio d’estate, giorno del fuoco, il giorno più lungo dell’anno.
Esatto mezzogiorno astronomico, mezzogiorno del cosmo.
Momento in cui il sole è al suo massimo potere di luce e nel suo moto apparente si trova allo Zenit del Tropico del Cancro (23°27’), il circolo di illuminazione è tangente ai circoli polari (66°33’). L’astro solare è alla sua massima declinazione Nord mentre il cerchio della sua eclittica interseca l’equatore celeste nel punto Omega, la perfetta perpendicolarità dei suoi raggi non concede ombre visibili.
Nella notte tra sabato 21 e 22 giugno inaugura a San Giovanni Valdarno The Remains of the day. Prendendo incidentalmente in prestito il titolo del romanzo scritto in forma di diario da Kazuo Ishiguro, l’intero progetto si incarica di investigare, attraverso la pratica di una ventina di giovani artisti, nuove possibili sintassi e i depositi lasciati dal tempo rispetto ad un’azione performativa e/o di happening.
Esaminando la relazione tra performance/live, i documenti, gli appunti e le fonti che la presuppongono, i dialoghi e le ricerche d’archivio, le tracce che di queste rimangono alla fine del giorno, viene messo in discussione il nesso di casualità tra i due elementi.
Può un documento, un inizio partito da altrove, un segno pre-esistente, una memoria, precedere la performance? Come può una mostra avere il carattere di una performance? E come possono i fattori temporanei e permanenti essere combinati in termini di presentazione e display espositivo?
Con un approccio interdisciplinare, i resti di questo lungo giorno, dipanano un percorso che si articola in varie sedi e che, interrogandosi sulle questioni riguardanti l’apparato espositivo, presenta opere che sono frammentarie, partecipative o ancora “in progress”. Le loro proposte hanno luogo non per un’audience ma con un’audience.
Il progetto è sostenuto dal Comune di San Giovanni Valdarno, Provincia di Arezzo e dalla Regione Toscana ed è promosso da Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea nell’ambito di Toscanaincontemporanea2013 e della 9° edizione della “Notte Bianca”.
La personale di Andrea Kvas è stata possibile grazie al generoso contributo di:
SIKKENS – Akzo Nobel Coatings S.p.A
ARTISTI:
Alessandro Agudio, Marco Basta, Lupo Borgonovo, Cleo Fariselli, Dario Guccio, Invernomuto, Helena Hladilova, Andrea Kvas, Alice Mandelli, Beatrice Marchi, Anna Mostosi, Gianni Politi, Lisa Rampilli, Giangiacomo Rossetti, Manuel Scano, Namsal Siedlecki, Davide Stucchi, Serena Vestrucci
SEDI:
-Casa Masaccio: SHINZAGGARAN: Alessandro Agudio, Marco Basta, Lupo Borgonovo, Dario
Guccio, Beatrice Marchi, Anna Mostosi, Giangiacomo Rossetti, Davide Stucchi.
- Stazione Ceramica Ex- Ceramica via Mannozzi, WISHES OF A G( 2014), THE CELESTIAL
PATH (2013), Invernomuto.
- Via Mannozzi Galleria: TRUCCO, Serena Vestrucci;
-Fontana di Via Mannozzi :MARY ANN & THEOPHILIUS, Lupo Borgonovo e Lisa Rampilli;
-Museo della Basilica: U: Cleo Fariselli
-Piazza Masaccio: FALSE ALARM (I DON’T FEEL AT HOME IN THIS WORLD
ANYMORE), Manuel Scano;
-Casa Giovanni da San Giovanni: PICCHIO VERDE, Andrea Kvas
-Giardino di Casa Masaccio:MEMORIA DI FUOCO, Helena Hladilova, Namsal Siedlecki;
-Vicoli del centro: GIULIAGIULIA, Gianni Politi
-Casa Masaccio e sedi varie: 100 IO SONO ANCORA QUI, Alice Mandelli
-Carlo Bay Hair Diffusion: FREE HAIR BRUSHES, Dario Guccio, Davide Stucchi